“American Psycho” oggi è un’ispirazione per i maschi che prendeva in giro

E 25 anni dopo l'uscita del film, la regista Mary Harron si chiede dove ha sbagliato

Christian Bale in una scena di American Psycho (Lionsgate Films/ Courtesy Everett Collection, Contrasto)
Christian Bale in una scena di American Psycho (Lionsgate Films/ Courtesy Everett Collection, Contrasto)
Caricamento player

Quando la regista canadese Mary Harron diresse l’adattamento cinematografico di American Psycho, 25 anni fa, voleva fare una satira dei cosiddetti “maschi alfa”, con un protagonista grottesco interpretato da Christian Bale che rappresentasse le assurdità narcisiste della società capitalista e in particolare delle élite finanziarie newyorkesi. In un’intervista pubblicata in occasione dell’anniversario, perciò, si è detta «perplessa» dal fatto che oggi il personaggio di Patrick Bateman venga idolatrato dai cosiddetti “Wall Street bros”, gli uomini che nella vita vera vivono e lavorano come lui. Harron si domanda anche se lei e la co-sceneggiatrice Guinevere Turner abbiano sbagliato qualcosa, visto che l’interpretazione di Bale «li prende in giro molto chiaramente».

Oggi infatti su Instagram e TikTok è pieno di scene di American Psycho che esaltano la baldanza di Bateman, che lo mostrano parlare con i suoi colleghi ostentando sicurezza, camminare impettito ascoltando il Walkman, fare sesso osservando compiaciuto il proprio corpo allo specchio. Già da anni esistono siti autorevoli che celebrano il suo look, la sua dieta e i suoi esercizi mattutini per mantenersi in forma, che lo youtuber Will Tennyson per esempio segue pedissequamente. In un post su un forum dedicato al “looksmaxxing”, cioè ai modi con cui gli uomini possono massimizzare il loro aspetto fisico, Bateman viene definito «(QUASI) l’uomo ideale»: l’unica pecca è che sia alto meno di 180 centimetri.

Come ha riassunto in maniera efficace Vox, il personaggio era stato pensato per essere un mostro, ma «adesso è un eroe di Internet». Il personaggio Bateman infatti è anche e soprattutto uno psicopatico violento e grottesco, un espediente che serve proprio per prendere in giro tutto ciò che la società in cui vive rappresenta. Secondo Harron, però, a quelle sottoculture maschiliste che oggi lo vedono come una specie di modello questa parte manca.

American Psycho (1991) è il romanzo più famoso di Bret Easton Ellis e fu reso ancora più celebre dall’omonimo film che negli Stati Uniti uscì il 14 aprile del 2000, svoltando la carriera di Bale. Bateman ha soldi e successo, le donne e un fisico perfetto, eppure uccide chiunque gli capiti a tiro senza provare sensi di colpa, facendo anche di peggio. È ossessionato dalla cura del corpo e dal proprio status sociale, in una costante competizione con gli altri broker di Wall Street con cui lavora, tra chi ha l’abito migliore, il taglio di capelli più alla moda, il biglietto da visita più d’impatto. Insomma è ossessionato da se stesso. È misogino e razzista, disumano ma affascinante, nonché un narratore inaffidabile della sua stessa storia.

Se per Ellis American Psycho è un romanzo profetico sul consumismo e sul narcisismo di massa, secondo Harron è anche una critica piuttosto chiara dei comportamenti dei maschi tossici. Harron ha riconosciuto che i video sui social abbiano contribuito a dargli una nuova popolarità perché mostrano il suo carisma e i suoi successi: tuttavia a suo dire chi lo prende come modello ignora che – soprattutto grazie alle capacità di Bale – sia un personaggio ridicolo e imbarazzante.

Nell’intervista, pubblicata sul social dedicato a consigli e recensioni di film Letterboxd, Harron ha inoltre spiegato di aver sempre visto American Psycho come «una satira di un uomo gay sulla mascolinità». Ellis infatti è gay e a detta di Harron nel libro racconta in chiave parodica i «rituali omoerotici» dei “maschi alfa”, a partire dal modo in cui feticizzano il proprio aspetto e l’attività fisica.

Nella newsletter The Digital Native il giornalista Shaurya Singh scrive che la superficialità, l’insicurezza sessuale e l’ossessione per il materialismo tipiche del film sono comuni a ciò che alcune persone della cosiddetta generazione Z (ma non solo) hanno provato durante la pandemia da coronavirus. Può darsi quindi che il personaggio di Bateman sia tornato a essere popolare perché è una specie di ispirazione per chi si sente incompreso e isolato, ma pronto a tutto per avere successo.

Secondo l’autore statunitense Sean Monahan, esperto di trend culturali, può anche aver influito il ritorno in certi ambienti della destra statunitense dei valori e dell’immaginario tipici del maschilismo degli anni Ottanta, che lui ha descritto con l’espressione “boom boom”, qualcosa come “il boom del boom”. Per Harron tra l’altro il film parla proprio di una «società predatoria» che non solo è tuttora attuale, ma anche più disastrata di prima per l’aumento delle diseguaglianze sociali, e per lo sdoganamento del razzismo e del suprematismo favorito da Donald Trump, che sia nel libro che nel film viene esplicitamente citato come modello per Bateman.

In un articolo del 2022 la rivista GQ ha definito questa «venerazione tossica» di Bateman su TikTok «un altro segnale che i giovani uomini sono perduti». È una prospettiva provocatoria e catastrofista, che non tiene peraltro conto di come nel linguaggio dei meme contemporanei qualsiasi cosa sia avvolta da diversi strati di ironia e cinismo, e quindi interpretarli troppo letteralmente rappresenta un errore di metodo.

Su TikTok, in ogni caso, Bateman è di gran lunga il più citato nei video sui personaggi di film e serie tv che incarnano l’idea di “maschio sigma”. Per uno di questi è «il sigma originale».

Con l’espressione maschio sigma si intende un uomo che come il cosiddetto “maschio alfa” ha come ambizioni principali successo e potere, ma al suo contrario è introverso, individualista e spregiudicato. A volte è ai margini della società, ma vuole sempre raggiungere i propri obiettivi secondo le proprie regole, e con poca considerazione per le altre persone, per le quali nutre spesso disprezzo: tutti tratti che si ritrovano nel personaggio di Bateman. È un concetto attribuito all’attivista di estrema destra Theodore Robert Beale e si è diffuso da una quindicina d’anni nello slang della cosiddetta manosfera, il termine che indica la rete di sottoculture, profili social e siti Internet associata a opinioni misogine e antifemministe.

Secondo Tim Squirrell dell’Institute for Strategic Dialogue, un’organizzazione che si occupa di combattere gli estremismi e la disinformazione online, il fatto che Bateman sia una satira della vacuità del capitalismo, del materialismo e del consumismo apparentemente è sfuggito a chi lo promuove come ispirazione. A proposito della riscoperta di Bateman nella cultura maschilista, invece Ellis ha ipotizzato che alcune persone lo vedano come un modello o ci fantastichino su per il fatto che «Christian Bale è incredibilmente bello, forte e mascolino, eppure al tempo stesso si sente una merda».

– Leggi anche: La “manosfera” è sempre più visibile