In Turchia continuano gli arresti di membri dell’opposizione
Sono stati circa 100 dopo quello di Ekrem Imamoglu, il principale rivale politico del presidente Erdogan, che a marzo aveva causato enormi proteste

Sabato la procura di Istanbul ha emesso mandati d’arresto per 47 persone, tra cui vari esponenti del Partito popolare repubblicano (CHP), di centrosinistra e nazionalista. È il partito del principale rivale politico del presidente Recep Tayyip Erdogan, l’ex sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, arrestato lo scorso marzo con accuse ritenute politicamente motivate.
Trenta persone sono state effettivamente arrestate: tra queste ci sono almeno cinque sindaci di vari distretti interni alla città di Istanbul e altri due sindaci della provincia meridionale di Adana, tutti del CHP. Sono inoltre state perquisite le sedi di vari municipi della capitale. Il governo di Erdogan ha negato che le indagini siano politicamente motivate, come già aveva fatto nel caso di Imamoglu, ma è noto che in Turchia la magistratura non è indipendente. Erdogan è presidente dal 2014, e in oltre dieci anni ha governato in modo sempre più autoritario.

Proteste contro l’arresto di Ekrem Imamoglu a Istanbul, il 23 marzo 2025 (AP Photo/Francisco Seco)
L’arresto di Imamoglu aveva causato enormi proteste in molte città della Turchia, le più estese dal 2013 (quando ci furono altre grandi proteste sempre contro Erdogan, che allora era primo ministro). Imamoglu è formalmente accusato di corruzione e terrorismo, ma l’arresto è stato interpretato come un modo per impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2028: tra le altre cose è stato anche invalidato il suo diploma di laurea, necessario per candidarsi, citando imprecisate irregolarità. La procura di Istanbul ha detto che durante le proteste sono state arrestate più di 800 persone.
È la quinta volta negli ultimi due mesi che le procure emettono mandati d’arresto contro vari esponenti politici dell’opposizione, sempre con accuse di corruzione: finora hanno riguardato circa 100 persone, alle quali si aggiungono le 47 di sabato. Molte sono legate direttamente a Imamoglu o all’amministrazione comunale di Istanbul, e sono in attesa che vengano formulate accuse formali nei loro confronti. Sabato Imamoglu ha diffuso un messaggio dal carcere, in cui dice tra le altre cose: «È ora di dire: “questo è troppo”. […] Cosa farete? Dove vi fermerete? Avete intenzione di mandare in carcere 16 milioni di abitanti di Istanbul, uno per uno?». Secondo i sondaggi Imamoglu avrebbe buone possibilità di vincere in un’ipotetica elezione contro Erdogan.
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