• Mondo
  • Sabato 29 marzo 2025

L’enorme manifestazione dell’opposizione a Istanbul

Nonostante la dura repressione è stata la più partecipata dall'arresto dell'ex sindaco di Istanbul e una delle più grandi della storia recente del paese

(AP Photo/Francisco Seco)
(AP Photo/Francisco Seco)
Caricamento player

Sabato a Istanbul, in Turchia, centinaia di migliaia di persone hanno partecipato all’enorme manifestazione organizzata dal principale partito di opposizione, il Partito repubblicano popolare (CHP). Da quasi due settimane in diverse città turche ci sono quotidiane proteste contro l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, ampiamente visto come un tentativo di ostacolare la sua candidatura in vista delle elezioni presidenziali del 2028.

Il leader del CHP, Özgür Özel, ha detto che alla manifestazione hanno partecipato 2,2 milioni di persone: è un numero molto difficile da verificare, ma sicuramente quella di sabato è stata la manifestazione più partecipata degli ultimi tempi. Tra i manifestanti si sentivano cori come «ogni luogo è Taksim», un riferimento alle gigantesche rivolte di piazza Taksim del 2013, considerate all’epoca la più grande sollevazione popolare della storia turca recente.

Özel ha aggiunto di volerlo rendere un appuntamento settimanale, da organizzare ogni sabato in varie città della Turchia.

Le proteste erano cominciate il giorno stesso dell’arresto di Imamoglu, accusato di corruzione e di terrorismo. Imamoglu era sindaco di Istanbul dal 2019, ed era considerato il più promettente leader dell’opposizione al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, uno dei pochi in grado di raccogliere voti dalle varie componenti dell’opposizione, comprese quelle conservatrici e laiche e la minoranza curda.

Fa appunto parte del CHP, tendenzialmente di centrosinistra, seppur con qualche elemento nazionalista, e in queste settimane aveva vinto le primarie del suo partito. In seguito all’arresto è stato sospeso dal suo incarico e mercoledì è stato sostituito: il suo arresto aveva provocato proteste enormi che si erano protratte per giorni.

Il governo di Erdogan ha represso il dissenso in modo autoritario e antidemocratico: sono state arrestate quasi 2mila persone e ci sono stati numerosi scontri con la polizia. Tra gli arrestati ci sono anche più di dieci giornalisti, tra cui un reporter svedese, e molti studenti. Un giornalista della BBC è stato espulso dal paese per «minaccia all’ordine pubblico» dopo un fermo di 17 ore.

Da giorni il governo turco peraltro impedisce la diffusione di informazioni sulle proteste, sostenendo che la censura serva a limitare la diffusione di messaggi d’odio. Ha inoltre bloccato centinaia di account sui social network.

– Leggi anche: L’opposizione in Turchia aveva trovato quello giusto