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  • Venerdì 20 giugno 2025

In Inghilterra e Galles sta per diventare legale la morte assistita

Con un voto storico e un margine risicato la legge è stata approvata dalla Camera dei Comuni

Un gruppo di manifestanti a favore della proposta di legge fuori dal parlamento, a Londra, il 20 giugno
Un gruppo di manifestanti a favore della proposta di legge fuori dal parlamento, a Londra, il 20 giugno (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)
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La Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico, ha approvato in terza e ultima lettura una proposta di legge per permettere e regolamentare la morte assistita, la pratica cioè con cui a determinate condizioni ci si può autosomministrare un farmaco letale (nota anche come suicidio assistito). La proposta era stata approvata in prima lettura lo scorso novembre e il voto di oggi è storico per il Regno Unito, dove non esiste un legge che regola questa pratica, a cui inizialmente potranno accedere persone residenti in Inghilterra e Galles.

La proposta passa ora alla Camera dei Lord, cioè la camera alta, che però ha un potere d’interdizione che col tempo si è assai ridotto: può proporre emendamenti alle leggi e al massimo rallentare la loro approvazione facendo ostruzionismo, ma non può bloccarle. Per questo, il voto della Camera dei Comuni di oggi era così atteso e importante.

I partiti maggiori avevano lasciato libertà di voto ai loro deputati, come spesso avviene per i temi sensibili dal punto di vista etico, e anche per questo l’approvazione della legge non era scontata. Alla fine è stata approvata con un margine risicato: 314 voti a favore e 291 contro.

Secondo un sondaggio YouGov, il 73 per cento delle persone era favorevole alla proposta di legge

Nonostante la legge fosse stata proposta da una deputata dei Laburisti, Kim Leadbeater, c’erano sensibilità diverse all’interno del partito, che ha una netta maggioranza parlamentare da quando un anno fa aveva stravinto le elezioni (controlla 403 seggi su 650). Ha votato a favore anche il primo ministro, Keir Starmer, ma non l’hanno fatto tutti i membri del suo governo.

Il dibattito è durato diverse ore e la proposta di legge è stata parzialmente emendata rispetto alla proposta di novembre. Secondo Leadbeater, però, questi emendamenti l’hanno rafforzata: in particolare hanno limitato la possibilità che in futuro non venga applicata in Galles, ridimensionando il potere di veto del governo locale, e nelle altre nazioni che fanno parte del Regno Unito (Scozia e Irlanda del Nord). Anche il parlamento scozzese sta discutendo una proposta sulla morte assistita, ma il processo di approvazione è più indietro.

Manifestanti, sia a favore sia contro la legge, fuori dal parlamento britannico, il 20 giugno a Londra

Manifestanti, sia a favore sia contro la legge, fuori dal parlamento britannico, il 20 giugno a Londra (James Willoughby/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

La proposta di legge prevede la possibilità di accedere alla morte assistita per persone con patologie terminali e con un’aspettativa di vita di meno di sei mesi: la persona che ne fa richiesta deve avere almeno 18 anni, essere considerata in grado di prendere decisioni libere e consapevoli e vivere in Inghilterra o nel Galles. Deve inoltre esprimere la volontà di morire in due dichiarazioni separate, che vanno firmate in presenza sia di un medico che di un altro testimone.

I requisiti della persona che fa richiesta di accesso alla morte assistita, così come la sua capacità di intendere, di volere e di prendere decisioni libere e consapevoli, vanno verificati da due medici separati. La richiesta deve poi essere esaminata anche da un giudice, che dovrà organizzare delle udienze sia coi medici che, se lo ritiene necessario, con la persona che ha fatto richiesta. Il giudice ha 14 giorni di tempo per decidere. Se la richiesta viene accolta, il medico deve reperire e prescrivere il farmaco letale: deve inoltre essere fisicamente presente quando il paziente se lo autosomministra, dichiarandone poi l’avvenuto decesso.

Il momento dell’approvazione della legge, senza particolari entusiasmi

Il principale emendamento votato oggi esclude dalla possibilità di accedere alla morte assistita persone che abbiano volontariamente smesso di nutrirsi, per evitare che possa farlo chi ha gravi disturbi alimentari: una possibilità che una precedente formulazione non chiariva.