In Bielorussia le patate sono diventate molto più rare e costose: ed è un guaio
Nel paese se ne mangia una quantità immensa: oggi però l'intero settore è in una crisi da cui sembra difficile uscire

Da diversi mesi in Bielorussia c’è un problema con le patate: al supermercato se ne trovano di meno e anche quelle disponibili costano molto di più e sono di scarsa qualità. Il problema è una conseguenza di una riduzione del raccolto più recente, ma anche di guai strutturali del sistema agricolo bielorusso e anche della guerra in Ucraina. È un problema grosso, perché le patate sono tradizionalmente alla base dell’alimentazione del paese, uno dei più poveri dell’Europa orientale.
Secondo i dati diffusi dal governo bielorusso, controllato in maniera autoritaria da più di trent’anni dal presidente Alexander Lukashenko, il prezzo delle patate è aumentato di almeno il 10 per cento tra gennaio e marzo di quest’anno. Ma sono numeri diffusi dal regime che riguardano un periodo molto limitato, per cui non fotografano la situazione nel suo complesso. Secondo le stime di alcuni giornali locali in alcune regioni i prezzi sono aumentati anche del 20-25 per cento rispetto all’anno precedente. Il risultato è che in media un chilo di patate in Bielorussia oggi costa circa 5 rubli, ovvero 1,38 euro (in Italia il prezzo si aggira attorno ai 2 euro al chilo, ma il potere d’acquisto nei due paesi è molto diverso).
A questo si aggiunge il fatto che spesso non si trovano, e quelle che si trovano sono rovinate, ammaccate oppure marce. In questi mesi sui social media sono stati pubblicati diversi video di consumatori bielorussi straniti dalla qualità, dalla scarsità e dal prezzo delle patate.
Durante un Consiglio dei ministri trasmesso in tv lo scorso 28 febbraio il presidente Lukashenko si è rivolto con rabbia al governo, chiedendo spiegazioni e dicendo di aver ricevuto lettere di lamentele da parte di varie persone sulla qualità delle patate bielorusse. Da molti anni infatti la Bielorussia compare nei primi posti al mondo per il consumo di patate pro capite – secondo alcune stime una persona bielorussa ne mangia in media mezzo chilo al giorno – e diversi piatti tradizionali sono proprio a base di patate: come per esempio i draniki, cioè le tipiche frittelle di patate.
Le ragioni di questa crisi delle patate sono diverse. La prima è che dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina e l’introduzione delle sanzioni occidentali, moltissimi paesi hanno smesso quasi del tutto di commerciare con la Russia; al contrario, in Bielorussia le esportazioni verso la Russia sono aumentate notevolmente (Lukashenko è uno dei più fedeli alleati di Vladimir Putin).
L’aumento delle esportazioni ha riguardato soprattutto i beni alimentari, e quindi anche le patate, che hanno cominciato a viaggiare oltre il confine in quantità sempre maggiore: nel 2025 la Bielorussia è diventata il primo fornitore russo di patate, superando l’Egitto. Questo è avvenuto sia perché in Russia la domanda di patate dall’estero è alta (e nell’ultimo anno è anche aumentata, a causa di problemi con il raccolto interno), sia perché vendere in Russia per i produttori bielorussi è molto più conveniente.
Se in Bielorussia un chilo di patate all’ingrosso è venduto a 76 centesimi di rublo bielorusso, in Russia il prezzo è quasi il doppio, di 1,4 rubli. L’inflazione generalizzata – quindi l’aumento del costo del carburante, dei fertilizzanti, delle attrezzature e di tutto ciò che serve per produrre e trasportare le patate – ha incentivato ulteriormente i coltivatori bielorussi a cercare un mercato all’estero per poter rendere redditizio il loro raccolto: e l’unico mercato che hanno trovato è quello russo, dato che anche la Bielorussia è stata sottoposta a sanzioni dall’Unione Europea per via del suo aiuto alla Russia durante l’invasione dell’Ucraina.
L’aumento dei prezzi è stato alimentato anche da un raccolto più scarso per via del caldo anomalo. Esiste poi da anni un problema di stoccaggio delle verdure fresche: la catena logistica bielorussa è antiquata e andrebbe rimodernata. Questo fa sì che i prodotti si deteriorino ancor prima di raggiungere gli scaffali dei supermercati, dove arrivano ammaccati e già vecchi. È un problema che riguarda non solo le patate, ma anche mele, cipolle e altri beni alimentari.
La questione delle patate in Bielorussia è così sentita che Lukashenko ne ha parlato anche in occasione del prestigioso invito alla parata organizzata in Russia per il Giorno della Vittoria, quella in cui si festeggia la sconfitta dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Ha però minimizzato la questione, dicendo che basterà «piantare nuovi semi e ne raccoglieremo dieci volte di più. Poi le venderemo a un buon prezzo».