Ultimatum, suggestioni e «here we go»
Guida pratica al calciomercatese, la lingua a parte che permette di dire tutto e non dire niente

Luglio e agosto sono i mesi in cui tifose e tifosi di calcio possono fantasticare: la stagione deve ancora cominciare ed il calcio giocato è fatto perlopiù di partite amichevoli. Buona parte delle attenzioni si focalizza quindi sul calciomercato, inteso come l’acquisto e la vendita di giocatori da parte delle squadre. I discorsi sul calciomercato sono spesso basati sul nulla o comunque sul poco-di-concreto, visto che la maggior parte delle “trattative” alla fine non si concretizza, ma questo non impedisce a chi se ne interessa di volerne parlare e di cercare informazioni (più o meno attendibili) su chi sta tentando di comprare la propria squadra, o su come si inserirebbe un determinato giocatore.
In estate, di conseguenza, si affollano le trasmissioni televisive, gli articoli e le dirette social sul calciomercato. E, in particolare negli ultimi anni, i profili social degli “esperti” (o sedicenti tali) vengono consultati di continuo alla ricerca di qualche notizia: non serve per forza che sia vera, basta che dia speranza e alimenti qualche chiacchiera.
Tutti questi discorsi sono fatti in una lingua che non esiste altrove. Se già i giornali e i media utilizzano con abitudine espressioni retoriche e frasi fatte, il linguaggio del calciomercato ha una sua artificiosità ancor più specifica, seppur largamente condivisa. Chi si informa sul calciomercato conosce le regole d’ingaggio, sa distinguere una “idea” da una “suggestione”, e capisce quanto nefaste siano le sorti di una trattativa quando “la pista si raffredda” o quando un calciatore “si allontana”.
In un articolo approfondito e divertente dedicato al tema, il “Dizionario del calciomercato” pubblicato da Ultimo Uomo, Emanuele Atturo ha scritto che «è un linguaggio opaco, perché opaco è il mondo che vuole descrivere: quello vago e lattiginoso del calciomercato, il regno dell’immaginario calcistico per eccellenza». Atturo ha raccolto una trentina di termini ed espressioni idiomatiche legate al calciomercato, cercando di spiegarne (in modo sarcastico e divertito) le sfumature, le differenze, i tic. L’articolo era del 2022, ma rimane decisamente attuale visto che aprendo i principali siti che parlano di calciomercato, lunedì 8 luglio si leggevano i seguenti titoli (alcuni dei quali contenenti formule spiegate da Atturo):
–Milan, parte la caccia al centravanti: spunta l’idea Boniface
–Juventus, la trattativa per Sancho può decollare
–Napoli, traffico sulle fasce: avanti tutta per Juanlu, vive le piste Ndoye, Zhegrova e Chiesa
–Inter, ultimatum a Calha: si aspetta una mossa da Istanbul. E per Ederson la chiave… è Ancelotti
–Inserimento del Milan per Lucca: il Napoli non ha ancora chiuso
–Napoli, nessun affondo su Vanja Milinkovic-Savic. Il Leeds chiede informazioni al Torino

Calciomercato.com la mattina del 10 luglio 2025
Sono almeno trent’anni che in Italia si parla in questi termini di calciomercato, anche se di recente si sono aggiunte alcune espressioni nate sui social. «Here we go», con la quale l’esperto di calciomercato Fabrizio Romano anticipa la chiusura di una trattativa (spesso seguita da «Done deal», affare fatto), è senza dubbio la più celebre, tanto da aver talvolta sconfinato in altri ambiti.
Qualche anno fa, provando a spiegare perché si sia affermato questo linguaggio, Esquire scriveva che la cronaca dei trasferimenti ha l’obiettivo di coinvolgere più persone possibili, e per riuscirci «deve utilizzare una logica tutta sua. Non deve affermare, ma suggerire», e per questo utilizza termini altisonanti ed evocativi, che magari c’entrano poco con il calcio. Soprattutto, si leggeva, «chi racconta i trasferimenti deve trovare un espediente narrativo in grado di generare suspense, capace di giustificare un flusso continuo di aggiornamenti. Per questo il calciomercato è diventato una spy-story da scrivere non come un film, ma come una serie tv». Non a caso gli affari di calciomercato che vanno per le lunghe, magari con varie squadre e giocatori coinvolti, vengono definiti “telenovele”.
La situazione che riguarda il difensore del Parma Giovanni Leoni ha parecchie caratteristiche per essere considerata una delle telenovele di quest’estate, per esempio. Leoni è un calciatore giovane e promettente, quindi anche abbastanza costoso; le squadre che vogliono comprarlo sono forti e rivali (l’Inter e il Milan), ed entrambe stanno cercando un modo per prenderlo prima dell’altra, ma devono trattare sul prezzo con il Parma. Anche se per ora pare non sia successo niente di concreto, da quasi un mese il più letto quotidiano sportivo italiano, La Gazzetta dello Sport, sta dando costanti aggiornamenti ai suoi lettori, con tutto il campionario di calciomercatese:
-16 giugno: Allegri si muove per Leoni: derby Milan-Inter per il gioiello del Parma
-16 giugno: Acerbi in dubbio e mirino su Leoni: come l’Inter punta a “guadagnare” più di 30 anni
-17 giugno: Per Leoni è derby tra Milan e Inter: ecco dove andrà secondo le quote
-20 giugno: Milan-Leoni, perché si può: Colombo nell’offerta e fattore Allegri per battere Juve e Inter
-30 giugno: Inter, un mercato da 100 milioni! Dopo Bonny, sprint per Leoni. I dettagli
-1 luglio: Leoni, è derby! Le strategie di Inter e Milan per il centrale del Parma
-2 luglio: Milan in pressing per Retegui. E per Leoni c’è un’idea: la chiave può essere Liberali
-5 luglio: Inter, il piano di Marotta: 35 milioni da Bisseck e poi assalto a Leoni
-8 luglio: Tare rifà il Milan. Non solo Jashari: Doué-Gutierrez in fascia, Vlahovic per i gol, e su Leoni…
-9 luglio: Inter, Calhanoglu per ora non si muove. E si punta tutto su Leoni

Giovanni Leoni, 18 anni (MB Media/Getty Images)
L’obiettivo di questo flusso di notizie all’apparenza simili tra loro è, probabilmente, quello di tenere agganciati i lettori. Quando si scrivono così tante cose sullo stesso argomento, diventa inevitabile una certa pigrizia nel linguaggio: si arriva così alle formule preconfezionate e all’utilizzo di parole allusive, definitive e spesso provenienti da altri contesti come “caccia”, “affondo” o “ultimatum”.
Succede un po’ in tutti gli ambiti di cui si occupa il giornalismo, e succede a maggior ragione per un tema futile e fumoso – eppure per molti appassionante – come il calciomercato. «Mancando qualsiasi legame fattuale e/o tangibile con l’oggetto della discussione, l’utilizzo allegorico di parole semplici, chiare e di facile impatto può aiutare il pubblico di riferimento a sentirsi maggiormente coinvolto», scriveva un po’ di anni fa Rivista Undici.
Accade in particolare a quei siti – come TuttoMercatoWeb o Calciomercato.com – che parlano solo, o quasi, di calciomercato e che quindi puntano molto sulla quantità, pubblicando centinaia di articoli al giorno per coprire più squadre possibile e per dare conto di ogni minimo aggiornamento nelle trattative.
In un altro pezzo di Rivista Undici intitolato “La letteratura del calciomercato”, Davide Coppo si interrogava sul lavoro delle redazioni calcistiche in estate. «Certamente c’è uno sparuto gruppo di addetti ai lavori che, incessantemente, fa del giornalismo investigativo: fonti anonime, giornate passate al telefono, e via dicendo. Ma dev’esserci anche chi fa a meno di questi accorgimenti professionali», scriveva. «Mi ha ad esempio sempre fatto insospettire, nello stanco e stretto vocabolario giornalistese dei grandi quotidiani sportivi, la parola “suggestione”: solitamente accompagna le notizie di calciomercato più strambe e instabili. Quando leggo titoli come “Inter, suggestione Iniesta”, insomma, mi sembra che la suggestione sia esclusivamente quella di chi scrive».

TuttoMercatoWeb tra le 16 e le 17 del 9 luglio 2025
Rispetto a qualche anno fa, per il calciomercato, sono cambiate alcune cose. Le squadre italiane hanno meno disponibilità economica e un potere d’acquisto molto inferiore rispetto a quelle di campionati come la Premier League o la Saudi Pro League. Vent’anni fa, per dire, Milan e Inter si contendevano Alessandro Nesta (uno dei migliori difensori della sua generazione); oggi si contendono Giovanni Leoni (che sembra piuttosto promettente, ma ha ancora solo 18 anni e ha giocato meno di 20 partite in Serie A).
Tra gli anni Novanta e i primi Duemila quasi tutti i migliori calciatori al mondo giocavano in Serie A, e quindi le notizie di calciomercato erano in genere più grosse. Oggi invece per acquistare nuovi calciatori le squadre italiane fanno operazioni economiche complesse e fantasiose, spesso per non dover pagare tutto e subito, e sono costrette a cessioni importanti per “sistemare il bilancio”. Lettori e spettatori sono diventati quindi avvezzi a formule come “bonus”, “plusvalenze”, “player trading”, “parametro zero”, “prestito con diritto di riscatto”.
Una volta, inoltre, le notizie erano meno: le squadre potevano fare e facevano meno acquisti e il calciomercato riguardava solo i mesi estivi e gennaio (storicamente dedicato alla sessione invernale). Oggi di calciomercato si parla tutto l’anno, un po’ perché c’è sempre interesse, un po’ perché tra contratti in scadenza e altre esigenze le squadre “si muovono sempre sul mercato”. Di recente peraltro, in occasione del Mondiale per club, è stata aperta un’ulteriore sessione di mercato a inizio giugno, per consentire alle squadre partecipanti di far giocare i nuovi acquisti nel torneo.
L’altra grossa novità degli ultimi anni sono i social, che hanno modificato sia come vengono fruite le notizie, sia come vengono raccontate. Fabrizio Romano non ha nemmeno un suo sito, eppure i suoi canali social hanno milioni di follower. Ci sono decine di canali Twitch e YouTube che parlano solo di calciomercato e gli esperti legati a redazioni sportive danno le notizie prima sui loro canali social personali, a volte mandando frecciate agli altri esperti (e competitor) per come hanno gestito le notizie, o vantandosi in modo più o meno velato di esserci arrivati prima.
Nel mondo un po’ morboso del calciomercato, inoltre, i social sono diventati anche uno strumento attivo, una fonte di notizie, anche se indiretta, con gli “indizi social”. Basta che un calciatore metta un like al post di una squadra, oppure inizi a seguire un profilo legato a un determinato club, che subito nascono decine di supposizioni. Osimhen vuole solo il Galatasaray! Chiaro indizio social del nigeriano, video con la figlia sul coro Cimbom, titolava di recente CalcioNapoli24, ipotizzando che la decisione dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen di pubblicare un video in cui canta un coro dei tifosi del Galatasaray fosse un’indicazione chiara sulla sua volontà di continuare a giocare nella squadra turca del Galatasaray. Wesley, indizio social di calciomercato? Arriva il like a un post della Roma scrive Romanews.eu alimentando le speranze dei tifosi della Roma per il possibile acquisto del terzino brasiliano del Flamengo Wesley França.
La ricerca degli “indizi social” si fa da anni, ormai. Già nel 2017 Linkiesta scriveva che «il calciomercato è una macchina che può fruttare, ma che va alimentata sempre. Ci si spinge di più, sino a limiti che voi umani non potete immaginare: l’ultimo è quello dei like su Instagram. “Il giocatore ha messo un cuoricino al profilo IG del Manchester United: un segnale?” è il trend che si sta imponendo negli ultimi mesi. E spunta [!] almeno una volta al giorno una notizia del genere, utile a tenere viva la nostra voglia di calciomercato anche quando la sessione non è aperta, perché uno sui social ci va sempre».



