L’Autorità nazionale palestinese ha revocato ad Al Jazeera il divieto di lavorare in Cisgiordania

Gli studi di Al Jazeera a Doha, Qatar (AP Photo/Osama Faisal, File)
Gli studi di Al Jazeera a Doha, Qatar (AP Photo/Osama Faisal, File)

L’Autorità nazionale palestinese (ANP) ha revocato al network televisivo Al Jazeera il divieto di entrare nel territorio della Cisgiordania. L’ANP è l’entità parastatale che governa in maniera semiautonoma alcune zone della Cisgiordania, ed è riconosciuta da gran parte della comunità internazionale come il governo legittimo del popolo palestinese. Al Jazeera, che è finanziata dal governo del Qatar, è uno dei network di informazione più importanti al mondo e uno dei pochi media internazionali rimasti operativi nella Striscia di Gaza, invasa ormai da mesi dall’esercito israeliano.

Il divieto imposto a Al Jazeera risale all’inizio di gennaio quando l’ANP aveva avviato da circa un mese un’operazione militare in Cisgiordania contro i gruppi di miliziani che controllavano il campo profughi di Jenin, tra cui Hamas e il Jihad Islamico. In quell’occasione l’ANP aveva vietato l’attività del network televisivo motivando la decisione con ragioni generiche («violazione delle leggi e dei regolamenti»). Secondo Al Jazeera il divieto era dovuto al modo critico con cui il network aveva descritto l’operazione militare a Jenin, definita in più di un’occasione come una concessione agli «interessi» di Israele e dell’Occidente. Al Jazeera si era anche occupata estesamente del caso della giornalista palestinese Shatha Sabbagh, uccisa a Jenin: secondo la famiglia, era stata uccisa con un colpo alla testa da un membro delle forze di sicurezza dell’ANP. Non è chiaro perché l’ANP abbia cambiato idea, dato che per ora non ha fornito motivazioni.

Al Jazeera era stata presa di mira anche da Israele. Lo scorso aprile il parlamento israeliano aveva approvato una legge che prevedeva la chiusura dei media considerati pericolosi per la sicurezza del paese: un mese dopo aveva approvato all’unanimità un’altra legge per chiudere le attività di Al Jazeera nel paese, rendendo irraggiungibili le sue tv e i suoi siti di informazione. Sempre a maggio il governo israeliano aveva ordinato l’irruzione delle forze dell’ordine negli studi della rete a Nazareth e a giugno aveva ordinato la chiusura degli studi di Al Jazeera in Cisgiordania accusandola di essere uno strumento di propaganda della causa palestinese.

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