YouTube è pieno di trailer finti
A volte sono così realistici da essere scambiati per veri, e all'industria cinematografica tornano comunque utili

C’è un video su YouTube che parte con una musica solenne, seguita da battute altisonanti, e prosegue con le immagini tipiche di un film di supereroi della Marvel, con tanto di logo dell’azienda. Ha 3,4 milioni di visualizzazioni e il titolo dice che è il primo trailer di Avengers: Doomsday, ma se ci si fa caso la voce dei personaggi non è sincronizzata alle immagini: è uno dei pochi dettagli che fanno capire che non è un trailer originale, come moltissimi altri che affollano YouTube.
Questi finti trailer sono fatti così bene che spesso ingannano anche le persone più attente. Nonostante le zone grigie in termini di diritti d’autore, sembrano anche far molto comodo per pubblicizzare i film stessi.
I trailer finti esistono fin da quando esiste YouTube. All’inizio venivano fatti dai fan, erano piuttosto improvvisati e mettevano insieme spezzoni dei film veri con riprese amatoriali in chiave comica o per immaginare possibili sequel. Uno dei primi creatori di video di questo tipo è l’australiano VJ4rawr2, che realizzò tra gli altri un finto trailer di Titanic 2 – un film che non esiste – che è stato visto 6,9 milioni di volte. Adesso però grazie ai software di intelligenza artificiale generativa i trailer finti sono molto più sofisticati, e la gran parte di loro ha un successo enorme proprio perché sembrano quasi veri.
A produrli sono piccoli gruppi di persone come quelli dietro ai profili Screen Culture e KH Studio, che hanno rispettivamente 1,4 milioni e oltre 730mila follower. In generale sfruttano l’interesse attorno ai film in uscita, soprattutto saghe e franchise: partono dalle immagini degli episodi precedenti e da ciò che si sa su quelli nuovi per sviluppare brevi trailer, aggiungendo però elementi intriganti per strizzare l’occhio al pubblico già affezionato. Basta una rapida ricerca per accorgersi che su YouTube ci sono finti trailer per tutti i blockbuster più attesi del momento, come I Fantastici Quattro – Gli inizi o Spider-Man 4, che hanno decine di migliaia se non milioni di visualizzazioni.
A prima vista sembrano attendibili perché imitano i trailer sia nell’anteprima sia nel titolo, e spesso viene specificato che sono fatti da fan solo nella descrizione, quindi è facile non accorgersene. Ingannano facilmente anche perché, avendo così tanti follower, canali come Screen Culture e KH Studio sono verificati. Data la grande visibilità e il gran numero di interazioni, spesso sono poi tra i primi a comparire nelle ricerche su Google anche dopo l’uscita di quelli ufficiali.
Con questi numeri certi profili ottengono anche guadagni significativi grazie ai ricavi pubblicitari di YouTube. E secondo una recente inchiesta di Deadline a guadagnarci sarebbero anche le case cinematografiche: anziché contestare l’uso improprio di contenuti protetti da copyright, in certe circostanze li tollerano perché pensano possano finire per promuovere i propri film, di fatto senza far nulla.
Nikhil P. Chaudhari, fondatore e gestore di Screen Culture, ha detto a Deadline che un avvocato di Amazon gli aveva chiesto di rimuovere da YouTube un trailer finto della serie The Boys perché aveva usato «marchi registrati e altre proprietà intellettuali» senza il permesso dell’azienda. Chaudhari però ha stimato che richieste simili riguardino solo il 10 per cento dei 2.700 video di Screen Culture. Multiverse of Movies, un profilo che in proporzione è molto meno seguito, ha fatto sapere di aver ricevuto solo una richiesta di questo tipo.
In base ad alcune e-mail viste da Deadline, inoltre, la Warner Bros. Discovery avrebbe rivendicato per sé parte dei ricavi pubblicitari ottenuti da Screen Culture su YouTube grazie ai suoi trailer di Superman e della serie House of the Dragon. Anche la Sony Pictures avrebbe voluto parte dei ricavi dei trailer finti di Spider-Man e Kraven – Il cacciatore, e la Paramount avrebbe fatto lo stesso con un trailer finto di Il gladiatore II. Sempre secondo Chaudhari insomma le case cinematografiche sono al corrente dell’esistenza di profili come quello, che «nel bene o nel male promuovono i loro contenuti», e quindi glielo farebbero fare senza grosse questioni.
Uno dei trailer finti del film di Friends che circolano da anni: il film non è mai esistito
Devin Miller, un avvocato esperto di proprietà intellettuale, ha detto al sito di tecnologia Inverse che di per sé i trailer finti non sono illegali, fintanto che sono indicati chiaramente come tali. Quando in mezzo ci si mette l’intelligenza artificiale però è un po’ più complicato stabilire se ci siano violazioni del diritto d’autore. In ogni caso la pratica è stata criticata dal SAG-AFTRA, il principale sindacato degli attori di Hollywood, che nel 2023 ha indetto un lungo sciopero anche per chiedere più tutele rispetto all’uso dell’intelligenza artificiale nel settore.
Intanto in seguito all’inchiesta di Deadline YouTube ha preso i primi provvedimenti. Tre settimane fa ha sospeso i compensi pubblicitari ai profili Screen Trailers e Royal Trailer, che sono gestiti rispettivamente da Screen Culture e KH Studio e hanno 35mila e 164mila follower. Le norme della piattaforma stabiliscono che si può usare materiale protetto senza autorizzazione solo in certe circostanze, per esempio per fini giornalistici o per citazioni, e puniscono anche contenuti manipolati che rischiano di essere ingannevoli: ma molto varia caso per caso.
Per il momento comunque stanno continuando a spuntare nuovi finti trailer, come quelli di episodi della seconda stagione dell’apprezzata serie di HBO The Last of Us o della terza e ultima stagione di Squid Game.
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