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  • Mercoledì 16 aprile 2025

Claudio Campiti è stato condannato in primo grado all’ergastolo

Nel 2022 uccise a colpi di pistola quattro donne che stavano partecipando a una riunione di condominio a Roma

L'udienza per la condanna di Claudio Campiti, il 16 aprile 2025 (ANSA/ANGELO CARCONI)
L'udienza per la condanna di Claudio Campiti, il 16 aprile 2025 (ANSA/ANGELO CARCONI)
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La Corte d’Assise di Roma ha condannato in primo grado all’ergastolo Claudio Campiti, l’uomo che nel dicembre del 2022 uccise a colpi d’arma da fuoco quattro donne in un bar di Fidene, nella periferia nord di Roma. Dopo essere stato arrestato Campiti aveva confessato: era accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio e lesioni personali.

Del caso si era molto parlato per via delle modalità con cui Campiti si era procurato l’arma e del conseguente coinvolgimento di alcuni ministeri. Campiti non aveva il porto d’armi e la pistola usata non era sua: l’aveva portata via illegalmente da un poligono di tiro che frequentava. Per legge i ministeri dell’Interno e della Difesa sono tenuti a supervisionare le attività dei poligoni: per questo erano stati accusati di avere una responsabilità civile negli omicidi, per omesso controllo, e avrebbero potuto dover risarcire i familiari delle vittime. La sentenza della Corte d’Assise però ha escluso la loro responsabilità.

Nel processo erano imputati con l’accusa di omessa custodia anche Bruno Ardovini, l’ex presidente della Sezione di Roma del Tiro a segno nazionale, e Giovanni Maturo, dipendente del poligono da cui Campiti rubò la pistola. Ardovini è stato condannato a tre mesi di carcere con pena sospesa, mentre Maturo è stato assolto.

Campiti era proprietario di una casa in un consorzio immobiliare in provincia di Rieti, nel Lazio. Aveva rapporti difficili con gli amministratori del consorzio, contro cui aveva presentato molte denunce e che per anni aveva minacciato. Gli omicidi avvennero proprio durante una riunione di questo consorzio, a cui partecipavano circa 30 persone.

Iniziò a sparare dopo aver chiuso e bloccato la porta. Tre donne morirono il giorno stesso e una quarta dopo alcuni giorni. Poco dopo l’inizio della sparatoria Silvio Paganini, un 67enne impiegato nel settore del turismo, riuscì a fermare e disarmare Campiti. Paganini raccontò poi che mentre cercava di fermarlo Campiti urlava «mafiosi, adesso vi uccido tutti». Durante il processo la difesa aveva chiesto l’assoluzione, sostenendo che Campiti soffra di un disturbo mentale e sia incapace di comprendere quello che aveva fatto.