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  • Giovedì 26 giugno 2025

Faith Kipyegon non ce l’ha fatta a correre un miglio in meno di 4 minuti

Sarebbe stata la prima donna a riuscirci: il tentato record sarà comunque utile per migliorare il modo in cui si allenano le atlete

Faith Kipyegon alle Olimpiadi di Parigi del 2024 (AP Photo/David J. Phillip)
Faith Kipyegon alle Olimpiadi di Parigi del 2024 (AP Photo/David J. Phillip)
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Nessuna donna finora ha mai corso la distanza di un miglio (1.609 metri) in meno di 4 minuti. Giovedì sera ha provato a farlo la trentunenne keniana Faith Kipyegon, già detentrice del record mondiale sul miglio e sui 1.500 metri, ma ha concluso la corsa in 4:06,91. Il suo precedente miglior tempo era stato di 4:07,64, stabilito nel 2023, mentre il record maschile è 3:43,13. Nel caso in cui ci fosse riuscita, comunque, il tempo non sarebbe stato considerato valido dalla World Athletics, la federazione dell’atletica leggera, perché Kipyegon non ha partecipato a una gara ufficiale ma a un evento organizzato da Nike appositamente per farle battere il record.

Non è la prima volta che Nike fa cose del genere. Nel 2017 a Monza provò a far correre per la prima volta nella storia una maratona sotto le 2 ore al keniano Eliud Kipchoge (non ce la fece per 25 secondi, ma ci riuscì poi due anni dopo a Vienna, con un tempo anche in quell’occasione non omologato). Quell’evento si chiamava Breaking2; quello con Kipyegon, che si è svolto a Parigi alle 20 circa, Breaking4: Nike lo aveva definito un moonshot, un tentativo di raggiungere, metaforicamente, la Luna.

Kipyegon è una delle migliori mezzofondiste della storia: ha vinto la medaglia d’oro nei 1.500 metri, la distanza olimpica più vicina al miglio, in ciascuna delle ultime tre Olimpiadi.

Per battere il record dei quattro minuti ha avuto a disposizione per tutto il percorso delle “lepri”, o pacemaker, cioè corridori che tenevano un certo ritmo di corsa per una determinata frazione e le correvano intorno aiutandola a mantenere il giusto passo e a diminuire l’attrito del vento grazie alla loro “scia”. Nike ha fornito a Kipyegon l’abbigliamento migliore possibile: scarpe fatte su misura, una tuta da corsa e un reggiseno sportivo stampato in 3D, tutti studiati per massimizzare la performance.

Tre record mondiali battuti da Kipyegon (quello dei 5.000 è stato poi superato da Gudaf Tsegay)

Fare un miglio in meno di 4 minuti richiede enormi capacità aerobiche e di mantenimento dello sforzo. Nell’ultimo periodo Kipyegon si era allenata in Kenya sette giorni su sette: nel suo programma c’erano, tra le altre cose, una lunga corsa in solitaria la domenica, una lunga corsa di gruppo il giovedì, sessioni su pista il martedì e il sabato, ripetute da 300 metri in 43 secondi (a 2.500 metri di altitudine).

Anche se il tentativo di stabilire un nuovo record è fallito, iniziative come questa possono comunque essere utili al mondo dell’atletica leggera in generale. Un esperto sentito da The Athletic, Brad Wilkins, capo del team scientifico nel progetto Breaking2, ha spiegato che in questi casi si acquisiscono nuovi dati, strumenti e spunti utili per migliorare l’allenamento di tutte le atlete.

Wilkins ha raccontato che finora per le donne sono stati usati spesso metodi di allenamento uguali a quelli degli uomini, seppur con carichi diversi: un approccio sbagliato, secondo lui, perché ci sono differenze atletiche e fisiologiche. Per esempio «sappiamo che [le donne] resistono meglio alla fatica, che possono andare al massimo per periodi più lunghi degli uomini, ma che hanno meno potenza. Forse bisogna allenare quello, e non serve allenare così tanto la resistenza». Il senso sportivo di tentare nuovi record, che naturalmente per Nike hanno anche ragioni commerciali, sta più che altro in questo.

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