La Camera ha approvato il decreto-legge del governo per rendere utilizzabili i centri in Albania, che ora va al Senato

La Camera dei deputati ha approvato il decreto-legge che il governo aveva introdotto a marzo per tentare di rendere utilizzabili i centri per persone migranti in Albania, quelli in cui (nelle sue intenzioni) dovevano andare le persone soccorse nel Mediterraneo senza farle passare dall’Italia. Fino ad allora erano rimasti di fatto inutilizzabili perché, ogni volta che il governo ha provato a mandarci persone migranti, il tribunale competente non ha convalidato il trattenimento in quelle strutture, ritenendolo in contrasto con le norme europee. Le persone dunque venivano sistematicamente riportate in Italia, aggiungendo stress inutile alle loro condizioni psicofisiche già precarie. Per diventare legge il decreto dovrà ora essere approvato al Senato.
Questo decreto è una misura di cui si parlò molto. Nel tentativo di risolvere il problema, infatti, il governo snaturò uno dei due centri – quello di Gjader – facendolo diventare un centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), cioè un posto in cui vengono mandate le persone che hanno già ricevuto un decreto di espulsione (perché è stata rifiutata la loro richiesta d’asilo o per altre ragioni) e aspettano di essere rimpatriate. Ne esistono già dieci in Italia, che peraltro hanno diversi problemi per documentate violazioni dei diritti umani e perché inefficaci nelle procedure di rimpatrio. La trasformazione non risolve peraltro il problema che aveva il governo: nella parte del centro adibita a CPR possono essere mandate persone migranti che si trovano già in Italia, e non quelle intercettate nel mar Mediterraneo come prevedevano i piani iniziali del governo.
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