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  • Martedì 15 aprile 2025

Per la prima volta in Germania le persone senza confessione hanno superato quelle cristiane

Lo dicono i dati ricavati dai registri statali, e c'entra anche una tassa che non vogliono più pagare

Un tramonto visto attraverso le due torri del Duomo di Colonia, in Germania, l'8 marzo 2025 (Christoph Reichwein/dpa/ANSA)
Un tramonto visto attraverso le due torri del Duomo di Colonia, in Germania, l'8 marzo 2025 (Christoph Reichwein/dpa/ANSA)
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Nel 2024 la Germania ha contato per la prima volta nella sua storia un numero maggiore di persone senza confessione rispetto a quelle che si dichiarano cattoliche o protestanti: secondo uno studio del gruppo di ricerca Weltanschauungen in Deutschland basato sui dati della Conferenza episcopale tedesca e della Chiesa protestante in Germania, le persone che si definiscono cattoliche o protestanti sono il 45 per cento, mentre quelle senza confessione sono il 47 per cento. Contando la religione musulmana, quella ebraica e altre confessioni più piccole, la popolazione religiosa è ancora la maggioranza, ma ci si aspetta che questo cambierà nei prossimi due anni.

Per fare un confronto, secondo l’istituto nazionale di statistica francese, in Francia la popolazione atea aveva superato questa soglia già fra il 2019 e il 2020, mentre in Italia le persone che non erano mai state in un luogo di culto negli ultimi 12 mesi nel 2023 erano il 31,5 per cento, contro un 17,9 per cento che andava almeno una volta a settimana e il restante che si collocava in mezzo.

Nel gruppo delle persone tedesche senza confessione rientrano persone atee e agnostiche, ma anche coloro che per diversi motivi non vogliono essere ufficialmente affiliati a nessuna organizzazione religiosa. Infatti se in Italia o in Francia queste stime sono realizzate dai principali istituti di statistica, in Germania si basano sui dati ricavati dai registri statali e dalle dichiarazioni dei redditi degli abitanti: l’affiliazione a una determinata chiesa comporta il pagamento di una tassa annuale, la Kirchensteuer, che equivale all’8 o al 9 per cento delle imposte da pagare, a seconda delle regioni. Nel 2023 la riscossione di questa tassa aveva fruttato 6,5 miliardi di euro alla Chiesa cattolica e quasi 6 miliardi alla Chiesa protestante.

Lasciare una chiesa, quindi smettere di pagare questa tassa, non è una decisione immediata. La procedura varia leggermente a seconda della regione, ma nella maggior parte dei casi bisogna depositare una richiesta formale in un ufficio comunale o in tribunale, pagare intorno ai 30 euro e aspettare di ricevere un certificato che attesti la conclusione della pratica.

Negli ultimi anni sono state molte le persone che hanno deciso di smettere di appartenere ufficialmente a una religione per non pagare più la Kirchensteuer, ma il rapido aumento di questa fascia della popolazione non è dipeso solo da questo. È in linea con quello di altri paesi ed è coerente con la progressiva laicizzazione della società occidentale.

La Chiesa cattolica e quella protestante mantengono comunque un ruolo stabile e cruciale nella società tedesca, a partire dalla gestione di molti asili nido e case di riposo, e sono il secondo datore di lavoro più grande del paese dopo lo Stato, con 1,8 milioni di dipendenti. Sono anche molto presenti nel dibattito politico: lo scorso febbraio la Conferenza episcopale tedesca e la Chiesa protestante avevano criticato la decisione del leader dell’Unione Cristiano-Democratica, Friedrich Merz, di accettare il sostegno del partito di estrema destra Alternative für Deutschland per far passare una mozione favorevole all’inasprimento delle politiche migratorie.