Alla fine l’obbligo di assicurarsi per le catastrofi è stato rinviato

Le imprese più piccole potranno adeguarsi entro il prossimo gennaio, mentre alle grandi sono stati concessi tre mesi senza sanzioni

negozio distrutto dall'alluvione
(Ivan Romano/Getty Images)
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Durante il Consiglio dei ministri di venerdì è stato approvato un decreto-legge per rinviare l’obbligo imposto alle imprese italiane di assicurarsi contro le calamità naturali e le catastrofi, e quindi sottoscrivere a proprie spese una polizza che protegga dai danni causati da eventi come terremoti o alluvioni. Le medie imprese avranno tempo fino al prossimo primo ottobre per adeguarsi e le piccole fino al primo gennaio del 2026, mentre per le grandi imprese la scadenza rimane il primo aprile di quest’anno, ma fino al 30 giugno non sono previste sanzioni.

La norma riguarda tutte le imprese con una sede fisica in Italia, sia straniere che italiane, purché abbiano una sede operativa che possa essere oggetto di danni. Oggi in Italia solo il 5 per cento delle aziende è coperto da una polizza contro le catastrofi, sebbene in molte zone del paese i rischi legati a questo tipo di eventi siano considerevoli: quando c’è un terremoto o una qualche forma di dissesto idrogeologico è lo Stato a rimborsare i danni, ma le procedure per ottenere i ristori sono lunghe e lente, e in alcuni casi i diretti interessati ci rimettono.

Inizialmente l’obbligo sarebbe dovuto entrare in vigore il 31 dicembre 2024, come previsto dalla legge di bilancio approvata alla fine del 2023. Come spesso accade mancavano però i decreti attuativi con i dettagli operativi per far funzionare la misura. Per questo, alla fine la scadenza è stata spostata di tre mesi – al 31 marzo, appunto – e il decreto ministeriale con tutti i dettagli è stato pubblicato solo alla fine di febbraio, senza tuttavia dettagli essenziali come le sanzioni previste per le imprese che non si sarebbero adeguate.

Molte associazioni che rappresentano le imprese avevano quindi chiesto al governo di rinviare l’obbligo, richiesta che hanno in parte ottenuto con il decreto-legge approvato venerdì. Il periodo transitorio di 90 giorni concesso alle grandi imprese prevede che la mancanza di un’assicurazione non pregiudichi l’assegnazione di contributi pubblici.

Le associazioni comunque hanno ancora molti dubbi sulla concreta applicazione. L’opinione condivisa da tutte è che fino a quando le polizze non saranno ampiamente diffuse, i costi per le aziende saranno molto alti. In merito ai costi, inoltre, incideranno inevitabilmente il territorio in cui si trova l’impresa e il settore in cui opera.

Le cosiddette polizze catastrofali sono un prodotto relativamente nuovo. Fino all’introduzione dell’obbligo esistevano solo tipi limitati di copertura, come quella per i danni da terremoti. La polizza prevista dalla legge invece prevede espressamente che siano coperti anche danni da frane, alluvioni, esondazioni e inondazioni (le differenze tra i diversi tipi di catastrofe si possono trovare qui). Il settore assicurativo ha dunque dovuto congegnare in poco tempo un prodotto che prima non offriva. Gli addetti ai lavori dicono che serviranno tempo ed esperienza sia per rodare i prodotti, sia per chiarire i dubbi sul loro funzionamento e sulla loro sostenibilità.