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  • Mercoledì 21 maggio 2025

Una lista di libri consigliati che non esistono

L'hanno pubblicata anche un paio di giornali molto stimati, ma era stata messa insieme con l’intelligenza artificiale

Una ragazza alla 37esima edizione del Salone del Libro di Torino, 15 maggio 2025 (Giulio Lapone/LaPresse)
Una ragazza alla 37esima edizione del Salone del Libro di Torino, 15 maggio 2025 (Giulio Lapone/LaPresse)
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Lo scorso 18 maggio il quotidiano statunitense Chicago Sun-Times è stato pubblicato con un inserto di 64 pagine dedicato all’estate, che conteneva anche una lista di libri consigliati, la stessa comparsa anche su altri giornali, tra cui il Philadelphia Inquirer. Il problema è che la gran parte di questi libri non esiste, perché la lista era stata fatta con l’aiuto dell’intelligenza artificiale: la vicenda ha suscitato ampie critiche tra lettori e autori, e creato grande imbarazzo nei giornali coinvolti.

Il Philadelphia Inquirer è uno dei giornali più antichi degli Stati Uniti, mentre il Chicago Sun-Times il secondo più letto nella terza città del paese, dietro al Chicago Tribune, e in generale è considerato molto affidabile. La lista dei consigli di lettura per l’estate pubblicata su entrambi comprendeva venticinque autori esistenti e di grande successo, e per ognuno di loro un libro, accompagnato da una descrizione della trama e dai motivi per leggerlo: venti di questi libri però non esistono.

Tra i libri inesistenti inclusi ci sono Tidewater Dreams di Isabel Allende, definito il primo romanzo di finzione sul clima dell’autrice, The Rainmakers di Percival Everett, ultimo vincitore del Premio Pulitzer per il miglior romanzo con James, e Boiling Point di Rebecca Makkai, che è di Chicago e ha scritto tra gli altri I grandi sognatori, ma non quello. Cinque titoli invece esistono davvero, come Espiazione dello scrittore inglese Ian McEwan, Bonjour tristesse della francese Françoise Sagan e Chiamami col tuo nome dello statunitense André Aciman, quello da cui è stato tratto l’omonimo film di Luca Guadagnino.

La storia è emersa grazie ad alcuni post condivisi sui social, come quello dell’autrice neozelandese Rachael King, che in poco tempo ha attirato l’attenzione di lettori e autori di mezzo mondo. Il post di King per esempio è stato condiviso su Bluesky da Kelly Jensen, autrice, ex libraia e redattrice del sito di libri indipendenti Book Riot, che ha accusato il Chicago Sun-Times di aver usato ChatGPT per inventare titoli di libri e di non aver fatto alcun tipo di fact checking. I due post hanno ricevuto migliaia di like e sono stati condivisi centinaia di volte.

Inizialmente il direttore marketing della Chicago Public Media, la società che pubblica il Chicago Sun-Times, aveva detto che il contenuto «non era stato creato né approvato dalla redazione»; il direttore, Victor Lim, aveva comunque definito «inaccettabile» che qualsiasi contenuto condiviso con i lettori del giornale fosse inaccurato. In un secondo momento il Chicago Sun-Times ha confermato che la lista era stata prodotta con l’intelligenza artificiale, specificando che era stata fornita da King Features, una divisione dell’editore Hearst Newspapers, che produce contenuti per diverse testate. Anche il Philadelphia Inquirer ha ammesso che per la lista era stata usata l’intelligenza artificiale, «violando le regole dell’azienda».

Il Chicago Sun-Times ha fatto sapere che avrebbe rimosso l’inserto dalle proprie edizioni digitali. Ha inoltre aggiunto di aver avviato indagini più complete su tutto lo speciale, e si è impegnato ad aggiornare le proprie regole interne affinché i contenuti prodotti da parti terze vengano indicati più chiaramente. C’è infatti chi ha notato che anche altri articoli dell’inserto sembrano essere stati scritti con l’intelligenza artificiale: in uno si cita una presunta antropologa del cibo della Cornell University, che però non esiste, mentre un altro parla di un sito dedicato alla cura del giardino a sua volta inesistente.

La lista di libri consigliati non è firmata, ma un certo Marco Buscaglia compare come autore di altri articoli contenuti nell’inserto. Parlando con il sito 404 Media, Buscaglia ha detto che «a volte» usa l’intelligenza artificiale per fare ricerca, e ha sostenuto di ricontrollare sempre tutto: in questo caso però non si era accorto che le cose non tornavano. In un’e-mail inviata a NPR ha spiegato di aver commesso «un grosso errore, che non ha niente a che vedere con il Sun-Times», e se n’è preso la piena responsabilità.

L’uso delle intelligenze artificiali nell’editoria è un tema molto dibattuto, e in questo caso ha mostrato i grossi limiti che ha, in un settore peraltro già in difficoltà enormi. Citando proprio le trasformazioni in corso nel campo del giornalismo e della tecnologia, il Chicago Sun-Times ha detto che questo dovrebbe essere «un insegnamento per tutte le organizzazioni giornalistiche», e ha aggiunto che «il nostro lavoro è rispettato – e prezioso – perché dietro ci sono gli esseri umani». Qui intanto potete trovare la lista dei consigli di lettura messa insieme davvero dalle redattrici e dai redattori del Post in vista dell’estate dello scorso anno, qui quella dell’anno prima ancora.

– Leggi anche: Nell’editoria statunitense c’è un dibattito sui “blurb”