Ora a Firenze sono gli NCC a prendersela col comune
Perché alla fine ha accontentato i tassisti, che la scorsa settimana avevano messo in piedi uno sciopero non dichiarato e non del tutto legittimo

Le associazioni di noleggio con conducente (NCC) hanno fatto sapere che organizzeranno delle manifestazioni per protestare contro i controlli più stringenti annunciati dal comune di Firenze dopo lo sciopero non dichiarato dei tassisti della scorsa settimana, che aveva creato disagi e lunghe code davanti alla stazione di Santa Maria Novella.
Per quattro giorni molti taxi avevano evitato di fermarsi davanti alla stazione: anche se negavano di essere in qualche forma di sciopero o di stare protestando, dopo poco tempo si era reso evidente che stessero cercando di procurare un disagio per ottenere qualcosa dal comune. Anche le ragioni di questa specie di sciopero erano chiare, perché nel frattempo le associazioni di categoria le stavano esplicitando parlando coi giornali: protestare contro i tassisti abusivi (cioè chi offre passaggi per soldi senza avere una licenza) e appunto gli NCC, che secondo loro farebbero ai tassisti concorrenza sleale. Inizialmente il comune aveva diffidato i tassisti dal continuare questo genere di protesta, ma poi è sceso a compromessi con le misure annunciate contro gli NCC.
Anche se svolgono un servizio simile, gli NCC funzionano in modo diverso dai taxi: non potrebbero caricare clienti per strada ma dovrebbero prendere le prenotazioni da un punto di partenza, una rimessa o comunque senza sostare per strada. Secondo i sindacati dei tassisti però queste limitazioni verrebbero spesso aggirate, e gli NCC si comporterebbero spesso come dei taxi facendo così concorrenza sleale. Anche la piattaforma Uber, che è un frequente bersaglio delle proteste dei tassisti, in Italia funziona perlopiù come un NCC, solamente che non ha una rimessa fissa (in altri paesi invece funziona in modo assai più simile ai taxi).
Dopo il non-sciopero dei tassisti l’assessore alla Mobilità di Firenze, Andrea Giorgio, aveva annunciato la predisposizione di un sistema di telecamere per controllare con maggiore attenzione l’attività “anomala” degli NCC: per esempio entrando in città senza avere clienti a bordo, visto che in teoria gli NCC che vengono da fuori città potrebbero entrare solo per portare a destinazione un cliente; o magari stazionando in punti strategici delle città come le stazioni, le piazze del centro storico e gli ospedali (anche in questo caso non potrebbero: possono solo andare a prendere appositamente i clienti dopo essere stati chiamati).
Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, un’associazione che tutela gli interessi di NCC e bus privati, ha detto a Repubblica che l’assessore Giorgio «pensa di risolvere il problema inventando di sana pianta nuove norme sconosciute al nostro ordinamento», e che se i controlli entreranno in vigore «risponderemo sia nei tribunali che tornando in piazza». Anche NCC Italia, un’altra associazione di categoria, ha chiesto un incontro con il comune, accusandolo di voler «schedare gli NCC».
Le associazioni degli NCC dicono inoltre che in questo modo il comune di Firenze ha legittimato lo sciopero non dichiarato dei tassisti della scorsa settimana, che pure legittimo non era. C’era uno sciopero regolare dei tassisti programmato inizialmente per il 24 aprile e poi spostato al 28: ora non è nemmeno chiaro se si farà.
Secondo Giorgio l’aumento dei controlli non sarà discriminatorio nei confronti degli NCC ma sarà una misura contro «ogni forma di abusivismo, senza distinzioni tra categorie». Ha anche detto che non saranno introdotte nuove norme, perché gli NCC sono già tenuti alla compilazione dei fogli di servizio, ossia dei registri digitali che contengono informazioni relative a tutte le corse effettuate.
I tassisti criticano gli NCC anche per come vengono gestite le loro licenze, che in alcuni casi vengono acquistate in comuni più piccoli e diversi da quelli in cui prestano effettivamente servizio, come le grandi città, dove costerebbe di più. Questo perché il prezzo delle licenze dipende da vari fattori: la domanda del servizio, le normative locali e il numero di licenze già presenti in città, per esempio.
Fino al 2020 gli NCC erano obbligati a rientrare in sede dopo ogni corsa, come stabilito da un decreto legge di fine 2018 adottato in risposta alle proteste dei tassisti. Nel 2020 la Corte costituzionale stabilì l’illegittimità di quest’obbligo, e da allora gli NCC hanno un po’ più di libertà per poter prendere una corsa dopo aver portato a destinazione un cliente (senza però, come detto, sostare nei punti dove c’è più richiesta come invece fanno i tassisti).
La scorsa settimana Giorgio Dell’Artino, referente della Federazione noleggio con conducente MuoverSì, aveva parlato di un «accanimento incomprensibile» verso gli NCC, le cui licenze a Firenze secondo lui sarebbero poche per fare effettivamente concorrenza ai tassisti, circa duecento, e «ferme da decenni» (le licenze dei taxi attualmente attive a Firenze sono invece 754).
– Leggi anche: Lo sciopero dei taxi a Firenze che non è un vero sciopero



