Che fine ha fatto Phoebe Waller-Bridge?

Dopo l'enorme successo di “Fleabag” ha firmato un accordo da 100 milioni di dollari con Amazon, da cui però non è uscito ancora quasi niente

Phoebe Waller-Bridge alla prima di IF - Gli amici immaginari a Londra, 7 maggio 2024 (Mike Marsland/WireImage via Getty)
Phoebe Waller-Bridge alla prima di IF - Gli amici immaginari a Londra, 7 maggio 2024 (Mike Marsland/WireImage via Getty)
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Fleabag è stata una delle serie tv più amate degli ultimi dieci anni, in particolare nella generazione dei Millennial, e ha reso l’attrice inglese Phoebe Waller-Bridge, la sua creatrice, una delle sceneggiatrici più richieste al mondo. Eppure dopo Fleabag Waller-Bridge non ha avuto quella rilevanza e quella visibilità che ci si sarebbe aspettati in seguito al successo della serie. In questi anni ha continuato a lavorare sia come attrice che autrice e produttrice, ma nel settore è molto chiacchierata soprattutto per un accordo da cento milioni di dollari con Amazon dal quale in sei anni non è uscito quasi niente.

Fleabag era l’adattamento del monologo teatrale in cui Waller-Bridge interpreta una ragazza londinese piuttosto cinica con una vita molto incasinata, particolarmente sfortunata dal punto di vista sentimentale. Uscì nel 2016, quando lei aveva trent’anni, e con la seconda e ultima stagione, tre anni dopo, vinse gli Emmy per la migliore serie comedy, miglior attrice e miglior sceneggiatura nella stessa categoria. La serie era stata co-prodotta da Amazon per la piattaforma Amazon Prime, e affermò Waller-Bridge come uno dei migliori talenti della sua generazione.

In quel periodo Jennifer Salke era da circa un anno la responsabile dei contenuti della casa di produzione e distribuzione cinematografica Amazon MGM Studios, e aveva il mandato di assicurarsi i talenti più in vista. Così, subito dopo gli Emmy del 2019, Amazon firmò con l’attrice un contratto da 20 milioni di dollari all’anno con l’obiettivo di creare nuovi contenuti per la sua piattaforma che, proprio come Fleabag, potessero attirare il pubblico internazionale.

Da allora il contratto è stato rinnovato più volte, l’ultima delle quali poche settimane fa. L’unico contenuto firmato dall’attrice a essere stato completato finora tuttavia è Il mondo dei polpi (in inglese Octopus!), un documentario in due puntate che segue l’attore statunitense Tracy Morgan nella scoperta del polpo gigante del Pacifico ed esce giovedì 8 maggio. Il documentario è narrato appunto da Waller-Bridge, che è anche la produttrice esecutiva. Tutti gli altri suoi progetti per Amazon invece sono stati abbandonati, hanno subìto intoppi oppure ancora si sono impantanati.

Uno dei primi progetti annunciati di Waller-Bridge per Amazon era stato l’adattamento del romanzo Sign Here di Claudia Lux, che parla di un uomo che lavora all’inferno, dove deve procurarsi le anime delle persone (in Italia verrà pubblicato il prossimo 2 luglio da Edizioni e/o). Nonostante sia stato presentato nel 2023, non si sa ancora a che punto sia. Quello più famoso invece è una serie basata sul personaggio dei videogiochi di Tomb Raider, già interpretato al cinema da Angelina Jolie e Alicia Vikander: malgrado il fermento e l’entusiasmo mostrato dalla stessa Waller-Bridge, a sei anni dalla firma del contratto oggi non c’è alcuna sceneggiatura pronta, e c’è anche chi sostiene che sia stata cancellata.

Tra i progetti annunciati c’era anche una nuova versione del thriller Mr. & Mrs. Smith, in cui Waller-Bridge avrebbe dovuto recitare con Donald Glover. Lei però si è fatta da parte, probabilmente per divergenze artistiche, il ruolo della coprotagonista alla fine è stato interpretato da Maya Erskine, e lei non compare nemmeno come autrice. «Amazon è rimasta con lui e ha messo da parte lei», ha detto al Telegraph una persona del settore, ipotizzando che forse questo è indicativo dello stallo nel rapporto tra lei e l’azienda.

Non è che in questi anni Waller-Bridge non abbia fatto nulla. Tra le altre cose ha scritto e prodotto la serie di successo Killing Eve, ha doppiato uno dei personaggi nella versione inglese del film IF – Gli amici immaginari ed è stata coinvolta nella scrittura finale della sceneggiatura di No Time to Die, il film del 2021 nella saga James Bond, dove era stata interpellata per rendere i personaggi più credibili. Ha inoltre recitato in Indiana Jones e il quadrante del destino, in Run – Fuga d’amore e nel documentario Rule Breakers: questi però non erano progetti legati all’accordo con Amazon.

Non si sa esattamente cosa non abbia funzionato e non stia funzionando. In ogni caso il contratto è stato rinnovato anche all’inizio del 2025. Secondo le riviste di settore come Deadline tuttavia si tratta di un accordo “first look”, che è una specie di accordo di prelazione su progetti ancora da completare e per questo è meno remunerativo per gli artisti e meno impegnativo per le aziende. In ogni caso il documentario sui polpi sembra una scelta bizzarra per una sceneggiatrice come Waller-Bridge, e il Guardian lo ha definito «uno spreco del suo talento», augurandosi che se non altro sia stato realizzato mentre lavorava su qualcosa di migliore.

Alcuni esperti del settore hanno accusato Amazon di ricoprire i talenti come quello di Waller-Bridge di soldi senza tuttavia avere una strategia di sviluppo chiara, e di aver rinnovato il contratto con lei solo per evitare figuracce. In alcune interviste sia Waller-Bridge sia l’azienda hanno difeso le lungaggini senza entrare troppo nel merito, sostenendo che dipendano dall’impegno richiesto per progetti ambiziosi come quelli che hanno in cantiere.

Intanto dopo sette anni lo scorso marzo Salke ha dato le dimissioni dal suo ruolo di responsabile dei contenuti di Amazon a causa di scelte sbagliate nella gestione della piattaforma e di acquisizioni che non hanno avuto il successo sperato. La serie The Lord of the Rings: The Rings of Power, per esempio, è stata fortemente voluta dal proprietario di Amazon Jeff Bezos, ma non ha convinto il pubblico. Salke inoltre è stata responsabile del fallimento delle trattative per collaborare con la famiglia Broccoli, che controllava tutti gli aspetti dei film su James Bond dagli anni Sessanta e deteneva il 50 per cento dei diritti sulla saga, ora interamente della società Amazon MGM Studios.

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