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  • Venerdì 9 maggio 2025

Gli unici rifugiati che Trump vuole accogliere

Sono gli afrikaner, un pezzo della minoranza bianca del Sudafrica, che il governo statunitense sostiene siano discriminati nel loro paese

Un gruppo di manifestanti a favore di Donald Trump di fronte all'ambasciata americana a Pretoria, in Sudafrica, 15 febbraio 2025 (AP Photo/Jerome Delay)
Un gruppo di manifestanti a favore di Donald Trump di fronte all'ambasciata americana a Pretoria, in Sudafrica, 15 febbraio 2025 (AP Photo/Jerome Delay)
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Da qualche mese l’amministrazione statunitense di Donald Trump ha attivato una procedura rapida per garantire lo status di rifugiati e accogliere nel paese i sudafricani che ritiene parte di una categoria discriminata: gli afrikaner, cioè un pezzo della minoranza bianca del Sudafrica discendente dagli antichi colonizzatori olandesi e responsabile tra le altre cose dell’apartheid. Diversi giornali hanno scritto che i primi rifugiati dovrebbero arrivare negli Stati Uniti la prossima settimana.

La politica avviata da Trump è contestata per due ragioni: sia perché il suo governo ha esagerato le discriminazioni subite dai bianchi sudafricani, che non sono per nulla accostabili all’immagine che ne fa la destra americana; sia perché negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno bloccato l’ingresso di decine di migliaia di migranti e richiedenti asilo provenienti da altre parti del mondo. Non hanno voluto nessuno, e ora vogliono i bianchi del Sudafrica, dice chi si oppone.

I casi delle persone che arriveranno negli Stati Uniti sono già stati esaminati da funzionari dell’ambasciata statunitense di Pretoria (Sudafrica), che hanno valutato più di 8mila di richieste di protezione internazionale. Il New York Times ha scritto che di queste almeno 100 sono state ritenute potenzialmente idonee.

Fonti di NPR, la radio pubblica americana, hanno detto che il primo gruppo dovrebbe essere composto da poco più di 50 persone e arrivare lunedì prossimo a Washington tramite un volo charter o più voli commerciali. Secondo The Lever, la rivista investigativa che ha dato la notizia di questo primo trasferimento, il governo statunitense si sta preparando ad accogliere mille afrikaner, ma non è chiaro quanto il programma durerà e quante persone riguarderà in tutto.

Donald Trump con uno dei molti ordini esecutivi firmati a inizio mandato, 23 gennaio 2025(AP Photo/Ben Curtis)

La procedura di accoglienza si è attivata grazie a un ordine esecutivo firmato lo scorso 7 febbraio dal presidente Trump. Nel documento Trump accusava il governo sudafricano – guidato dall’African National Congress (ANC), il partito che fu di Nelson Mandela – di discriminare la minoranza bianca e promuovere la violenza nei suoi confronti. Nello specifico, l’ordine faceva riferimento a una legge approvata poco prima dal governo sudafricano, che era stata molto contestata dai partiti di destra e soprattutto da Elon Musk, che ha origini sudafricane e sostiene l’infondata teoria che il governo dell’ANC stia portando avanti un «genocidio dei bianchi».

La legge prevede l’espropriazione dei terreni agricoli, in alcuni casi senza indennizzo per i proprietari, e fa parte di una serie di politiche di affirmative action: dovrebbe cioè servire a ristabilire un regime di equità in uno dei paesi più diseguali del mondo, una conseguenza diretta dei decenni di apartheid, la violenta segregazione razziale decisa dai governi coloniali e rimasta in vigore tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Novanta.

Riguarda principalmente la minoranza bianca perché nonostante sia circa il 7 per cento della popolazione sudafricana detiene il 72 per cento dei terreni agricoli. Quella dei bianchi è anche generalmente la categoria demografica più benestante, con un tasso maggiore di istruzione e di occupazione. Anche per questo il governo sudafricano ha definito «ironica» la decisione dell’amministrazione Trump di garantire il massimo livello di protezione internazionale agli afrikaner.

L’ordine esecutivo di Trump prevede che i cittadini sudafricani potranno fare domanda tramite il Refugee Admissions Program (USRAP), un programma federale attraverso cui le persone che si trovano fuori dal territorio degli Stati Uniti possono fare richiesta tramite enti come le ambasciate per ricevere lo status di rifugiati ed entrare legalmente nel paese (è diverso da un richiedente asilo, che invece fa richiesta quando si trova già sul suolo americano).

Prevede inoltre anche la sospensione di tutti gli aiuti verso il Sudafrica, come forma di ritorsione per questa presunta discriminazione e per quelle che il governo americano ha definito posizioni «aggressive» nei confronti degli Stati Uniti e dei suoi alleati (cita per esempio la causa contro Israele per genocidio intentata dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia). Rientra comunque in un momento di pessimi rapporti tra Stati Uniti e Sudafrica.

Un partecipante a una manifestazione pro-Trump di fronte all’ambasciata di Pretoria, con un cartello che dice: «Trump, aiuto», 15 febbraio 2025 (AP Photo/Jerome Delay)

Trump aveva sospeso l’USRAP nel giorno stesso del suo insediamento, il 20 gennaio. Era stata una delle prime decisioni prese dall’amministrazione per limitare l’immigrazione negli Stati Uniti, e aveva portato alla sospensione delle richieste di almeno 12mila persone che erano già a uno stadio avviato della procedura.

Tra queste c’erano anche persone provenienti dall’Afghanistan, paese guidato da un governo islamista radicale molto violento soprattutto con le donne (molti di loro erano ex funzionari che avevano collaborato con il governo americano durante l’occupazione). Ma anche dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Sudan, due paesi dove sono in corso guerre interne.

Nonostante il programma sia ancora sospeso, con l’ordine esecutivo di febbraio Trump ha creato un’eccezione per i cittadini sudafricani bianchi, che saranno accolti nella categoria “priorità 1”: verranno quindi segnalati al governo statunitense, direttamente dall’ambasciata o altri enti riconosciuti, come titolari del diritto allo status di rifugiati.

Sia NPR che Reuters hanno avuto conferma da diverse fonti che l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (OIM) ha rifiutato la richiesta del governo statunitense di fare parte del processo, aiutando a selezionare le persone da inviare negli Stati Uniti. L’OIM, che è un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di persone che scappano da guerre, disastri naturali e altre situazioni di difficoltà, sarebbe stata tra gli enti che avrebbero potuto segnalare al governo i casi da valutare per il trasferimento.

Nel frattempo, all’inizio di questa settimana, un giudice federale è intervenuto sulla sospensione di USRAP per tutti gli altri, e ha ordinato al governo americano di procedere almeno con le richieste di coloro che avevano già dei piani concreti di viaggio prima del 20 gennaio. Molti però dopo l’ordine esecutivo sono rimasti in una sorta di limbo e non sanno se riusciranno a trasferirsi.

– Leggi anche: Trump e Musk contro il Sudafrica