Com’è che Kosovo e Montenegro usano l’euro
Anche se non fanno parte dell'Unione Europea: è una consuetudine con molti vantaggi ma anche qualche rischio

Da molti anni in Montenegro e in Kosovo si usa comunemente l’euro, la valuta comune di 20 su 27 paesi dell’Unione Europea (diventeranno presto 21, con la Bulgaria). È una cosa un po’ strana, perché come regola generale l’euro dovrebbe essere usato solo da paesi che fanno parte dell’Unione, e questo non è il caso né del Montenegro né del Kosovo.
Nel 2002 i due paesi decisero unilateralmente (cioè, senza accordo con l’Unione Europea), di far diventare l’euro la propria moneta nazionale. È un processo che è noto come “eurizzazione”, sulla falsa riga del termine “dollarizzazione”, che indica il processo con cui un paese sovrano adotta come propria la valuta di un paese più grande (si chiama “dollarizzazione” perché storicamente è un fenomeno diffuso tra i paesi del Centro e Sud America, che scelgono di utilizzare il dollaro statunitense).
Il Montenegro e il Kosovo, prima di diventare indipendenti, facevano parte della Jugoslavia, un paese che comprendeva anche Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord e Slovenia. La Jugoslavia aveva una propria valuta: il dinaro jugoslavo. Durante gli anni Ottanta e Novanta questo fu estremamente instabile, e perse moltissimo valore: significa che per comprare le stesse cose ci volevano molti più dinari di prima (e per questo si parlò di iperinflazione).

Una banconota da 500 miliardi di dinari jugoslavi del 1993 (AP/Horacio Villalobos)
Nei due paesi in quel periodo si iniziò a usare diffusamente il marco tedesco, la valuta nazionale della Germania prima che adottasse l’euro. In Kosovo e Montenegro circolava una grande quantità di marchi tedeschi, tra le altre cose anche perché molti abitanti lavoravano in Germania. Era una valuta stabile: si poteva usare per tenere al sicuro i propri risparmi e, anche se veniva usata per lo più in modo informale, di fatto era largamente accettata.
Montenegro e Kosovo divennero indipendenti rispettivamente nel 2006 e nel 2008, ma avevano già una certa autonomia anche prima di questa data (il Kosovo aveva combattuto una guerra contro la Serbia e, dal 1999, era amministrato da una missione delle Nazioni Unite). Le autorità dei due paesi scelsero progressivamente di usare meno il dinaro jugoslavo anche per aumentare la propria autonomia, prima dalla Jugoslavia e poi dalla Serbia. Nel 1999 decisero separatamente di ufficializzare l’esistenza di un sistema a doppia valuta, ossia in cui potevano circolare legalmente sia i marchi tedeschi che i dinari. Dal 1° gennaio del 2002, cioè da quando la Germania adottò l’euro ritirando dalla circolazione i marchi tedeschi, adottarono l’euro come valuta ufficiale.
In questo video di AP del 1° gennaio 2002 si vede un militare tedesco cambiare i suoi soldi in euro. C’è anche una breve intervista al direttore dell’Autorità bancaria e per i pagamenti del Kosovo, Muharrem Uka, che dice di essere convinto che l’euro «porterà benefici e prosperità» al paese.
Montenegro e Kosovo non possono stampare euro, che è una prerogativa della Banca Centrale Europea e delle banche centrali dei paesi dell’Eurozona (per l’Italia la Banca d’Italia). Così, prima di adottare l’euro come unica moneta nazionale le autorità di entrambi i paesi dovettero banalmente assicurarsi che ci fossero in circolazione abbastanza euro per poterlo fare. La banca centrale kosovara mise in circolazione circa 100 milioni di euro. Il governo del Montenegro, ha raccontato l’ex ministra per l’Integrazione europea Gordana Đurović, chiese anche alla Germania di convertire le proprie riserve di marchi tedeschi in euro. Entrambi i paesi acquistarono poi altri euro sul mercato valutario (questo funziona per l’appunto come un mercato, in cui le valute straniere possono essere comprate o vendute liberamente, anche senza il consenso del paese o dell’entità che le controlla).
Entrambi i paesi oggi riescono a usare l’euro grazie a circostanze un po’ particolari: sia il Kosovo che il Montenegro hanno un’economia e una popolazione piccola (il Kosovo 1,6 milioni di persone; il Montenegro soltanto 623mila), ed entrambi hanno legami economici soprattutto con paesi dell’Unione Europea, sia in termini di scambio commerciale che di investimenti. Inoltre, tantissimi kosovari e montenegrini lavorano in paesi dell’Unione Europea, vengono pagati in euro, e spendono parte del reddito nei propri paesi.

Due donne in un ristorante sul mare a Budva, in Montenegro nel 2020 (Getty/Pierre Crom)
Usare l’euro come propria moneta nazionale pur senza fare parte dell’Unione economica e monetaria ha alcuni vantaggi: il principale, che poi è anche quello che all’epoca aveva convinto le autorità dei due paesi ad adottarlo, è che si tratta di una valuta molto forte e con poche oscillazioni. Significa cioè poter contare che i propri risparmi non perdano valore da un giorno all’altro o di non aver bisogno di andare in giro con moltissime banconote per fare acquisti. Usare l’euro come moneta nazionale ha permesso a entrambi i paesi di avere una maggiore stabilità economica e un’inflazione molto ridotta, in un momento in cui le loro economie e la situazione politica della regione erano piuttosto instabili, nel periodo della transizione dalla Jugoslavia socialista all’indipendenza e a un sistema capitalista.
È anche piuttosto vantaggioso per l’Unione Europea, dal momento che semplifica e riduce il costo delle transazioni economiche (perché non è necessario cambiare denaro). Non è neanche un grosso rischio: le dimensioni economiche dei due paesi sono troppo piccole per avere un impatto sull’andamento dell’euro. Nel 2024 il Prodotto interno lordo totale dell’Unione Europea era di quasi 18mila miliardi di euro. Quello di Kosovo e Montenegro, insieme, 16,6 miliardi: lo 0,09 per cento di quello dell’Unione. L’Unione Europea negli anni ha accettato il fatto che Montenegro e Kosovo usino l’euro pur senza fare parte dell’Unione Monetaria Europea, riconoscendo che la scelta di adottarlo è stata fatta in circostanze eccezionali.
Ci sono però anche alcuni lati negativi. Il principale, sia per il Kosovo che per il Montenegro, è quello di non potere avere una politica monetaria propria. Semplificando, quando un paese controlla la propria moneta, può fare interventi economici per adeguare il valore della moneta alle circostanze del momento: può decidere di svalutarla o di rivalutarla, può agire sui tassi di interesse a cui le banche prestano il denaro, e così via. I governi di Kosovo e Montenegro non possono farlo: dipendono, in tutto e per tutto, dalle decisioni di politica monetaria che vengono prese dalla Banca Centrale Europea, anche se non ne fanno parte.



