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  • Mercoledì 7 maggio 2025

Gli oppositori venezuelani bloccati nell’ambasciata argentina a Caracas sono stati liberati

Erano rifugiati lì da oltre un anno per sfuggire a un mandato di arresto voluto da Nicolás Maduro: ora sono arrivati negli Stati Uniti

Agenti di polizia di fronte all'ambasciata argentina di Caracas, in Venezuela, 6 maggio 2025 (AP Photo/Cristian Hernandez)
Agenti di polizia di fronte all'ambasciata argentina di Caracas, in Venezuela, 6 maggio 2025 (AP Photo/Cristian Hernandez)
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Cinque politici di opposizione venezuelani che da oltre un anno erano rifugiati nell’ambasciata argentina di Caracas, la capitale del Venezuela, sono stati liberati e si trovano attualmente negli Stati Uniti. Erano bloccati nell’ambasciata dal marzo del 2024, quando il presidente Nicolás Maduro, che governa il paese in modo estremamente autoritario e repressivo, aveva fatto emettere un mandato d’arresto contro di loro con l’accusa di cospirazione, ritenuta dall’opposizione politicamente motivata.

La loro liberazione è stata confermata dal segretario di Stato statunitense Marco Rubio, dalla leader dell’opposizione venezuelana María Corina Machado e dal presidente argentino Javier Milei. Si sa che i cinque sono stati portati al sicuro negli Stati Uniti, ma non si sa come sia avvenuta la loro liberazione o chi vi abbia partecipato. Diverse ore dopo l’annuncio degli Stati Uniti il ministro dell’Interno venezuelano Diosdato Cabello ha detto che l’operazione è stata negoziata con il governo, mentre la coalizione dei partiti dell’opposizione aveva lasciato intendere il contrario. Né il comunicato americano né quello argentino fanno riferimento ad accordi con il regime di Maduro.

Le persone liberate sono Magalli Meda, responsabile della campagna di Edmundo González Urrutia, l’effettivo vincitore delle elezioni dello scorso luglio, secondo il riconteggio organizzato dalle opposizioni e considerato molto attendibile; Claudia Macero, capo del team di comunicazione di Machado, altra importante leader dell’opposizione venezuelana a cui era stato impedito di candidarsi e che si trova in una località ignota da mesi per sfuggire all’arresto; Omar González Moreno, Pedro Urruchurtu e Humberto Villalobos, tutti membri di Vente Venezuela, il partito di Machado.

Inizialmente erano in sei: era con loro anche Fernando Martínez Mottola, un ex ministro, che aveva però deciso di consegnarsi alle autorità venezuelane nel dicembre del 2024. Aveva problemi di salute ed è morto a febbraio di quest’anno.

Dall’ambasciata argentina a Caracas, dove valgono le leggi argentine e non quelle venezuelane, i cinque politici avevano contribuito a organizzare la campagna elettorale dell’opposizione per le elezioni presidenziali tenute a luglio dello scorso anno. E sempre dall’ambasciata avevano coordinato lo sforzo per raccogliere tutte le ricevute del voto elettronico che avevano poi dimostrato come Maduro si fosse assegnato la vittoria alle elezioni nonostante ne fosse uscito sconfitto. Della questione delle ricevute se n’era parlato molto anche sulla stampa internazionale e lo scandalo aveva provocato estese proteste in Venezuela, che erano state represse duramente dalla polizia con violenze e arresti.

Attualmente ci sono almeno 900 oppositori politici nelle prigioni venezuelane.

Da mesi i cinque politici chiedevano di essere liberati, anche perché dalla rottura dei rapporti diplomatici tra Argentina e Venezuela l’ambasciata si era svuotata di tutto il personale e viverci era diventato molto complicato: l’edificio era costantemente assediato da uomini armati delle forze di sicurezza venezuelane, e spesso mancavano il cibo, l’acqua e la corrente. Dalla rottura dei rapporti l’ambasciata era passata sotto la protezione delle autorità diplomatiche brasiliane, che la difendevano dalle intimidazioni delle forze di sicurezza del regime venezuelano grazie a una rara alleanza tra il governo argentino e brasiliano.

I rapporti tra il presidente argentino Javier Milei e Maduro si erano raffreddati da quando Milei non aveva riconosciuto la vittoria di Maduro alle elezioni (come molti altri governi, compreso quello degli Stati Uniti), e le cose erano peggiorate nei mesi successivi dopo alcuni arresti di persone argentine avvenuti in Venezuela e considerati pretestuosi. Per questo era stato espulso il personale diplomatico.

Rubio ha detto che la liberazione dei cinque oppositori è stata un successo. Negli ultimi mesi i rapporti tra il regime di Maduro e l’amministrazione Trump non sono stati particolarmente buoni, anzi. Da un lato c’è stata l’espulsione a El Salvador di centinaia di cittadini venezuelani che gli Stati Uniti ritengono parte di una banda criminale (ma contro cui non c’è stato ancora alcun processo), e dall’altro il Venezuela ha arrestato diversi cittadini statunitensi, secondo il governo di Washington senza nessuna accusa.