Giorgia Meloni riuscirà a non spendere di più per la Difesa?
Un'anticipazione del numero di domani di Montecit., la newsletter politica del Post, che esce ogni venerdì

I nuovi obiettivi di spesa militare della NATO stanno generando tensioni e incomprensioni nel governo di Giorgia Meloni. L’Italia ha deciso infatti di spendere di più per la Difesa, aderendo alle nuove direttive della NATO, ma facendolo… all’italiana: e cioè con qualche trucco contabile, con un po’ di approssimazione, e con la speranza di ottenere «flessibilità» (cioè, detta in breve, di venire meno agli impegni sottoscritti). Per Meloni è un compromesso obbligato: deve accontentare il suo alleato prediletto, Donald Trump, ma stare attenta a non sfasciare il già disastrato bilancio dello Stato. Così quel 5 per cento in rapporto al PIL che a metà febbraio il ministro della Difesa Guido Crosetto considerava «impossibile», mercoledì, al termine del vertice NATO all’Aia, la presidente del Consiglio lo ha descritto «sostenibile»: ecco, l’apparente inconciliabilità di queste due dichiarazioni è sanata proprio dalla natura fumosa del compromesso raggiunto.
Come tutti gli escamotage un po’ cervellotici, pure questo sulle spese militari ha delle controindicazioni, e infatti sta generando grosse tensioni nel governo: le potrete leggere spiegate bene su Montecit., la newsletter del Post sulla politica scritta da Valerio Valentini che uscirà domani. Su Montecit. scoprirete anche che Meloni ha deciso di allargare la squadra di governo: solo che per farlo deve modificare una legge che impone un numero massimo di ministri e sottosegretari, e cioè 65. E per questo è già stato predisposto un emendamento: due commi, una manciata di righe, un sottosegretario alle Minoranze linguistiche creato ex novo, un altro da assegnare con ogni probabilità al ministero dell’Economia, e circa 300mila euro di spesa all’anno in più. E poi su Montecit. troverete, come sempre, la parola da conoscere per sopravvivere alla settimana e un riassunto giorno per giorno di quel che è successo nel governo e in parlamento. E poi varie. Ed eventuali.
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