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  • Giovedì 17 aprile 2025

Un pezzo di centrodestra tedesco vuole normalizzare i rapporti con AfD

Cioè il partito di estrema destra che è sempre stato escluso da incarichi istituzionali: l’idea non piace a molti

La cupola del Bundestag, il parlamento federale, a Berlino il 15 aprile
La cupola del Bundestag, il parlamento federale, a Berlino il 15 aprile (EPA/FILIP SINGER)
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In Germania i partiti che stanno formando il governo, i Cristiano-Democratici (CDU/CSU) di centrodestra e i Socialdemocratici (SPD) di centrosinistra, stanno già litigando su una cosa: come trattare il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), il più forte dell’opposizione. Discorsi simili c’erano già stati sul finale della scorsa legislatura, negli ultimi giorni di gennaio, quando la CDU aveva votato in parlamento insieme ad AfD alcune misure anti-migranti. Stavolta è diverso, perché la CDU non è più all’opposizione ma si prepara a esprimere il suo leader Friedrich Merz come prossimo cancelliere.

Da sempre all’estrema destra si applica il cosiddetto Brandmauer, che in tedesco vuol dire “muro tagliafuoco”: gli altri partiti si impegnano cioè a non collaborare con AfD e a escluderla dalle cariche nelle istituzioni. Alcuni esponenti della CDU però hanno messo in discussione questo approccio, aprendo un caso politico e un dibattito sul futuro del “muro di protezione”.

Tutto è partito da un’intervista del vice-capogruppo della CDU, Jens Spahn. Spahn ha detto alla Bild che AfD dovrebbe essere trattata «come tutti gli altri partiti dell’opposizione», spiegando che i moltissimi voti che ha ricevuto alle elezioni dello scorso 23 febbraio «dovrebbero essere presi seriamente».

Jens Spahn, quello con gli occhiali, durante una conferenza stampa il 7 aprile a Berlino

Jens Spahn, quello con gli occhiali, durante una conferenza stampa il 7 aprile a Berlino (EPA/HANNIBAL HANSCHKE)

Spahn ha citato esplicitamente le procedure parlamentari: cioè quelle in cui AfD sconta il “muro di protezione”. Per esempio, nonostante abbia il secondo gruppo per numero di seggi, all’estrema destra sono precluse sia la vicepresidenza del Bundestag (la camera) sia delle commissioni parlamentari, che per consuetudine vengono spartite tra i partiti. Questo perché gli altri si rifiutano di votare i suoi candidati.

Spahn ha fatto finta di nulla dopo che le sue dichiarazioni sono diventate un caso, dicendo che parlava a titolo personale e che non intendeva indicare una nuova linea del suo partito. Il quotidiano Spiegel l’ha criticato scrivendo che «si comporta come se non sapesse cosa significa il termine “normalizzazione” […], come se non si fosse riferito a un nuovo modo di rapportarsi a un partito antidemocratico».

Spahn non è un esponente qualsiasi: è stato ministro della Sanità nell’ultimo governo di Angela Merkel e con ogni probabilità gli verrà proposto un incarico nel prossimo governo. Soprattutto, come ha scritto Die Zeit, le sue dichiarazioni «riflettono un dibattito che va avanti da tempo nella CDU/CSU».

Diversi altri politici influenti della CDU hanno chiesto un approccio diverso: tra loro l’altro vice-capogruppo, Johann Wadephul; il governatore della Sassonia, Michael Kretschmer; Philipp Amthor, considerato uno dei nuovi volti del partito (è del 1992). Altri invece sono contrari: su questo, insomma, il partito è diviso – come si era intravisto anche alle votazioni in parlamento di fine gennaio, quando ci fu la prima intesa con AfD.

La conferenza stampa in cui è stato annunciato l'accordo di governo tra CDU e SPD, il 9 aprile a Berlino

La conferenza stampa in cui è stato annunciato l’accordo di governo tra CDU e SPD, il 9 aprile a Berlino (EPA/HANNIBAL HANSCHKE)

L’intervista di Spahn e il nuovo dibattito sul “muro di protezione”, comunque, hanno già avuto conseguenze politiche. La prima è che AfD ha esultato, ritenendola una prova che la sua tattica di normalizzazione sta funzionando. Alcuni suoi deputati hanno detto in via anonima ai media che esistono già contatti con la CDU che potrebbero essere il presupposto per una collaborazione futura (una cosa improponibile per Merz).

La seconda è che la SPD si è indispettita. La segretaria del gruppo parlamentare, Katja Mast, ha detto che «AfD non è un partito come gli altri, cerca di sovvertire le nostre istituzioni», e che la SPD farà di tutto per proteggerle. Sono sviluppi che possono influire sulla formazione del governo, su cui già ci sono state alcune frizioni. L’accordo trovato tra CDU e SPD, infatti, deve ancora essere approvato dagli oltre 350mila iscritti dei Socialdemocratici. Hanno tempo per votare fino al 29 aprile e per statuto il loro parere sarà vincolante.

Il voto di fiducia sul nuovo esecutivo invece è previsto il 6 maggio, e solo dopo inizieranno le trattative per gli incarichi parlamentari. Negli scorsi giorni, tra l’altro, l’ala giovanile della SPD ha bocciato il patto di coalizione, ritenendo insufficiente la parte sul salario minimo: ha più di 70mila iscritti ed è molto ascoltata nel dibattito interno del partito, anche se in passato non ha mai fatto saltare un accordo di governo, nonostante fosse contraria o dubbiosa.

– Leggi anche: C’è un accordo per formare un governo in Germania