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  • Mercoledì 16 luglio 2025

Com’è che Trump ha cambiato idea su Putin

In parte è frustrato dalle sue resistenze, ma c'entra anche un buon lavoro diplomatico di Europa e NATO

(AP Photo/Evan Vucci)
(AP Photo/Evan Vucci)
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Donald Trump ha cambiato idea su Vladimir Putin. Il presidente statunitense, che per anni aveva mantenuto una posizione vicina al suo omologo russo e nei primi mesi del suo secondo mandato (iniziato lo scorso gennaio) era sembrato pronto ad abbandonare la difesa dell’Ucraina, da alcune settimane sta mostrando una frustrazione crescente per il modo in cui Putin sta ostacolando e dilazionando tutti i suoi tentativi di raggiungere un cessate il fuoco.

Questo cambio di atteggiamento è anzitutto causato dall’insoddisfazione nei confronti di Putin, ma è anche frutto di un’attenta azione diplomatica di alcuni paesi europei e della dirigenza della NATO, che sono riusciti a mostrare a Trump l’importanza della difesa dell’Ucraina, e a riavvicinarlo al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Questa settimana Trump ha annunciato che darà alla Russia 50 giorni di tempo per accettare un cessate il fuoco con l’Ucraina, altrimenti imporrà pesanti dazi. Oltre alle sanzioni dirette, che però ormai hanno poco effetto sull’economia del paese, Trump ha anche annunciato dazi “indiretti”, ossia che colpiscono i paesi in affari con la Russia. Questi dazi indiretti potrebbero essere particolarmente dannosi, perché l’economia russa si regge in buona parte sulle vendite di gas e petrolio a paesi compiacenti come la Cina e l’India.

Sempre questa settimana Trump ha annunciato l’invio di nuove armi all’Ucraina, tramite uno schema che coinvolge alcuni paesi europei: la Germania, la Norvegia e altri compreranno le armi dagli Stati Uniti, e poi le invieranno all’Ucraina (oppure invieranno le armi già a propria disposizione e si terranno quelle nuove appena comprate, non è chiaro). Secondo Trump, nel giro di «qualche giorno» dovrebbero arrivare all’Ucraina nuovi sistemi di difesa aerea Patriot, che sono fondamentali per contrastare i bombardamenti russi.

Trump ha perfino parlato in privato con Zelensky della possibilità di colpire Mosca e San Pietroburgo, anche se poi in pubblico ha smentito tutto.

Nel giro di pochi giorni, dunque, questo cambiamento di atteggiamento di Trump nei confronti di Putin ha già portato a conseguenze negative per la Russia e per il suo sforzo bellico. Bisogna però considerare due grossi elementi di cautela:

1. Se Trump ha cambiato idea una volta, potrebbe farlo ancora.
2. Trump non rispetta quasi mai gli ultimatum da lui stesso imposti, come si è visto più volte con la guerra commerciale e l’enorme questione dei dazi.

Un'opera di un artista russo che combina le facce di Trump e Putin

Un’opera di un artista russo che combina le facce di Trump e Putin (AP Photo/Dmitri Lovetsky)

Trump ha sempre avuto un rapporto di ammirazione nei confronti di Putin, fin dal suo primo mandato da presidente degli Stati Uniti (2017-2021). In più di un’occasione ha definito Putin un «amico», e ha spesso elogiato i suoi modi da leader deciso. I due condividono peraltro un certo apprezzamento per lo stile barocco e i fregi dorati. La Russia ha sempre coltivato questo rapporto, consapevole dell’importanza di avere un alleato alla Casa Bianca.

Nel 2022, quando Putin invase l’Ucraina, Trump lo definì «un genio». E quando, durante la campagna elettorale del 2024, promise che avrebbe risolto la guerra in Ucraina «in 24 ore», lo fece soprattutto perché convinto che avrebbe potuto usare il proprio rapporto di fiducia e stima con Putin per convincerlo a un accordo. Nei primi mesi della sua presidenza, in più di un’occasione Trump ha favorito le ragioni della Russia rispetto a quelle dell’Ucraina e dell’Europa: il caso più grave è avvenuto a marzo, quando lui e il vicepresidente J.D. Vance attaccarono verbalmente e umiliarono Zelensky durante una visita alla Casa Bianca.

Ma con i mesi la frustrazione di Trump nei confronti di Putin è via via cresciuta. Benché gli Stati Uniti abbiano più volte proposto alla Russia degli accordi di cessate il fuoco estremamente vantaggiosi, Putin li ha sempre rifiutati. Alcune volte direttamente, ma più spesso adducendo scuse e prendendo tempo. Davanti alle proposte statunitensi di porre fine alla guerra Putin opponeva cavilli o chiedeva nuove condizioni vessatorie per gli ucraini, con l’intento implicito ma evidente di far saltare l’accordo.

Nelle ultime settimane, anziché concentrarsi sui negoziati come chiesto da Trump, la Russia ha invece rafforzato i suoi sforzi bellici in Ucraina: ha intensificato la propria offensiva di terra nell’est del paese e i bombardamenti e gli attacchi con droni sulle città. Questo ha messo in difficoltà Trump davanti al proprio elettorato, perché ha smentito l’idea che il presidente sia un grande negoziatore capace di arrivare a importanti accordi di pace.

Soprattutto, Trump si è sentito umiliato e preso in giro da un leader che stima. Putin «ha davvero esagerato», ha detto un funzionario della Casa Bianca all’Atlantic. «Il presidente gli ha dato un’opportunità dopo l’altra, ma quel che è troppo è troppo». Trump ha espresso il suo nuovo senso di disillusione nei confronti di Putin in più di un’occasione. Sui social media ha scritto «Vladimir, STOP!», e più di recente ha detto: «Le mie conversazioni con lui sono sempre molto piacevoli, ma poi la notte stessa lui fa partire i missili [contro l’Ucraina]».

Donald Trump e Friedrich Merz alla Casa Bianca, 5 giugno 2025

Donald Trump e Friedrich Merz alla Casa Bianca, 5 giugno 2025 (AP Photo/Evan Vucci)

Mentre Trump si allontanava da Putin si è anche avvicinato all’Europa, e ha recuperato i rapporti con il presidente ucraino Zelensky. I leader europei sono riusciti a ottenere questo risultato grazie a un insieme di concessioni (in particolare sulla spesa militare), lusinghe e una buona diplomazia personale.

In particolare, ha raccontato il Wall Street Journal, il cancelliere tedesco Friedrich Merz è riuscito a costruire in poco tempo un buon rapporto con Trump: i due sono entrambi ricchi imprenditori, e sono riusciti a trovarsi su un linguaggio comune. Negli ultimi tempi Trump ha spesso chiamato Merz per lamentarsi di Putin, e Merz è stato abile a presentare a Trump l’acquisto di armi per l’Ucraina come un affare conveniente. La diplomazia tedesca ha anche coltivato rapporti con tutti i funzionari americani più aperti alla causa ucraina. Tra questi il segretario al Tesoro Scott Bessent e il segretario di Stato Marco Rubio.

Di recente Trump ha elogiato «l’enorme coraggio» del popolo ucraino e ha fatto i complimenti all’Europa per la sua tenacia: cose che sarebbero state impensabili fino a qualche mese fa. Bisogna però vedere se il presidente cambierà di nuovo idea.