Il fumetto più venduto in Italia è di Pera Toons
Le sue vignette di barzellette, giochi di parole e freddure hanno un enorme successo soprattutto tra i bambini

Nel 2015 Alessandro Perugini cominciò a pubblicare delle vignette minimaliste, colorate e piuttosto essenziali sulla sua pagina Instagram, dove è conosciuto come Pera Toons. Avevano per protagonisti figure umane disegnate in modo volutamente bambinesco, con uno stile che per alcuni versi ricordava quello della serie animata South Park: un cerchio per la testa, due puntini per gli occhi, una linea orizzontale per la bocca e pochi tratti per rappresentare il corpo. Oggi quella pagina è seguita da più di un milione e mezzo di persone, e Pera Toons è diventato un caso editoriale. Le sue vignette, inizialmente pubblicate solo online, sono poi state raccolte in diversi libri di enorme successo.
La scorsa settimana le vendite di Ridi che è meglio, quello più famoso, hanno superato le 300mila copie vendute dall’uscita, quindi in cinque anni. È il primo fumetto a raggiungere questo risultato dal 2008, l’anno in cui GfK, la principale società di analisi che monitora il mercato editoriale italiano, cominciò le sue rilevazioni. È un risultato eccezionale per un fumetto italiano: per dare l’idea La profezia dell’armadillo, il libro più conosciuto di Zerocalcare, largamente il fumettista più popolare in Italia, ha impiegato dieci anni per venderne 200mila.
All’inizio le vignette di Pera Toons hanno avuto un grande successo soprattutto per il tipo di comicità su cui si basano, che si presta particolarmente bene al modo in cui scorrono i contenuti di Instagram. Fondamentalmente si risolvono sempre in uno scambio di battute tra due personaggi: a volte si tratta di un gioco di parole, altre di freddure, in altri casi di piccoli enigmi che si risolvono scorrendo le immagini. Un altro elemento che distingue il lavoro di Pera Toons sui social è l’audio: le vignette hanno spesso animazioni essenziali accompagnate dalla sua voce.
Perugini aveva in mente fin dall’inizio di avere successo sui social: «Il mio obiettivo è fare piacere al pubblico, far ridere le persone e farle stare bene. Ho sempre seguito il gusto della gente sondando giorno dopo giorno i like, i feedback istantanei. Sono stati quindi i fan di Instagram che mi hanno creato, che avevano bisogno di un Pera Toons che li intrattenesse con gli indovinelli di logica. L’algoritmo pure ne aveva bisogno, e io mi sono tuffato a capofitto in questa direzione», disse in un’intervista di qualche anno fa.
Ha funzionato soprattutto sui bambini. Mara Famularo, esperta di fumetti che scrive per Internazionale Kids, spiega che le vignette di Pera Toons sono perfette per chi ha appena imparato a leggere, perché «sono brevi, immediate e strutturate in modo da guidare con chiarezza la lettura». Anche il tipo di comicità su cui si basano è immediatamente afferrabile per un bambino: si tratta quasi sempre di giochi linguistici semplici, situazioni quotidiane o battute che non richiedono riferimenti culturali complessi o livelli di lettura multipli.
Nel 2017, durante il festival Lucca Comics & Games, Perugini presentò il suo lavoro a Emanuele Di Giorgi, cofondatore della casa editrice Tunué, che colse le potenzialità del progetto e gli offrì un contratto per pubblicare Chi ha ucciso Kenny?, il suo primo libro, una serie di brevi enigmi illustrati in poche vignette il cui titolo citava una celebre gag di South Park. Da allora Perugini è diventato uno degli autori di riferimento di Tunué, come dimostra la sua grande prolificità. Negli ultimi cinque anni ha pubblicato 8 libri: Ridi che è meglio (2020), Sfida all’ultima battuta (2021), Giochi e risate, Ridi a CreepyPelle (2022), Divertimenti, Fatti una risata (2023), Che spasso!, Ridere (2024) e Prova a non ridere (2025).
Le vignette di Pera Toons piacciono ai bambini anche perché sono delle specie di giochi: «a tutti i bambini piace arrovellarsi tra piccoli misteri o indovinelli. Pera Toons ha saputo sfruttare bene questa dinamica per creare un senso di interazione», dice Famularo.
Anche secondo Matteo Stefanelli, direttore del sito specializzato Fumettologica, il lavoro di Pera Toons «ha a che fare con l’enigmistica, più che con il fumetto». «Dietro a tutte le sue battute, che sono sempre molto impostate, c’è quasi sempre un piccolo quiz. È come se proponesse quotidianamente al suo pubblico delle micro-challenge, e questo patto col lettore, che nella maggior parte dei casi è un bambino che non aspetta altro, è molto efficace». Anche per questo, secondo Stefanelli le vignette di Pera Toons ricordano i primissimi fumetti italiani, che venivano venduti nelle stazioni e sui treni nella seconda metà dell’Ottocento, e che in sostanza erano delle raccolte di barzellette disegnate simili a quelle che si trovano ancora oggi sfogliando La Settimana Enigmistica.
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