I molti guai del Forum di Davos
Il suo potente fondatore è accusato di molestie e discriminazioni, mentre ogni anno che passa l'evento riceve più critiche e perde influenza

C’è un grosso caso intorno al fondatore del World Economic Forum, più noto come “forum di Davos”, il rinomato e prestigioso incontro che riunisce ogni anno in Svizzera, politici, imprenditori e finanzieri da tutto il mondo per discutere dei grandi problemi economici globali. Lui si chiama Klaus Schwab, ha 87 anni, ha fondato il Forum, l’ha presieduto per più di cinquant’anni e dall’anno scorso è accusato di aver creato un ambiente di lavoro ostile alle donne e alle persone nere, con annesse accuse di molestie sessuali e di licenziamenti discriminatori.
Nelle scorse settimane sono emerse nuove accuse di comportamenti inappropriati, tentativi di corruzione e uso improprio dei fondi dell’organizzazione che sta dietro al Forum, tanto che dopo mesi di pressioni Schwab a fine aprile ha dato le dimissioni da presidente esecutivo. Prima, però, ha minacciato chi lo accusava. E tutto questo sta avendo ovviamente un pessimo impatto sulla reputazione già non eccezionale del World Economic Forum. Andiamo con ordine.
La storia era iniziata a giugno del 2024 quando un’inchiesta del Wall Street Journal, uno dei più importanti quotidiani finanziari al mondo, aveva raccolto abbondanti testimonianze sulle discriminazioni all’interno del World Economic Forum. Una volta, per esempio, Schwab avrebbe deciso di volere impiegati più giovani, e per questo avrebbe ordinato al capo delle risorse umane di licenziare un cospicuo gruppo di dipendenti con più di cinquant’anni; si rifiutò, e poco dopo fu licenziato.
In un altro caso raccontato dal Wall Street Journal, il Forum aveva assunto una dirigente perché guidasse un progetto dedicato alle startup: lei scoprì di essere incinta pochi giorni dopo aver iniziato il lavoro e Schwab, secondo questi racconti, le disse che non era più adatta a una posizione dirigenziale. Il rapporto di lavoro terminò dopo poco, alla fine di un breve periodo che l’organizzazione definì “di prova”. Ma c’è molto altro.
Alcune donne hanno detto di aver subìto molestie sessuali da dirigenti di alto livello dell’organizzazione, altre di averne subite da persone molto famose partecipanti al Forum proprio durante l’evento: la percezione diffusa, hanno detto, è che il personale femminile dell’organizzazione dovesse essere a completa disposizione dei partecipanti. Alcuni dipendenti neri hanno detto di essere stati chiamati più volte con insulti razzisti, e di essere stati esclusi dai ruoli apicali.
L’organizzazione del Forum aveva risposto che l’inchiesta dava una descrizione «sbagliata» dell’ambiente di lavoro, della cultura aziendale, del personale e soprattutto del fondatore; nel frattempo però iniziarono forti pressioni di partner, sponsor e contributori del World Economic Forum perché lasciasse l’incarico e andasse in pensione.

(AP Photo/Markus Schreiber)
Il Forum si finanzia con il contributo delle aziende partner, che decidono quanto investire ogni anno sulla base del loro coinvolgimento: sono aziende di dimensioni colossali come Nestlé, BlackRock, Pfizer o Mastercard, solo per citarne alcune. Il consiglio di amministrazione del Forum è composto da circa 30 rappresentanti di queste società: dal momento che pagano, hanno anche molta voce in capitolo.
Anche prima dell’inchiesta del Wall Street Journal, alcuni membri del consiglio avevano suggerito a Schwab di avviare una successione: non fosse altro che per la sua età avanzata. Dopo la pubblicazione dell’articolo, il consiglio avviò un’indagine interna che si è conclusa a marzo, col suggerimento di estromettere Olivier Schwab, suo figlio, dal ruolo di direttore generale: era emerso che sapeva delle molestie sessuali e aveva contribuito a coprirle. All’inizio di aprile Klaus Schwab aveva detto di essere pronto a lasciare la presidenza e che il Forum avrebbe trovato un sostituto entro il 2027. Ma la storia è andata avanti.

Schwab con Angela Merkel nel 2013 (AP Photo/Anja Niedringhaus)
A metà aprile sono emerse nuove accuse contro Schwab e anche sua moglie Hilde, coinvolta a vario titolo nell’organizzazione: una mail anonima inviata ai membri del consiglio di amministrazione, il cui contenuto è stato reso noto anche stavolta dal Wall Street Journal, elenca moltissime accuse, dal comportamento di Schwab con le dipendenti fino all’uso improprio delle risorse del Forum. La mail, scritta evidentemente da qualcuno molto informato, elenca anche presunte carenze nella gestione aziendale, tra cui la spesa per una proprietà di lusso supervisionata dalla moglie di Schwab. La mail sostiene inoltre che Schwab avesse usato le risorse e il personale del Forum nel tentativo di ottenere una candidatura al premio Nobel per la Pace.
Sempre il Wall Street Journal ha riportato il testo di una mail di minacce che Schwab avrebbe mandato al collegio dei revisori del Forum, dopo che questi avevano suggerito di avviare una nuova indagine interna: «Avete la possibilità di ritirare il vostro suggerimento entro le prossime 24 ore, con il rammarico specifico di aver messo in discussione la mia reputazione. […] Per facilitare tale decisione, vi basti sapere che presenterò una denuncia. Cordiali saluti, Klaus». Qualche giorno dopo si è dimesso.
Ora Schwab è in aperta battaglia legale con l’organizzazione che lui stesso ha fondato e guidato per decenni. Gli avvocati del Forum gli hanno intimato di non eliminare mail e documenti, di non interagire col personale e non accedere ai sistemi informatici dell’organizzazione. Schwab si dice completamente innocente. «Io e mia moglie Hilde abbiamo dedicato gli ultimi 55 anni al servizio pubblico, sempre nel rispetto dei più elevati standard professionali, finanziari ed etici», ha scritto.

Schwab con Donald Trump nel 2020 (AP Photo/ Evan Vucci)
Lo scandalo colpisce il World Economic Forum mentre era già in difficoltà. Da tempo viene criticato in quanto consesso di persone ricche, potenti e famose che fanno grandi propositi ma poi non concludono niente. Qualche anno fa è stato anche inventato il termine “Davos man”, un “tipo da Davos”, per indicare i miliardari che partecipano al Forum, parlano di ambiente, giustizia ed eguaglianza ma poi nella loro attività quotidiana provocano diseguaglianze e discriminazioni (e raggiungono Davos col jet privato).
Il Forum di Davos non perderà del tutto la sua importanza, non fosse altro per questioni di network: banchieri e dirigenti sostengono da sempre di fare più affari in cinque giorni a Davos che in settimane di viaggi. Ma al di là di questa storia, da anni è ritenuto sempre meno influente, soprattutto per la sua impostazione tutta incentrata sulle aziende, i paesi e i modelli occidentali, mentre gli stati che non si riconoscono in questo modello – o addirittura lo combattono, come la Cina – diventano sempre più influenti.