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  • Venerdì 11 luglio 2025

Com’è che la Spagna femminile vince quasi sempre tanto-a-poco

Agli Europei di calcio ha segnato 11 gol nelle prime 2 partite: ora tocca all'Italia, ma non è detto che andrà male

di Giorgia Bernardini

Aitana Bonmatí e Alexia Putellas (Judit Cartiel/Getty Images)
Aitana Bonmatí e Alexia Putellas (Judit Cartiel/Getty Images)
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Venerdì sera alle 21 l’Italia si gioca il passaggio ai quarti di finale degli Europei femminili di calcio contro la Spagna, la squadra che ha vinto i Mondiali nel 2023 ed è considerata ampiamente favorita per la vittoria del torneo. Al momento la Spagna, allenata da Montse Tomé, è prima nel girone B a punteggio pieno, dopo aver battuto il Portogallo per 5-0 e il Belgio per 6-2: undici gol fatti e solo due subiti sono un numero piuttosto notevole, in un contesto competitivo come gli Europei. Non è una novità per la Spagna, che molto spesso vince le partite con tanti gol di scarto e punteggi eclatanti.

L’Italia è seconda con 4 punti, e anche una sconfitta potrebbe bastare per qualificarsi come seconda (se il Portogallo non vince, o se l’Italia non perde con tanti gol di scarto). In caso di pareggio (o di vittoria, chiaramente) l’Italia sarebbe certa di qualificarsi, ma vincere o anche solo pareggiare contro questa Spagna non sarà facile: in questo momento, a dire il vero, non lo è per nessuna nazionale, anche per le migliori in Europa e nel mondo.

In questi Europei la Spagna è la squadra più organizzata tatticamente, quella con più giocatrici di talento e quella con maggiore consapevolezza della propria forza, anche rispetto ad altre nazionali pure forti come l’Inghilterra, la Francia o la Svezia. Le sue centrocampiste Alexia Putellas e Aitana Bonmatí hanno vinto le ultime quattro edizioni del Pallone d’Oro, il premio dato ogni anno alla calciatrice più forte e influente del mondo. Putellas, 31 anni, è stata premiata nel 2021 e nel 2022, mentre Bonmatí, 27, lo ha vinto nel 2023 e nel 2024. È anche grazie alle loro caratteristiche tecniche e alla visibilità mediatica che hanno ottenuto negli ultimi anni che la Spagna è diventata una nazionale così forte e apprezzata.

La vittoria della Spagna contro il Belgio per 6-2

La crescita del calcio femminile spagnolo è iniziata comunque a livello di club, e in particolare da un club: il Barcellona.

Oggi undici delle ventitré calciatrici della Spagna giocano nel Barcellona femminile (anche Putellas e Bonmatí), considerata la squadra migliore d’Europa. È arrivata in finale nelle ultime cinque edizioni della Champions League, vincendola tre volte e perdendola quest’anno contro l’Arsenal e nel 2022 contro il Lione, la squadra più forte prima che arrivasse il Barcellona. Il fatto che molte giocatrici della Spagna giochino insieme anche durante il campionato le rende affiatate in campo e questa sintonia si vede poi anche nelle partite della nazionale.

È dal 2015 che il Barcellona ha iniziato a investire in un progetto femminile strutturato, partendo dal fatto che molte delle giocatrici talentuose della prima squadra provengono direttamente dall’accademia giovanile chiamata Masia, dalla quale sono usciti anche molti dei migliori calciatori al mondo (Lionel Messi, Andrés Iniesta, Xavi e, di recente, Lamine Yamal). La creazione della sezione femminile e i grossi investimenti sono stati uno dei momenti più importanti per il cambio di velocità nello sviluppo del calcio femminile in Spagna: qui vengono portate e fatte migliorare le giovani calciatrici con più talento da varie parti della Spagna e del mondo. Anche Aitana Bonmatí e Alexia Putellas ci sono passate.

Dopo aver saltato gli scorsi Europei a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio poche ore prima dell’esordio, nelle due partite contro Belgio e Portogallo, Putellas ha segnato tre gol. È una centrocampista molto offensiva, capace di mettere le sue compagne in condizione di fare gol con precisi passaggi filtranti (cioè quelli fatti in verticale, che passano tra diverse giocatrici avversarie). È una calciatrice creativa e divertente da veder giocare, abile nei cambi di velocità, nel dribbling e nei tiri da fuori area. È anche una leader in campo, una di quelle giocatrici che quando serve ha il carattere e la tecnica per risolvere situazioni di difficoltà per tutta la squadra.

Anche Aitana Bonmatí è una centrocampista estremamente dotata da un punto di vista tecnico e di sapienza tattica. È eccezionale nell’organizzare il gioco della squadra e, quando la Spagna riparte in attacco, molto spesso è proprio da un suo passaggio o da un suo dribbling che si sviluppano le azioni. La visione di gioco di Bonmatí la porta spesso a fare passaggi molti difficili alle compagne: è capace di trovare spazi con passaggi filtranti dagli angoli stretti e spesso riesce a mettere le sue compagne di squadra in un’ottima posizione per tirare in porta. È anche molto agile e rapida, e capace di segnare lei stessa parecchi gol.

4 minuti di Aitana Bonmatí che fa cose strabilianti

Sono due calciatrici contemporanee proprio perché capaci di fare molto di più rispetto a quello che il loro ruolo in teoria comporta, ma oltre a loro la Spagna ne ha tante altre di altissimo livello. La portiera Cata Coll, anche lei del Barcellona, è una delle più complete al mondo nel suo ruolo. Prima di diventare portiera è stata per molto tempo una difensora centrale e per questo motivo è una portiera molto a suo agio nel giocare la palla con i piedi e nell’uscire molto al di fuori della sua area, caratteristiche importanti per una portiera moderna e per le squadre che vogliono giocare un ambizioso calcio di possesso. Persino le calciatrici considerate riserve sono molto forti ed è probabile che giocherebbero titolari in quasi tutte le altre nazionali.

L’esperienza internazionale maturata da queste giocatrici e il fatto, come detto, che la maggior parte della formazione titolare giochi insieme nel club del Barcellona, rende la Spagna una squadra con uno stile di gioco consolidato e ambizioso, che punta a dominare ogni partita soprattutto grazie alla capacità di tenere palla e passarla rapidamente da una giocatrice all’altra. Con un centrocampo così dotato di talento, soprattutto in fase offensiva la squadra è velocissima a creare azioni d’attacco.

La 21enne spagnola del Barcellona Salma Paralluelo, attaccante rapida e imprevedibile (Marcio Machado/Eurasia Sport Images/Getty Images)

Sia contro il Portogallo che contro il Belgio, la Spagna ha tenuto la palla per grandissima parte del tempo: contro il Portogallo per il 70 per cento della partita. Già dopo novanta secondi Esther González, attaccante della Spagna che gioca nel club statunitense Gotham FC, aveva segnato il primo gol, seguito pochi minuti dopo dalla rete di Vicky López, giocatrice del Barcellona appena diciottenne e considerata una delle più promettenti del calcio spagnolo. La partita con il Belgio è stata almeno inizialmente più combattuta. Prima che le spagnole prendessero il largo verso il 6-2, il Belgio era riuscito a riportare la partita in pareggio per due volte. Alla fine però la distanza tra le due squadre è venuta fuori nel secondo tempo.

Sul Guardian comunque l’esperta Sophie Downey ha sostenuto che, nonostante a questi Europei la Spagna sia sembrata inarrestabile, «ci sono dei modi per batterla». Il punto debole delle spagnole potrebbe essere la difesa, che soprattutto nella gara contro il Belgio ha mostrato di non essere sempre perfettamente organizzata. Irene Paredes, difensora anche lei del Barcellona, può essere messa in difficoltà se fronteggiata nell’uno contro uno da attaccanti che arrivino in velocità in contropiede. L’Italia potrebbe avere in Cristiana Girelli questo tipo di attaccante, fisica e difficile da marcare.

Per evitare che il centrocampo e l’attacco della Spagna segnino così tanto, invece, l’Italia dovrà cercare di tenere le sue calciatrici fuori dall’area, difendendo con attenzione e costringendola piuttosto a tirare da fuori area. Gli ultimi due precedenti sono incoraggianti per l’Italia: nel dicembre del 2023 vinse 3-2 in trasferta contro la Spagna in Nations League e nell’ottobre del 2024 pareggiò 1-1 in amichevole. Erano contesti meno rilevanti, ma sono un buon punto di partenza.