Il movimento dietro le proteste contro Trump negli Stati Uniti
Si chiama 50501, è nato su Reddit e per alcune cose è diverso da altre mobilitazioni americane recenti

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Sabato negli Stati Uniti ci sono state nuove proteste contro il presidente Donald Trump dopo quelle, ancora più grandi, di due settimane fa. Sono avvenute in più di 700 città e hanno partecipato decine di migliaia di persone: una conferma, oltre che del largo scontento nei confronti delle azioni di Trump da quando è tornato presidente, anche della dimensione che sta assumendo il movimento che le organizza a partire dal 5 febbraio, data della prima manifestazione. La prossima è prevista il 1° maggio.
Il movimento si chiama “50501”. Si pronuncia fifty, fifty, one, che significa “cinquanta, cinquanta, uno” e si riferisce allo slogan «cinquanta proteste, cinquanta stati, un movimento» (gli Stati Uniti hanno 50 stati, più il distretto federale della capitale Washington).
È un movimento nato su Reddit, social network molto usato negli Stati Uniti, che funziona per lo più come grande aggregatore di notizie e informazioni che vengono condivise, votate e anche lungamente commentate dai suoi iscritti. Sul social c’è un subreddit, cioè un forum di discussione, che si chiama 50501 e a cui sono iscritti più di 280mila utenti. Il nome è nato da un moderatore del social, che aveva suggerito di adottare un nome semplice e che potesse tenere insieme tutte le mobilitazioni nei vari stati.
Da quella discussione il movimento si è ingigantito e oggi ha un sito internet per gestire gli eventi, profili sui principali social e soprattutto gruppi di attivisti sparsi per il paese.
Non ha una struttura gerarchica, o una vera e propria leadership nazionale, ma è organizzato su base locale. Gli attivisti di 50501 si coordinano con le piattaforme di messaggistica Discord e Signal, con gruppi divisi per stato e città. Diversi gruppi di attivisti e associazioni esistenti hanno aderito, espandendo la rete e coordinandosi tra loro.
Sarah Parker, una delle portavoci, ha raccontato che in passato ha fatto parte di altri movimenti, come Black Lives Matter e Occupy, ma che «questa è la prima volta che vedo qualcosa che chiamerei un ecosistema vivente», cioè decentrato e secondo lei più spontaneo. Le proteste hanno poi un carattere apartitico: Hunter Dunn, un altro portavoce, ha detto che tra gli attivisti ci sono persone registrate come elettrici ed elettori Democratici, Repubblicani e indipendenti.

La mappa delle proteste del 19 aprile (dal sito di 50501)
Un’altra novità, notata dal New York Times, è che durante il primo mandato di Donald Trump le proteste si concentravano perlopiù su una causa specifica, mentre nel caso di 50501 abbracciano una pluralità di temi – anche perché è difficile stare dietro a tutto ciò che ha fatto Trump in questi primi mesi (è una sua tattica precisa). Le proteste contestano più cose insieme: i dazi, i licenziamenti nelle agenzie federali, le politiche antimmigrazione, lo smantellamento dei programmi governativi su inclusione e diversity, lo scontro tra il governo e le università.
Infine, attorno alle manifestazioni vengono organizzati eventi di altro tipo, come raccolte fondi, di indumenti da dare in beneficenza, o distribuzioni di cibo.
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