Un altro oppositore di Orbán che si sta facendo notare
È il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, che il governo ungherese ha minacciato di arrestare per avere autorizzato il Pride in città

Sabato 28 giugno a Budapest dovrebbe svolgersi il Pride — la marcia a sostegno dei diritti delle persone LGBT+ — nonostante inizialmente la polizia nazionale non lo abbia autorizzato sulla base di una legge approvata dal parlamento ungherese in primavera. Il sindaco della città, Gergely Karácsony, ha detto molto chiaramente che il Pride si terrà ugualmente, e ufficialmente è un evento del comune di Budapest: in questo modo, secondo Karácsony, si aggirerebbe la legge voluta fortemente dal governo semi-autoritario di Viktor Orbán.
Il ministro della Giustizia ungherese, Bence Tuzson, ha anche minacciato Karácsony di finire in carcere per avere autorizzato la manifestazione.
Karácsony ha 50 anni ed è stato eletto sindaco di Budapest per due volte, nel 2019 e poi nuovamente l’anno scorso, quando ha vinto le elezioni per poche centinaia di voti. Appartiene al partito Dialogo per l’Ungheria (Párbeszéd Magyarországért, PM), un partito di centrosinistra ed ecologista affiliato ai Verdi a livello europeo: nonostante PM sia un partito piuttosto piccolo, in questi anni Karácsony è riuscito a diventare uno dei politici progressisti più noti del paese.
Karácsony ha posizioni molto critiche nei confronti di Orbán e dal suo partito, Fidesz, che promuovono politiche autoritarie, euroscettiche e molto conservatrici. «Le grandi città hanno una popolazione molto variegata, e sono la casa di ogni genere di persone», ha detto recentemente Karácsony, spiegando la sua scelta di sostenere il Pride, e aggiungendo che più in generale è necessario difendere «i valori che stanno alla base dell’Unione Europea».
Non è la prima volta che Karácsony mostra di avere posizioni molto distanti dal governo: tra le altre cose, partecipa regolarmente a eventi della comunità LGBT+, e si è espresso più volte a sostegno dell’Ucraina contro l’invasione russa e a favore dell’accoglienza dei rifugiati ucraini in Ungheria (Orbán, invece, è noto per avere posizioni molto filorusse e ostili nei confronti dei rifugiati). All’ingresso del municipio ha esposto una bandiera ucraina e una arcobaleno: un gesto simbolico raro in Ungheria, dove il governo sostiene politiche omofobe e discriminatorie da anni e la vita per le persone che appartengono alla comunità LGBT+ è assai più complicata che in altri paesi europei.
Per protestare contro la decisione del governo di aprire il campus di una importante università cinese a Budapest, nel 2021 Karácsony decise di cambiare il nome a diverse vie della capitale, per ricordare la mancanza di libertà di espressione in Cina.
«Chiunque abbia perso la propria bussola morale dovrebbe venire a Kiev o a Bucha e guardare negli occhi i sopravvissuti, gli amici e i parenti delle vittime. Questa non è una guerra tra Ucraina e Russia. Questa è una guerra tra il bene e il male», ha scritto Karácsony durante una recente visita in Ucraina, usando toni molto diversi rispetto a quelli usati abitualmente da Orbán
Durante i mandati come sindaco di Budapest, Karácsony si è poi scontrato spesso con il governo su questioni concrete. Per esempio nei mesi scorsi si è opposto a un grosso e controverso progetto che il governo aveva concordato con un’azienda degli Emirati Arabi Uniti per lo sviluppo edilizio di un quartiere di Budapest. L’amministrazione comunale è riuscita a bloccarlo dopo aver acquistato parte dei terreni che sarebbero stati interessati dal piano.

Gergely Karácsony durante un discorso, nel 2023 (foto tratta dalla sua pagina Facebook)
La questione probabilmente più importante riguarda però le difficoltà finanziarie di Budapest, che sono anche in parte dovute ad alcune politiche decise dal governo. Negli ultimi anni il governo ha infatti approvato diverse riforme alle norme che regolano il finanziamento delle amministrazioni locali, riducendo le entrate di cui dispongono.
Soprattutto ha aumentato molto la cosiddetta «tassa di solidarietà», un meccanismo che prevede che parte delle entrate delle città più ricche, quindi soprattutto Budapest, venga destinata a quelle più povere. È una misura anche di natura politica: come quasi tutte le capitali europee, Budapest è molto più a sinistra rispetto al resto del paese, e i consensi di Fidesz in città sono assai più bassi che altrove. Secondo Karácsony questa misura ha creato grossi problemi al bilancio cittadino. A inizio giugno Karácsony aveva deciso di fermare per dieci minuti i mezzi di trasporto gestiti dall’impresa di trasporti comunale, BKK, per protestare contro queste politiche del governo.
Secondo i suoi critici, durante il periodo trascorso come sindaco, Karácsony è sembrato interessarsi più alla politica nazionale e allo scontro con il governo di Orbán, che alle questioni concrete dell’amministrazione della città. Nel 2021 ha partecipato anche alle primarie organizzate dai partiti dell’opposizione per nominare un candidato comune per le elezioni parlamentari del 2022, senza successo.
Le prossime elezioni parlamentari sono previste nel 2026. Per ora Karácsony ha detto di non essere interessato a candidarsi. In un’intervista recente ha detto che è più interessato a sostenere la candidatura di Peter Magyar, un ex alleato di Orbán che nell’ultimo anno ne è diventato il principale oppositore: al momento il partito di Magyar, TISZA (Rispetto e Libertà), è primo nei sondaggi. «Scommetto che l’anno prossimo Fidesz perderà le elezioni e TISZA formerà un nuovo governo. Questo è nell’interesse di Budapest, e quindi, come sindaco di Budapest, considero fondamentale che Magyar diventi primo ministro», ha detto di recente.



