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  • Venerdì 30 maggio 2025

Massimiliano Allegri torna al Milan

Dopo undici anni, tanta Juventus e un processo di radicalizzazione nel suo modo di intendere il calcio

(Octavio Passos/Getty Images)
(Octavio Passos/Getty Images)
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Dopo diversi giorni di indiscrezioni, c’è l’ufficialità che dalla prossima stagione Massimiliano Allegri sarà di nuovo l’allenatore del Milan, 11 anni dopo l’ultima volta; ha firmato un contratto biennale (con opzione di rinnovo per il terzo anno) da 5 milioni di euro a stagione più bonus. Il Milan ha appena concluso una stagione abbastanza disastrosa – all’ottavo posto in Serie A, senza qualificarsi per le competizioni europee, cosa che non succedeva da dieci anni – e la scelta di Allegri è un tentativo di migliorare i propri risultati puntando su un allenatore esperto e vincente, seppur non nel momento migliore della carriera.

La nomina di Allegri è il secondo importante cambiamento deciso nelle ultime settimane dalla società dopo l’assunzione del nuovo direttore sportivo Igli Tare: per tutta la stagione il Milan di fatto non ha avuto un direttore sportivo, colui che tra le altre cose dirige il calciomercato della squadra. La società è stata pesantemente contestata dai tifosi per quasi tutta la stagione e in particolare durante l’ultima partita.

Allegri ha 57 anni e si fece notare per la prima volta in Serie A tra il 2008 e il 2010 come allenatore del Cagliari, con cui ebbe risultati sorprendenti considerato il livello della squadra. Nell’estate del 2010 passò al Milan, dove vinse lo Scudetto alla prima stagione e la Supercoppa italiana alla seconda. Nel gennaio del 2014 fu esonerato per i pessimi risultati raggiunti in quella stagione dal Milan, che aveva comunque cominciato un periodo di grosso ridimensionamento.

Allegri al Milan nel 2011 (Claudio Villa/Getty Images)

Passò dunque alla Juventus, che negli ultimi undici anni ha allenato in due momenti separati: una prima volta tra il 2014 e il 2019 e una seconda tra il 2021 e il 2024. Quest’ultima stagione, invece, non ha allenato nessuna squadra.

La prima esperienza di Allegri alla Juventus fu nel complesso entusiasmante: vinse cinque volte il campionato di Serie A (consecutivamente, dal 2014 al 2019) e raggiunse per due volte la finale di Champions League, nel 2015 e nel 2017, perdendola però in entrambi i casi. Nell’estate del 2019 la dirigenza della Juventus, non del tutto soddisfatta del gioco proposto dalla squadra, decise di esonerarlo.

Nel 2021 tuttavia lo richiamò. Le tre stagioni che seguirono furono molto più complicate del primo periodo: la Juventus aveva smesso di essere la squadra migliore in Italia ed ebbe anche alcune questioni con la giustizia sportiva. Vinse solamente la Coppa Italia nel 2024, non riuscendo in sostanza mai a competere per la vittoria del campionato.

Nelle ultime stagioni in particolare Allegri si è sempre più radicalizzato verso un modo di giocare molto reattivo e poco propositivo, basato sulla solidità difensiva e sulla libertà di iniziativa data ai giocatori d’attacco. Soprattutto a livello comunicativo, in maniera per certi versi brillante e divertente, Allegri ha cominciato a farsi portavoce di un modo definito «semplice» di intendere il calcio, in reazione agli allenatori che puntano su uno stile di gioco molto sofisticato (e però molto spesso più efficace e vincente).

Il Milan ha probabilmente scelto Allegri proprio per questo suo pragmatismo, oltre che per la sua conoscenza della Serie A e l’abitudine a vincere: ha calciatori tutt’altro che scarsi, che però in questa stagione hanno spesso faticato a rendere al meglio, condizionati dal caos societario e da quello tattico. Né Paulo Fonseca né Sérgio Conceição, i due allenatori che si sono avvicendati al Milan quest’anno, sono riusciti a far sviluppare al Milan un modo di giocare efficace e principi chiari, in parte anche perché poco sostenuti dal club.