La Champions League nella sua fase «l’importante è partecipare»
Sembrano amichevoli estive tra squadre improbabili, e invece è il torneo di calcio più prestigioso al mondo

Mentre negli Stati Uniti ancora deve finire il Mondiale per club, nella città finlandese di Kuopio inizia oggi, 8 luglio, l’edizione 2025/26 della Champions League maschile di calcio. Alle 17 il KuPS di Kuopio gioca contro la squadra moldava Milsami Orhei in una delle 14 partite del primo turno di qualificazione del torneo, che si concluderà con la finale del 30 maggio 2026. Quella della passata stagione, vinta dal Paris Saint-Germain e persa dall’Inter, si è giocata giusto 38 giorni fa.
È piuttosto irrealistico che una delle squadre impegnate in questo primo turno possa arrivare a quella finale, e per ognuna sarebbe già un grandissimo risultato arrivare al termine di questa fase di qualificazione, il cui scopo è trovare sette squadre che si vadano ad aggiungere alle 29 (tra cui Inter, Juventus, Atalanta e Napoli) già qualificate per la fase campionato di Champions League, che dall’anno scorso ha sostituito la fase a gironi e a cui accedono le migliori squadre dei principali campionati europei.
Tutto questo serve per garantire che ogni squadra vincitrice di un campionato affiliato all’UEFA (la federazione che gestisce il calcio in Europa) possa giocarsi le sue possibilità in Champions League, la più importante competizione europea per squadre di club. Se per i campionati più importanti si qualificano infatti più squadre (non solo quella vincitrice del campionato), per quelli più piccoli se ne qualifica solo una. Nel primo turno, che inizia oggi, giocano quindi 28 squadre vincitrici dei rispettivi campionati nazionali, i meno importanti d’Europa: tra gli altri, quelli di Kosovo e Galles, Gibilterra e Lussemburgo, isole Faroe e San Marino.
Questo primo turno è senz’altro qualcosa di folkloristico e un po’ bizzarro, con partite in stadi piccoli e non granché attrezzati, e partite giocate senza che nemmeno sia suonato il noto inno della Champions League, oltre che senza i palloni ufficiali della competizione. Ma al contempo è anche un minimo spazio di resistenza della tradizione (la “Coppa dei Campioni” nasceva come coppa a cui partecipava solo chi aveva vinto il proprio campionato) all’interno di un torneo sempre più imponente e ricco; un piccolo spiraglio di quello che qualcuno definirebbe “vero calcio” e che BBC Sport ha presentato come «la Champions League nella sua forma più pura».
Le federazioni nazionali affiliate all’UEFA sono 55. Tolti il Liechtenstein (che non ha un proprio campionato) e la Russia (al momento esclusa dalle competizioni UEFA), ne restano 53, la maggior parte delle quali ha un solo posto per la Champions League.
La fase campionato, quella con 36 squadre, inizierà il 16 settembre. Da oggi fino a fine agosto ci saranno invece tre turni preliminari seguiti da un turno di play-off, ognuno con partite di andata e ritorno così che ogni squadra abbia modo di giocare una delle due in casa, nel suo stadio e con il suo pubblico. Mentre le squadre delle federazioni con il coefficiente più basso iniziano dal primo turno, altre – quelle dei campionati di livello un po’ più alto – hanno il vantaggio di iniziare da turni successivi. Qualche esempio: la Dinamo Kiev inizierà dal secondo turno preliminare (dove incontrerà una delle vincenti del primo), e altre squadre – tra cui Nizza, Benfica, Celtic o Basilea – entreranno nel terzo o addirittura ai play-off (l’ultima fase prima del girone).
In tutti questi turni subentreranno varie complicazioni di regolamento e incastri tra squadre. Chi perderà finirà in molti casi nei preliminari di Europa League o Conference League (la seconda e la terza coppa del calcio europeo per importanza); dal secondo turno preliminare di Champions League c’è un percorso parallelo per le squadre qualificate senza aver vinto il loro campionato (l’UEFA parla di “percorso campioni” e “percorso piazzate”), e perché – infine – certi incroci tra squadre di determinati paesi sono vietati. Tra le altre, non possono incrociarsi una squadra ucraina e una bielorussa, una armena con una azera, una del Kosovo con una bosniaca.
Insomma, il regolamento è astruso ma la notizia è che la Champions sta per iniziare, con un totale di 53 squadre (28 delle quali in campo sin da subito) che si giocheranno sette posti per la fase a gironi. Per chi inizia dal primo turno, già solo arrivare al girone di Champions vorrebbe dire giocare otto partite e superare quattro turni di qualificazione. Se una squadra dovesse completare tutto il percorso da questo turno fino alla finale di Champions del 30 maggio 2026 giocherebbe, in una sola stagione, 25 partite di Champions League.
Come ha ricordato BBC Sport, è raro che una squadra riesca anche solo ad arrivare dal primo turno alla fase a gironi: dal 2005 in poi ci sono riuscite solo in dieci, l’ultima delle quali fu, l’anno scorso, lo Slovan Bratislava, che poi finì al 35° posto (su 36) del girone unico perdendo otto partite su otto (ma giocando in totale, compresi i preliminari, 16 partite: una in più dell’Inter).
Tra le squadre del primo turno quella peggio classificata nel ranking UEFA è l’A.C. Virtus, vincitrice del campionato di San Marino (oltre che del “triplete” sammarinese, cioè la vittoria di campionato, coppa e supercoppa di San Marino). Come capita spesso quando si parla di calcio sammarinese la squadra è tutta composta da calciatori non professionisti: un anno fa, nel primo turno preliminare giocato contro l’FCSB (la squadra nota ai più come Steaua Bucarest), subì 11 gol in due partite, segnandone però uno nella partita di andata. Quest’anno la Virtus giocherà contro i campioni bosniaci dello Zrinjski Mostar. «Ci aspettano due gare difficili» ha detto Matteo Guiducci, direttore sportivo della Virtus, dopo il sorteggio: «Le squadre dell’est giocano un calcio molto fisico. Nei prossimi giorni inizieremo a studiarli e a vedere quali sono le loro caratteristiche principali».
In questo primo turno, tra le squadre con la storia più peculiare ci sono anche una squadra per metà inglese che gioca nel campionato gallese e una squadra armena che deve il suo nome a un personaggio biblico.
La squadra gallese è il The New Saints (nome completo: The New Saints of Oswestry Town & Llansantffraid Football Club), che ha sede a Oswestry, in Inghilterra. Come si intuisce dalla “&” presente nel nome completo, i The New Saints sono nati nel 2003 dalla fusione di due squadre, una inglese e una gallese. Anche il nome ha una storia peculiare: all’inizio era “Total Network Solutions” per questioni di sponsor, ma poi, cambiata la proprietà dell’azienda sponsorizzante, divenne “The New Saints” (i nuovi santi) per poter mantenere l’acronimo TNS. Nel 2024 la squadra giocò contro la Fiorentina in Conference League, mentre in questo primo turno di Champions League gioca contro i macedoni del Shkëndija.
Sempre nel primo turno, i montenegrini del Budućnost dovranno vedersela con la squadra armena FC Noah, l’unica squadra di questo turno preliminare a non averne mai giocato uno prima. Fondata nel 2017, negli ultimi anni ha già cambiato più volte gestione: l’attuale proprietario, l’imprenditore Vardges Vardanyan, ha investito molto per rilanciarla, e dice che nell’impresa lo sta consigliando il suo amico ed ex calciatore Luís Figo. Si chiama così per via di Noè, la cui arca – secondo l’Antico Testamento – si arenò sulle montagne dell’attuale Turchia orientale, non lontano dalla città armena di Yerevan, dove ha sede la squadra.
È comunque difficile che questo inizio di Champions League abbia un incrocio più sentito rispetto a quello tra Shelbourne e Linfield: sono le squadre che hanno vinto i campionati dell’Irlanda e dell’Irlanda del Nord.
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