Il Senato ha approvato in via definitiva il decreto-legge del governo per rendere utilizzabili i centri per migranti in Albania

Il centro per persone migranti a Gjader (ANSA/Domenico Palesse)
Il centro per persone migranti a Gjader (ANSA/Domenico Palesse)

Il decreto-legge introdotto a marzo dal governo per tentare di rendere utilizzabili i centri per persone migranti in Albania è stato approvato in via definitiva dal Senato ed è diventato legge.

Nelle intenzioni iniziali del governo i centri erano destinati a ricevere le persone soccorse nel Mediterraneo senza farle passare dall’Italia, ma fino a marzo erano rimasti di fatto inutilizzabili perché, ogni volta che il governo aveva provato a trasferirci persone migranti, il tribunale competente non ha convalidato il trattenimento in quelle strutture, ritenendolo in contrasto con le norme europee. Le persone dunque venivano sistematicamente riportate in Italia, aggiungendo stress inutile alle loro condizioni psicofisiche già precarie.

Nel tentativo di risolvere il problema il governo cambiò la natura di uno dei due centri – quello di Gjader – facendolo diventare un centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), cioè una struttura per le persone che hanno già ricevuto un decreto di espulsione (perché è stata rifiutata la loro richiesta d’asilo o per altre ragioni) e che aspettano di essere rimpatriate. Ne esistono già dieci in Italia, che peraltro hanno diversi problemi per documentate violazioni dei diritti umani e perché inefficaci nelle procedure di rimpatrio.

La trasformazione cambia comunque il progetto iniziale del governo: nella parte del centro adibita a CPR possono essere mandate persone migranti che si trovano già in Italia, e non quelle intercettate nel mar Mediterraneo.