Inchiesta su un impostore sentimentale

Per cinque anni una giornalista francese ha indagato su un uomo con molteplici identità e relazioni parallele, a partire dalle testimonianze delle sue ex

di Marta Impedovo

(@CinEcrans7art/YouTube)
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Sonia Kronlund è una giornalista francese che da più di vent’anni produce e conduce Les Pieds sur terre, un programma radiofonico quotidiano di reportage. Per il suo lavoro riceve spesso mail da persone che vogliono raccontarle la loro storia. Nel 2017 venne contattata da una donna, identificata come Marianne, che aveva scoperto che il suo compagno – oltre che padre del figlio che stava aspettando – le aveva mentito sul proprio nome, sul proprio lavoro e sulle proprie origini. E che portava avanti molteplici relazioni parallele con altrettante identità false.

Kronlund raccontò la storia di Marianne in una puntata del suo programma, ma non si fermò lì. Decise di indagare su quell’uomo, che oggi ha 46 anni. Scoprì che il suo vero nome è Ricardo ma che si era fatto chiamare a volte Daniel, a volte Alexandre, a volte Richard, e aveva detto di essere a volte brasiliano, a volte argentino, a volte portoghese. La ricerca è andata avanti per cinque anni attraverso le testimonianze di varie donne, e l’anno scorso in Francia sono usciti un documentario e un libro che la raccontano intitolati L’Homme aux mille visages. Da poco L’uomo dai mille volti è stato pubblicato anche in italiano, da Minimum Fax.

Nel libro Kronlund paragona la storia di Ricardo a quelle di altri impostori famosi: Jean-Claude Romand, le cui azioni (molto più sanguinose di quelle di Ricardo, che non ha mai fatto male fisico alle sue vittime) sono raccontate nel celebre libro di Emmanuel Carrère L’avversario; o il truffatore e falsario statunitense Frank Abagnale, a cui si ispira il film di Steven Spielberg Prova a prendermi. Questo film è peraltro uno dei preferiti di Ricardo, che proponeva spesso alle sue fidanzate di riguardarlo insieme.

A differenza del libro di Carrère, che si concentra sul punto di vista dell’impostore, quello di Kronlund parte dalle testimonianze delle donne che Ricardo ha ingannato nel corso degli anni.

Quando Marianne scoprì l’imbroglio, mentre era incinta e viveva con lui a Parigi, ce n’erano almeno altre tre convinte di essere le sue uniche conviventi. Mentre stava con Marianne, e fingeva di essere un chirurgo continuamente impegnato tra i turni di notte e un corso di formazione fuori città, ebbe una relazione con Nicole, a cui disse di essere un medico militare in zone di guerra, e andò a convivere sempre a Parigi con Carolina, per cui era un ingegnere per la Peugeot. Nel frattempo abitava anche a Cracovia con Kasia, una donna polacca a cui aveva detto di essere un ingegnere delle telecomunicazioni spesso in viaggio per lavoro. Grazie a Marianne, che ha avuto accesso ai molti profili social che Ricardo usava dal suo computer, Kronlund è risalita a loro e alle molte altre donne con cui Ricardo era in contatto in giro per il mondo.

Il libro inizia con un episodio raccontato da Marianne risalente al giorno dopo l’attentato al Bataclan del 13 novembre del 2015, in cui Ricardo (che per lei si chiamava Alexandre) racconta a una coppia di amici a cena della sua giornata in pronto soccorso, con dettagli strazianti completamente inventati. Marianne lo avrebbe scoperto solo tempo dopo, chiamando l’ospedale in cui lui era teoricamente assunto e sentendosi rispondere che non c’era nessun medico con quel nome. Oltre a Marianne, Kronlund ha trovato almeno un’altra donna che ha avuto un figlio con Ricardo prima di sapere la verità su di lui, ma non esclude che ce ne siano altre.

Kronlund ha seguito le tracce di Ricardo parlando con le sue vittime a Parigi, e poi in Polonia, dove ha trovato l’indirizzo di una quinta donna, Beata, con cui non è riuscita a parlare e che ha vissuto con lui almeno fino al 2022. In Polonia la giornalista ha assoldato un investigatore privato per pedinarlo. È andata anche in Brasile per ricostruire la storia della sua famiglia e degli anni della giovinezza. Lì ha trovato altre donne con storie simili a quelle da cui era partita, oltre a due poliziotte che erano riuscite ad arrestarlo nel 2011, prima che lasciasse il Sudamerica per andare in Europa.

In Francia il documentario e il libro su Ricardo sono usciti circa un anno fa. Nel film viene mostrata la sua faccia con le molte foto recuperate dalle ex fidanzate e dai profili sui social. Kronlund dice di sapere per certo che Ricardo è venuto a conoscenza del documentario e del libro, ma che non ha mai provato a contattarla. Nell’ultimo anno, racconta Kronlund, «ho ingaggiato un nuovo investigatore privato in Polonia e ho scoperto che Ricardo si è trasferito, ma non sono riuscita a localizzarlo».

Kronlund racconta che il motivo per cui ha dedicato così tanto tempo e lavoro a ricostruire la storia – anzi le storie – di Ricardo è che ha sentito fin dall’inizio una forte affinità con l’esperienza delle donne che aveva imbrogliato. Anche Kronlund infatti ha avuto delle relazioni con uomini che le hanno mentito su grosse parti della loro vita, cosa che l’ha portata a pensare che al posto loro avrebbe facilmente potuto esserci lei. Nel libro cita per esempio un fidanzato con cui andò a vivere a Londra: «un British che più British non si può […]. Un giorno venni a sapere che non lavorava più da tempo perché era americano e non aveva i documenti in regola. La mattina se ne andava in biblioteca e la sera fingeva di tornare dal lavoro».

Allo stesso tempo nel libro viene raccontato il profondo interesse coltivato dall’autrice per la psicologia di un impostore e bugiardo patologico come Ricardo, per cui mentire e inventare nuove identità è praticamente il lavoro di una vita. Ha scoperto e documentato come negli anni abbia costruito storie diverse e anche molto articolate per ciascuna delle donne che frequentava, e come dedicasse tutto il suo tempo a portare avanti le sue coperture, interpretando anche personalità diverse. Non avendo un lavoro vero, aveva costruito una specie di schema piramidale per cui chiedeva regolarmente prestiti alle compagne: talvolta le rimborsava usando i soldi delle altre e tenendosi una somma per sé, altre volte inventava scuse molto efficaci per non farlo.

L’autrice documenta le sue ricerche sulla vita di Ricardo fino all’aprile del 2024, quando è uscito il documentario in Francia. Ma lo scopo del suo lavoro era fin dall’inizio quello di trovarlo e incontrarlo. Solo alla fine del film e del libro si scopre se ci è riuscita o no.