Nuovo film di Disney, nuova polemica

Secondo molti fan la versione di “Lilo & Stitch” con attori veri avrebbe stravolto il senso di uno dei cartoni più amati dei primi anni Duemila

Un fotogramma di Lilo & Stitch (Disney)
Un fotogramma di Lilo & Stitch (Disney)
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La scorsa settimana è uscito al cinema Lilo & Stitch, versione in live action (cioè con attori veri) di uno dei più famosi e apprezzati film d’animazione Disney degli anni Duemila, ambientato alle Hawaii e incentrato sull’amicizia che lega una bambina e una bizzarra creatura aliena. Come spesso accaduto negli ultimi anni con questo tipo di film di Disney, l’adattamento ha ricevuto molte critiche da parte degli appassionati, che non hanno apprezzato alcune modifiche apportate alla trama e ai personaggi.

Per Disney, ricevere critiche dai nostalgici dei cartoni animati sta cominciando a diventare un’abitudine. L’ultimo grande caso di questo tipo, iniziato nel 2021 e andato avanti fino all’uscita del film pochi mesi fa, era stato quello di Biancaneve. Ma prima era già successo con La Sirenetta.

Nel caso di Lilo & Stitch la scelta più discussa e commentata è stata quella di modificare radicalmente il finale del film (non specifichiamo come, per evitare spoiler): un cambiamento che secondo molti fan avrebbe compromesso il significato originario della storia, che ruota attorno all’esperienza coloniale del popolo hawaiano e al concetto di ohana, una parola che esprime un’idea di famiglia inclusiva e solidale che va oltre i legami di sangue. «Ohana significa famiglia, e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato», dice Stitch nella scena più amata del cartone.

Altri punti contestati riguardano uno dei personaggi più amati di Lilo & Stitch: Nani, sorella e tutrice legale di Lilo. Le polemiche erano iniziate già prima dell’uscita del film, quando molti fan avevano criticato la decisione di affidare il ruolo all’hawaiana Sydney Agudong, sostenendo che Nani dovesse essere interpretata da un’attrice nativa con la carnagione più scura, riprendendo così la caratterizzazione originale.

Da quando il film è uscito al cinema, le critiche si sono estese anche al modo in cui il personaggio è stato scritto. Nel cartone animato uscito 23 anni fa, Nani si distingueva per due caratteristiche piuttosto evidenti: l’amore per la storia e le tradizioni hawaiane e il forte legame con la sorella, di cui diventa tutrice legale in seguito alla morte dei genitori.

Nel film questi aspetti sono stati in parte attenuati. Una delle differenze più eclatanti riguarda il rapporto tra Nani e gli assistenti sociali che vorrebbero affidare Lilo a un’altra famiglia, che in questo adattamento appare fin da subito abbastanza cordiale. È una scelta significativa se confrontata con il film originale, dove Nani era «devastata» all’idea di perdere la custodia della sorella, come ha notato Slate.

Screen Rant ha aggiunto che questo cambiamento smorza anche uno degli elementi più rilevanti del sottotesto politico che, negli ultimi 23 anni, molti critici hanno attribuito al film: il tentativo di separare Lilo e Nani è stato infatti interpretato come un’efficace metafora della disgregazione della cultura e delle tradizioni hawaiane dopo l’annessione agli Stati Uniti a fine Ottocento.

Inoltre, in questo adattamento Nani sembra un po’ meno sciovinista e legata al suo paese: sogna di diventare una biologa marina, e per riuscirci vuole lasciare le Hawaii per trasferirsi a San Diego, in California.

Dean Fleischer Camp, il regista del film, ha detto a Deadline che questi cambiamenti sono stati adottati per modernizzare il personaggio di Nani, che nella storia originale appariva troppo rassegnata e avvertiva eccessivamente la responsabilità di prendersi cura della sorella, fino al punto di trascurare sé stessa e le sue aspirazioni.

Altri elementi criticati dai puristi del primo Lilo & Stitch riguardano gli antagonisti: il capitano Gantu, uno dei membri della Federazione Intergalattica, l’organizzazione che vuole rapire Stitch, è stato eliminato dalla storia, e il suo collaboratore Pleakley, un alieno che nella versione animata si veste da donna per mimetizzarsi tra i terrestri, nel film usa un apparecchio che gli consente di assumere le sembianze di un uomo. «Forse la Disney si è rifiutata di permettere a Pleakley di indossare un abito, considerando l’attuale clima politico e il modo in cui i Repubblicani prendono di mira le persone trans», ha commentato provocatoriamente Slate.

Nonostante le molte critiche da parte degli appassionati, finora Lilo & Stitch ha ottenuto ottimi risultati d’incassi, ed è stato recensito perlopiù positivamente. Brandon Yu del New York Times ha scritto che, sebbene Camp abbia in parte stravolto il concetto di ohana a cui i vecchi fan erano abituati, il suo adattamento è «spesso adorabile» e «rispecchia in gran parte i contenuti del suo predecessore animato del 2002». Uno dei pareri più critici è stato invece quello di Jesse Hassenger del Guardian, che ha descritto il film di Camp come una «mostruosità» non necessaria e incapace di restituire la «magia» e la «maestria tecnica» della versione animata.

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