Le isole Baleari si sono pentite di aver ingaggiato degli influencer
Doveva servire a risolvere un problema, ma ne ha creato un altro

Il governo regionale delle isole Baleari, arcipelago spagnolo che comprende isole visitate ogni anno da centinaia di migliaia di turisti come Maiorca, Ibiza, Minorca e Formentera, ha annunciato che d’ora in poi smetterà di utilizzare gli influencer per promuovere le destinazioni locali.
Il dipartimento del Turismo aveva cominciato a fare influencer marketing (cioè campagne di comunicazione che sfruttano la visibilità di persone con molti follower sui social) con l’obiettivo di indirizzare i visitatori nelle zone meno gettonate dell’arcipelago, diminuendo così la pressione e i noti problemi di sovraffollamento di quelle più conosciute. La strategia si è però rivelata controproducente, perché i turisti hanno cominciato a concentrarsi in gran numero in zone remote e molto delicate dal punto di vista ambientale.
Nell’ultimo anno uno dei casi più eclatanti è stato quello di Caló des Moro, una piccolissima spiaggia che fa parte del territorio del comune di Santanyí, a Maiorca.
Da quando gli influencer hanno cominciato a condividerne immagini e video sui loro profili social, l’afflusso di turisti è aumentato notevolmente: la sindaca di Santanyí, Maria Pons, ha detto che 4mila persone e 1.200 auto raggiungono Caló des Moro ogni giorno, e che questo sovraffollamento ha fatto aumentare notevolmente le spese che il comune deve sostenere per sorvegliare e mantenere pulita la caletta, coperte interamente dalle tasse pagate dai residenti.
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Recentemente anche Es Vedrà, un’isola che si trova a circa 2 chilometri da Ibiza, ha avuto dei seri problemi di sovraffollamento. Da marzo il cosiddetto Mirador, un punto panoramico che si trova nella zona occidentale dell’isola, è stato chiuso ai turisti: era visitato quotidianamente da migliaia di persone, attratte dalla possibilità di scattare fotografie suggestive.
Alle Baleari e alle Canarie, un altro arcipelago spagnolo molto frequentato, le proteste contro i danni provocati dal turismo di massa non sono una novità. Non sono rivolte in generale al turismo, settore su cui si regge buona parte dell’economia di questi arcipelaghi, ma contro i suoi eccessi e contro i problemi che molti abitanti devono affrontare per via dell’aumento dei visitatori. Il principale è la difficoltà a trovare alloggi a prezzi equi a causa del mercato delle seconde case, che predilige gli affitti a breve termine e costringe le persone che lavorano sul posto a trasferirsi altrove.
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