Anche al secondo incontro diretto tra Russia e Ucraina si è deciso poco

Non ci sono stati passi avanti significativi per un cessate il fuoco

Le delegazioni di Russia e Ucraina riunite a Istanbul il 2 giugno 2025 (Ministero della Difesa ucraino via AP)
Le delegazioni di Russia e Ucraina riunite a Istanbul il 2 giugno 2025 (Ministero della Difesa ucraino via AP)
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Lunedì 2 giugno si è tenuto a Istanbul il secondo incontro diretto tra le delegazioni di Russia e Ucraina, che almeno in teoria dovrebbero discutere di un accordo per mettere fine alla guerra. È durato circa un’ora, ma non ci sono stati passi avanti significativi nella trattative: le due parti non hanno trovato alcun accordo di pace né per un cessate il fuoco.

Si sono invece accordate per scambiarsi alcuni (non si sa esattamente quanti) prigionieri di guerra gravemente feriti o malati, oppure con meno di 25 anni. È stato concordato anche lo scambio dei corpi di 6mila soldati uccisi durante i combattimenti, da entrambe le parti (6mila per l’Ucraina e altrettanti per la Russia). Anche il primo incontro di questo tipo, che si era svolto a metà maggio sempre a Istanbul, si era concluso con un accordo per lo scambio di 2mila persone tra civili e prigionieri di guerra.

Prima dell’inizio dei negoziati di lunedì, la delegazione ucraina aveva condiviso con quella russa un documento che indicava i propri termini per raggiungere inizialmente un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni, e poi per la fine permanente dei combattimenti. La proposta prevede anche un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin.

Il capo della delegazione russa Vladimir Medinskij (al centro) parla con i giornalisti dopo la fine dell’incontro tra Russia e Ucraina a Istanbul del 2 giugno 2025 (AP Photo/Emrah Gurel)

La delegazione russa invece ha presentato alla controparte un documento con le proprie condizioni solo durante i negoziati di lunedì. L’Ucraina ha detto di aver bisogno di tempo per studiarlo e decidere una risposta: il ministro della Difesa Rustem Umerov ha detto di aspettarsi che il prossimo incontro sarà a fine giugno.

Secondo quanto riferito dai media di stato russi, per accettare un cessate il fuoco la Russia chiede all’Ucraina di ritirarsi dalla Crimea e da altre quattro regioni ucraine che la Russia controlla solo parzialmente: Luhansk, Donetsk (che insieme formano il Donbas), Zaporizhzhia e Kherson. In alternativa, l’Ucraina dovrebbe smettere di riarmarsi. Sono entrambe proposte che sono già circolate negli ultimi mesi, ma che sono evidentemente irricevibili per l’Ucraina.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una conferenza a Vilnius, in Lituania, il 2 giugno (AP Photo/Mindaugas Kulbis)

Era ritenuto molto improbabile che dall’incontro di lunedì potessero emergere passi avanti significativi verso un accordo di pace. Da mesi la Russia cerca di prendere tempo, ponendo continuamente nuove condizioni inaccettabili per l’Ucraina. Questo sta infastidendo anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la cui amministrazione sta negoziando separatamente con Russia e Ucraina per provare a trovare un accordo di pace, per ora senza successo. Trump è sempre stato molto vicino a Putin e ben poco a Zelensky, ma nelle ultime settimane ha fatto delle rare critiche pubbliche anche al presidente russo.

L’incontro a Istanbul è avvenuto il giorno successivo a un esteso attacco compiuto dall’Ucraina su cinque basi aeree in altrettante regioni della Russia, nel quale dice di aver distrutto circa 40 aerei bombardieri. L’attacco è stato molto raccontato anche per le modalità con cui è stato organizzato: ha richiesto oltre un anno e mezzo di pianificazione, e l’Ucraina è riuscita a far entrare in Russia oltre 100 droni a bordo di camion che hanno viaggiato per migliaia di chilometri, arrivando a grande distanza dal confine ucraino, fino in Siberia.

– Leggi anche: Il più grande attacco dell’Ucraina contro le basi aeree russe dall’inizio della guerra