Sono cent’anni che le “casetas” vendono libri in strada a Madrid

Sono stand permanenti in legno, uno di fianco all'altro, e nell'ultimo secolo hanno chiuso solo due volte

La Cuesta de Moyano a marzo del 2025 (Ricardo Rubio/Contacto via ZUMA Press/ANSA)
La Cuesta de Moyano a marzo del 2025 (Ricardo Rubio/Contacto via ZUMA Press/ANSA)
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A fine aprile il governo della Comunità di Madrid ha assegnato la Gran Cruz del Dos de Mayo, uno dei più prestigiosi riconoscimenti della città, alla Fiera dei libri della Cuesta de Moyano. Sono 30 stand permanenti in legno, chiamati casetas in spagnolo, che si trovano in una piccola strada in pendenza che costeggia il Giardino botanico reale, dove ogni giorno da cento anni (con poche eccezioni) vengono venduti libri di ogni genere.

Le librerie della Cuesta de Moyano aprirono l’11 maggio 1925 e si dice che da allora siano rimaste chiuse solo durante i primi giorni della guerra civile spagnola, nel luglio del 1936, e nei primi tre mesi di lockdown della pandemia da Covid-19 nel 2020. Insieme ai bouquinistes del lungosenna di Parigi, quella della Cuesta è l’ultima fiera permanente di libri in una capitale europea. Il nome deriva da cuesta, pendio, e dal nome ufficiale della strada, la calle de Claudio Moyano, un politico che nel 1857 promulgò la legge sull’istruzione pubblica rimasta in vigore fino al 1970.

La Cuesta de Moyano è nata a partire dai librai madrileni che alla fine dell’Ottocento vendevano i loro libri al mercato di Plaza del Emperador Carlos V, oggi comunemente conosciuta come Plaza de Atocha, che si trova a pochi passi dalla Cuesta. Nel 1919 un gruppo di librai installò delle bancarelle davanti all’ingresso del Giardino botanico reale, provocando molte lamentele da parte della direzione. Per questo motivo nel 1925 il Consiglio comunale della città approvò la creazione di una fiera permanente di 30 stand (quanti ce ne sono ancora oggi) sulla Cuesta, al lato del giardino.

La Cuesta è stata per decenni il luogo di incontro dei più celebri intellettuali, giornalisti e politici spagnoli e internazionali che passavano da Madrid ed è citata in molte opere della letteratura spagnola.

Negli anni Venti divenne nota come la “feria del boquerón” (la fiera dell’acciuga, in italiano), un soprannome che viene attribuito al poeta Ramon Gomez de la Serna e che fa riferimento al fatto che al tempo i libri costassero quanto un’acciuga, ossia 15 centesimi di peseta, la valuta spagnola poi sostituita dall’euro. Durante la dittatura di Francisco Franco, iniziata nel 1939 dopo tre anni di guerra civile spagnola e durata fino alla sua morte nel 1975, i librai della Cuesta vendevano sottobanco i libri censurati dal regime, come quelli di Federico Garcia Lorca e di George Orwell. Per questo venivano spesso arrestati e interrogati, ma la Fiera non fu mai chiusa.

La Cuesta de Moyano nel 1965 (Gianni Ferrari/Cover/Getty Images)

Nel 1986 gli stand originali, diventati ormai fatiscenti, vennero distrutti e ricostruiti nello stesso modo, con l’aggiunta di acqua corrente, elettricità e telefoni. Durante i lavori i librai vennero temporaneamente spostati sul Paseo del Prado, uno dei viali principali di Madrid, poco distante dalla Cuesta. La stessa cosa successe nel 2004, quando un incendio a una vicina sottostazione elettrica le danneggiò, richiedendo altri tre anni di lavori: fu in quel periodo che la Cuesta venne pedonalizzata.

Per decenni le bancarelle sono state tramandate di generazione in generazione, ma oggi vengono assegnate tramite gare d’appalto pubbliche.

Nonostante diversi stand siano ancora gestiti da eredi, queste gare hanno permesso di riaprirne altri che erano stati abbandonati. Nel 2023 per esempio il Comune ha assegnato tre bancarelle rimaste inutilizzate per dieci anni a tre librai quarantenni che prima di allora non avevano mai gestito una caseta sulla Cuesta. A differenza dei bouquinistes francesi, che sono in comodato gratuito, i librai spagnoli pagano un affitto che arriva a 12mila euro all’anno, ma scende fino a 3mila per i discendenti dei primi librai.

La Cuesta de Moyano durante la “Giornata dei librai” a Madrid, il 13 novembre 2020 (Oscar J. Barroso / AFP7 / Getty Images)

Nonostante vengano ancora venduti principalmente libri antichi o usati, negli ultimi anni alcuni librai hanno diversificato la loro offerta, introducendo libri nuovi, fumetti e pubblicazioni per bambini.

L’ultimo decennio è stato per la Fiera un periodo particolarmente duro, soprattutto perché le persone leggono sempre meno, per la concorrenza di Amazon e anche per la pandemia.

Negli ultimi anni sono nate alcune associazioni il cui obiettivo è tutelare il futuro della Cuesta. Oltre a quella dei librai della Cuesta, l’associazione più attiva al momento è Soy de la Cuesta, fondata dalla giornalista Lara Sánchez nel 2019. Sánchez è la nipote di Pepe Berchi, uno dei più celebri librai della Cuesta, dove lavorò dal 1941 fino alla sua morte nel 2010. Per finanziare l’apertura dell’associazione, Sánchez vendette per 5mila euro alcune lettere scambiate fra il filosofo José Ortega y Gasset e il poeta Ramiro de Maeztu conservate da suo nonno, e oggi l’associazione si sostiene grazie all’aiuto di soci e fondi pubblici.

La regina Letizia di Spagna alla Cuesta de Moyano, il 9 maggio 2025 (José Ruiz via ZUMA Press/ANSA)

I primi obiettivi dell’associazione, oggi raggiunti, erano quelli di far riaprire tutte le casetas e ottenere nuovi fondi e riconoscimenti ufficiali da parte della città di Madrid.

L’associazione organizza anche eventi per invitare le persone a frequentare di più la Fiera e a percepirla come una comunità viva. Parlando con Le Monde, la presidente dell’associazione dei librai della Cuesta, Carolina Mendez, la cui famiglia gestisce la caseta numero 30 da decenni, ha detto che pur essendoci moltissimi problemi la situazione è migliorata rispetto a sei o sette anni fa. Oltre al lavoro delle associazioni, secondo lei ha contribuito anche un rinnovato interesse per le persone a comprare libri cartacei, che ha notato a partire dalla fine della pandemia.