Perché spesso d’estate sui treni o fa caldissimo o si congela

E qualche spiegazione a cui ripensare la prossima volta che vagherete di vagone in vagone cercando temperature meno estreme

Un treno Pop e un treno Rock alla stazione Porta Nuova di Torino (ANSA/JESSICA PASQUALON)
Un treno Pop e un treno Rock alla stazione Porta Nuova di Torino (ANSA/JESSICA PASQUALON)
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Fino a non molto tempo fa, prendere un treno regionale d’estate in Italia significava prima di tutto cercare un vagone in cui l’aria condizionata funzionasse a dovere. Ogni carrozza sembrava avere un microclima tutto suo, talvolta estremo, e una volta saliti a bordo bisognava trovare in fretta quello più tollerabile prima che tutti i posti venissero occupati.

Nelle giornate più calde le cose potevano andare anche peggio. In alcuni vagoni l’aria condizionata andava in avaria nei momenti di maggiore necessità, proprio perché l’impianto di climatizzazione non riusciva a sostenere il carico. «Ogni volta dovevamo trovare una soluzione originale per riavviare l’impianto», racconta al Post un ex capotreno che preferisce rimanere anonimo. Per trovare un rimedio a questi guasti si ricorreva spesso a procedure artigianali, tramandate nel tempo dai capitreno più anziani, come per esempio aspettare che il treno facesse un lungo tratto in galleria (che permetteva alle carrozze di rinfrescarsi un po’) prima di provare a riaccendere i condizionatori.

Oggi disagi di questo tipo sono molto meno frequenti perché buona parte dei treni regionali è stata sostituita con convogli dotati di sistemi di climatizzazione moderni, simili a quelli dei treni ad alta velocità. Da questo punto di vista il servizio offerto è migliorato parecchio: eppure l’aria condizionata continua a suscitare lamentele di molti viaggiatori, soprattutto per via delle temperature molto basse che raggiungono alcuni punti dei vagoni.

«In alcuni momenti l’aria può uscire molto fredda», conferma una capotreno che lavora sui servizi regionali, anche lei anonima. «Quando lavoro non lo percepisco tanto, perché mi muovo, entro ed esco dal treno, indosso la divisa. Ma quando viaggio come passeggera sento freddo e mi devo coprire». È una questione di cui si discute, e un problema, soprattutto per chi per lavoro o da pendolare deve passare molto tempo sui treni.

La posizione delle griglie dell'aria condizionata al piano superiore di un vagone del treno Rock (Il Post)

La posizione delle griglie dell’aria condizionata al piano superiore di un vagone del treno Rock (Il Post)

In base a testimonianze di passeggeri e capitreno raccolte dal Post, i nuovi sistemi di climatizzazione possono creare qualche disagio soprattutto durante il raffreddamento delle carrozze. Nelle stagioni più fredde invece il riscaldamento non dà problemi e la temperatura è piacevole.

I sistemi di climatizzazione montati sui treni più moderni funzionano in modo semiautomatico: i finestrini sono sigillati, e tramite il ricambio e il ricircolo d’aria la temperatura del treno viene costantemente regolata, in tutte le stagioni; la temperatura dell’aria messa in circolo si autoregola in base alla temperatura interna ed esterna al vagone, rilevate da dei sensori.

Per come è stata progettata, la climatizzazione non può essere accesa o spenta, ma solo regolata. «D’estate non possiamo spegnere l’aria condizionata del treno: dopo poco tempo farebbe caldissimo e non sarebbe possibile fare entrare l’aria dai finestrini, come si faceva invece sui vecchi treni», dice la capotreno che lavora sui regionali.

Nei nuovi regionali ogni carrozza possiede un proprio sistema di climatizzazione autonomo. Ogni impianto è impostato per raggiungere automaticamente un valore di riferimento di circa 22 °C (il valore comunque varia in base alla temperatura esterna, e nelle ore più calde può arrivare fino a 26 °C), i capitreno possono intervenire per alzare o abbassare la temperatura manualmente, per un massimo di 2 °C. «Ogni carrozza ha un pannellino per regolare la temperatura, ma c’è anche un pannello generale nella cabina del macchinista. Noi, comunque, cerchiamo di mantenere la temperatura uniforme in tutto il treno», spiega la capotreno.

Se richiesto dai passeggeri, i capitreno possono intervenire per regolare la temperatura.

Nei nuovi regionali l’aria condizionata viene soffiata fuori da alcune griglie bucherellate; al tatto la loro superficie metallica può risultare molto fredda, e dare la sensazione di toccare una bottiglia di vetro appena estratta dal frigorifero. La temperatura e l’energia con cui viene soffiata l’aria sono gestite in modo automatico dal sistema: nel momento in cui la temperatura interna sale troppo, il sistema inizierà a pompare più aria fredda, aumentando la velocità del getto.

In base alle verifiche fatte dal Post, alcuni posti a sedere si trovano proprio a ridosso delle griglie: per questo, per esempio, alcuni passeggeri soffrono il freddo più di altri. Nelle carrozze centrali dei treni Rock (uno dei modelli più diffusi) l’aria fredda viene soffiata quasi sempre dall’alto verso il basso sopra i sedili vicini al lato del finestrino, anche a circa 30 centimetri di distanza dalla testa (e dal collo) dei passeggeri. In questi posti quindi la temperatura è molto più bassa rispetto, banalmente, a quella dei posti lungo il corridoio.

C’è differenza anche tra i posti vicino alle porte di ingresso della vettura e quelli che stanno in mezzo al vagone. Un regionale fa in media una fermata ogni 15 minuti circa, e le porte lasciano entrare l’aria rovente dell’estate ogni volta che si aprono, scaldando i posti vicini.

Sui treni regionali insomma la temperatura può variare molto tra un punto e l’altro della carrozza, e per questo motivo alla richiesta di alzare la temperatura i capitreno consigliano come prima cosa di provare a cambiare posto. Per chi soffre l’aria condizionata, la cosa più pratica da fare è capire dove sono posizionate le griglie che soffiano l’aria, e provare a starne il più lontano possibile.

Secondo l’ufficio stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (Fs, che controlla al 100% Trenitalia), che è stato sentito dal Post e che gestisce la maggior parte dei treni Rock che circolano in Italia, nelle giornate primaverili il sistema di condizionamento del treno regola la temperatura interna per compensare i forti sbalzi termici che si verificano tra le ore più fresche del mattino e quelle più calde del pomeriggio: per questo motivo, alcuni passeggeri possono percepire l’ambiente come troppo freddo. Va detto, comunque, che la regolazione dell’aria condizionata è una di quelle cose su cui è molto difficile mettere tutti d’accordo.

La griglia da dove esce l'aria, sui treni Rock (Il Post)

La griglia da dove esce l’aria, sui treni Rock (Il Post)

In base ai racconti di diversi capitreno, anche tra i passeggeri dei Frecciarossa c’è chi si lamenta per la temperatura o per l’aria condizionata troppo forte. In alcuni modelli l’aria viene soffiata dalle griglie vicine al finestrino, mentre in altri proviene dal soffitto.

Anche qui l’efficacia dell’impianto di climatizzazione varia molto in base al tipo di treno con cui si sta viaggiando. Gli ultimi modelli montano dei sistemi di climatizzazione simili a quelli dei nuovi regionali, mentre secondo fonti sentite dal Post i Frecciarossa più vecchi come l’Etr 500, ormai in servizio da una ventina d’anni, danno un po’ di problemi: quando fuori fa molto caldo l’impianto si blocca facilmente e le carrozze diventano caldissime in pochi minuti.

«Negli ultimi anni la situazione è migliorata molto, e comunque ci hanno fatto sapere che tra poco anche gli ultimi Etr 500 saranno dismessi», racconta un macchinista di Trenitalia.

Anche nella cabina di guida la climatizzazione è migliorata: persino negli Etr 500, dove tutti gli impianti sono stati rifatti. «Non sono una persona aziendalista, ma vi assicuro che ci lavorano e che fanno di tutto per far sì che le cose funzionino». Prima dell’estate, spiega il macchinista, su tutte le vetture viene fatta un’estesa manutenzione ai climatizzatori.

Per chi soffre l’aria condizionata, però, anche sui Frecciarossa possono presentarsi problemi simili a quelli dei treni regionali. Anche in questo caso è possibile chiedere al capotreno di regolare la temperatura nella carrozza, che può essere aumentata o diminuita di 3-4 °C rispetto a quella di riferimento.

Anche per molti capitreno, oltre che per i macchinisti, le condizioni di lavoro sono migliorate notevolmente: «nei vecchi treni regionali c’erano carrozze completamente ghiacciate e altre davvero calde. Lavorando si sudava parecchio, e a fine giornata ero fradicio di sudore», racconta un altro ex capotreno che come tutti gli altri preferisce rimanere anonimo. Secondo lui, i passeggeri che oggi si lamentano dell’aria fredda sui regionali non conoscono o non ricordano le temperature insopportabili con cui talvolta capitava di viaggiare sui vecchi treni.

Con l’introduzione delle nuove vetture molti dei problemi sono stati risolti, anche se non completamente: negli ultimi anni sono stati messi in circolazione circa 850 treni regionali di nuova generazione e nei prossimi due anni dovrebbero arrivarne altri 150. I treni regionali in servizio però sono circa 1.200: ce ne sono diversi di vecchia generazione ancora in uso, su cui quindi gli impianti funzionano a fatica. A questi bisogna aggiungere anche i treni usati da Trenitalia per i servizi Intercity, tutti modelli molto datati.

In molti treni Intercity infatti gli impianti di climatizzazione sono stati rinnovati insieme al resto dei vagoni (che inizialmente erano fatti con materiali poco isolanti dal punto di vista termico), ma nonostante ciò le carrozze rimangono vecchie e molto meno efficienti rispetto ai treni di ultima generazione. «Anche se viene messa una pezza qua e là gli impianti spesso restano inadeguati», racconta un ex capotreno già menzionato in precedenza. «Sugli Intercity, d’estate, è normale che una o due carrozze abbiano un impianto mal funzionante: quando capita, proviamo a spostare i passeggeri da qualche altra parte».

– Leggi anche: L’aria condizionata fa male?