Giocare a calcio negli Stati Uniti d’estate non è una grande idea
Fa caldissimo e per i fulmini sei partite del Mondiale per club sono state sospese: sarà un problema anche ai Mondiali del 2026

La partita del Mondiale per club di calcio tra Chelsea e Benfica giocata sabato scorso a Orlando, in Florida, è cominciata alle 16 ed è finita alle 20:38. In mezzo c’è stata una pausa di quasi due ore, cominciata all’ottantaseiesimo minuto, a causa di un allarme per un temporale con possibili fulmini. È la sesta partita che viene sospesa per ragioni di meteo dall’inizio del torneo, che si sta giocando negli Stati Uniti in condizioni climatiche abbastanza proibitive, tra caldo estremo e tempeste; anche il regolare svolgimento della partita di lunedì sera tra Inter e Fluminense potrebbe essere a rischio a causa dell’allerta fulmini.
Alla fine della partita contro il Benfica l’allenatore del Chelsea Enzo Maresca, che già giorni prima aveva definito «impossibile» allenarsi nel caldo della Florida, ha detto: «È una barzelletta, non è calcio. Capisco che per motivi di sicurezza si sospenda una partita. Ma se ne sospendono sette, otto, significa che non è il posto giusto per fare questo torneo».
Per la FIFA è una situazione preoccupante non tanto per il Mondiale per club, quanto piuttosto per i prossimi Mondiali per nazionali, un evento molto più grosso e rilevante, che si terranno l’estate prossima tra Stati Uniti, Messico e Canada. Parlando dei problemi di questi giorni, il Wall Street Journal ha cominciato a chiedersi se gli Stati Uniti non rischino di essere «un pessimo paese ospitante» l’anno prossimo.
Forbes ha messo insieme le varie implicazioni di queste pause forzate, che potrebbero influire negativamente sulla permanenza degli spettatori negli stadi, sulla trasmissione per un pubblico più ampio e sulla programmazione, oltre a comportare rischi per la salute fisica e cali di concentrazione tra giocatori e addetti ai lavori. Maresca, e altri allenatori e giocatori prima di lui, facevano notare quanto problematico sia smettere di giocare per una o due ore e poi riprendere (il Chelsea ha subìto il gol del pareggio nei pochi minuti rimanenti, poi ha vinto ai supplementari).
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L’annuncio della sospensione della partita tra Benfica e Auckland City, quella con l’interruzione più lunga finora: due ore e mezza (Alex Livesey – FIFA/FIFA via Getty Images)
Per il momento le sospensioni sono avvenute a Cincinnati, Nashville, Orlando, Charlotte e New York, e solo quest’ultima ospiterà partite ai prossimi Mondiali, tra le quali la finale, al MetLife Stadium. Di fatto però quasi tutte le città americane ospitanti potrebbero avere condizioni inospitali per una partita di calcio l’estate prossima: oltre a New York, ci sono Los Angeles, San Francisco, Kansas City, Dallas, Houston, Filadelfia, Boston, Atlanta e Miami. Lo ha spiegato a The Athletic il climatologo Benjamin Schott, che per conto del Servizio meteorologico nazionale lavora con la FIFA e il comitato olimpico alla gestione del clima per i Mondiali del 2026 e le Olimpiadi del 2028, che saranno sempre negli Stati Uniti.
La ragione principale delle interruzioni sono stati i fulmini. Il protocollo per gli eventi sportivi all’aperto negli Stati Uniti è piuttosto severo: prevede di sospendere di almeno mezz’ora una partita (e di evacuare le tribune) se sono stati rilevati fulmini nel raggio di 10 miglia (circa 16 chilometri), e se viene rilevato un altro fulmine, il conteggio riparte. Durante Chelsea-Benfica alla fine non è nemmeno piovuto, ma gli organizzatori hanno dovuto comunque aspettare quasi due ore prima di permettere la ripresa della partita.
In questo periodo le tempeste con fulmini sono frequenti negli Stati Uniti e, come le ondate di calore, sono diventate sempre più abituali e intense a causa del cambiamento climatico. L’unico sport che a livello professionistico si gioca in estate all’aperto è il baseball, spesso in stadi coperti, ma è uno sport che di per sé tende ad avere lunghe pause. Solo 4 degli 11 stadi statunitensi per i Mondiali del 2026 hanno una copertura retrattile, che comunque richiede soldi e programmazione per essere attivata: per gli altri non si potrà far molto, se non cambiare protocollo (è improbabile che accadrà, per ragioni di sicurezza).
Interruzioni così lunghe sono problematiche non solo per ragioni sportive, ma anche per le televisioni che trasmettono le partite e per gli spettatori che le guardano, allo stadio o in tv, con conseguenze sulla raccolta pubblicitaria. Forbes scrive che «i ritardi possono costringere le emittenti a riorganizzare le trasmissioni o perdere spazi pubblicitari. Interruzioni ripetute e costanti delle partite, come quelle osservate durante il Mondiale per club, potrebbero compromettere la soddisfazione degli spettatori, il valore degli inserzionisti e portare a una riduzione di valore dei diritti televisivi negli eventi futuri a causa del rischio percepito».

Bernardo Silva sotto la pioggia durante Manchester City-Juventus (Eston Parker/ISI Photos/ISI Photos via Getty Images)
Il caldo per ora non ha causato sospensioni: in molte partite sono stati fatti i cosiddetti cooling break, le due brevi pause, una per tempo, che consentono ai calciatori di bere e riposarsi un po’. È però forse ancor più preoccupante delle tempeste, perché condiziona la qualità degli allenamenti e del gioco, quella dei campi (in molti si sono già lamentati delle pessime condizioni dell’erba) e può essere pericoloso per la salute di giocatori e tifosi. Non è una cosa nuova, perché prima degli scorsi Mondiali in Qatar, che proprio per questo furono organizzati in inverno, quelli giocati negli Stati Uniti nel 1994 furono i più caldi di sempre (considerando la temperatura media). Ci si attende che ai prossimi andrà anche peggio.
La finale del 1994 tra Italia e Brasile si giocò per ragioni di fuso orario alle 12:30 a Pasadena (Los Angeles): c’erano 36 gradi e un’umidità elevatissima, circostanze che resero la partita tutt’altro che brillante. Paris Saint-Germain contro Atlético Madrid, disputata in questo Mondiale per club sempre al Rose Bowl di Pasadena e a mezzogiorno, ha avuto condizioni ancora peggiori: c’erano quasi quaranta gradi con il 60 per cento di umidità, e i protagonisti hanno detto che era proprio complicato giocare. A Los Angeles si terranno anche le Olimpiadi del 2028, ad agosto: farà molto, molto caldo. Per i Mondiali del 2026 non sono ancora stati definiti gli orari, ma è probabile che, per consentire alle televisioni di trasmettere più partite possibili, alcune saranno organizzate di giorno.



