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  • Martedì 13 maggio 2025

Il capo di un’importante milizia libica è stato ucciso

Abdel Ghani al Kikli guidava un gruppo accusato di essere coinvolto in violenze sui migranti: a marzo era stato in Italia per una breve visita

Immagine da un video sugli scontri a Tripoli pubblicato su X da Middle East Observer
Immagine da un video sugli scontri a Tripoli pubblicato su X da Middle East Observer
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Lunedì in Libia è stato ucciso Abdel Ghani al Kikli, noto anche con il soprannome di “Gheniwa”, che era a capo di un’importante milizia armata accusata da diverse ong internazionali di essere coinvolta nelle violenze sui migranti. Appena due mesi fa si era molto parlato di lui, in Italia, per via di una sua visita di alcune ore a Roma, di cui si era saputo soltanto quando era tornato in Libia.

Dopo la diffusione della notizia dell’uccisione di al Kikli, nella notte tra lunedì e martedì a Tripoli ci sono stati violenti scontri tra fazioni rivali per il controllo del territorio. Il governo di Tripoli ha annunciato la sospensione di tutti i voli all’aeroporto di Mitiga e il loro dirottamento verso quello di Misurata. Ha anche fatto sapere che oggi le scuole rimarranno chiuse in alcune zone della città, ma dopo alcune ore ha detto di aver ripreso il controllo della situazione.

Le circostanze dell’uccisione di al Kikli non sono per ora molto chiare. Alcuni media libici sostengono che sarebbe caduto in un’imboscata mascherata da incontro di negoziazione. La sua morte potrebbe ora causare nuovi disordini a Tripoli per il controllo delle aree un tempo dominate dalla sua milizia.

Al Kikli era il capo di una milizia chiamata Stability Support Apparatus (SSA), nata nel 2021 dopo che per anni era stato a capo di una milizia minore attiva nella periferia di Tripoli. Formalmente era legato al governo che controlla Tripoli, l’unico riconosciuto ufficialmente dalla comunità internazionale, che al momento è guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah. In realtà al Kikli agiva indipendentemente, e con Dbeibah si era sviluppata una seria rivalità.

Il governo Dbeibah è solo una delle entità politiche che governano in Libia, e per controllarne il territorio e rispettare gli accordi sui migranti presi con l’Italia si serve di diverse milizie armate, fra cui proprio la SSA. Diverse organizzazioni internazionali raccontano da tempo che la SSA è direttamente coinvolta nelle intercettazioni di migranti in mare, almeno dall’estate del 2021, e nella detenzione di migranti a terra.

In Italia di al Kikli si era parlato in marzo quando era stato a Roma con una piccola delegazione di funzionari libici per fare visita a Adel Juma, ministro dell’Interno del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, che da circa un mese era ricoverato nell’ospedale privato European Hospital di Roma dopo avere subito un attentato. A molti il caso di al Kikli aveva ricordato quello di Nejeem Osama Almasri, il miliziano arrestato in Italia a gennaio e subito rilasciato e rimpatriato in Libia in aperto conflitto con la Corte penale internazionale, che ne aveva invece richiesto la cattura con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità.

– Leggi anche: Cosa sappiamo della visita di un capo di una milizia libica in Italia