La città futuristica saudita “The Line” non sarà poi così grandiosa
Certamente meno del visionario progetto iniziale voluto dal principe Mohammed bin Salman, a causa di costi e tempi ampiamente sottostimati

Nella primavera del 2021 il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman presentò ufficialmente il progetto “The Line” (“La Linea”), una città futuristica che si sarebbe dovuta sviluppare per 170 chilometri fra la costa e il deserto, larga 200 metri e alta oltre 500 (più dell’Empire State Building, storico grattacielo di New York). Era a sua volta una parte di un progetto ancora più ampio, NEOM, che comprendeva una stazione sciistica, un’isola resort e altre città e località di turismo. NEOM doveva cambiare radicalmente l’Arabia Saudita e contribuire a liberare la sua economia dalla dipendenza dal petrolio.
Quattro anni dopo non solo i lavori stanno andando molto a rilento, ma l’intero progetto sembra essere stato ridimensionato: già alla presentazione era sembrato irrealizzabile, ma in questi anni si è dovuto anche confrontare con costi e tempi di costruzione ampiamente sottostimati e ricavi potenziali gonfiati per far tornare i conti.
Il quotidiano statunitense Wall Street Journal ha recentemente avuto accesso a un documento interno di oltre 100 pagine che raccoglie i molti problemi del progetto NEOM (e di “The Line” in particolare). Alla base di quasi tutti c’è la volontà di non scontentare bin Salman: chi si è occupato del progetto, anche ai più alti livelli, ha nascosto reali difficoltà e costi, approvando e avviando piani irrealizzabili o non sostenibili economicamente.
Al momento è in corso la costruzione di un primo segmento di “The Line”, Hidden Marina: dovrebbe essere lungo 2,5 chilometri, con 80mila case e 9mila camere d’albergo, negozi e servizi. Dovrebbero renderlo una città autosufficiente da 200mila abitanti. Resta un progetto enorme, tanto che entro il 2034 si punta a completarne solo una parte, da un chilometro e mezzo, con uno stadio per i Mondiali di calcio (che l’Arabia Saudita ospiterà nel 2034).

Il progetto originario di 160 chilometri (Cover Images via ZUMA Press)
Il progetto originario era però su tutt’altra scala e doveva cambiare il nord-ovest dell’Arabia Saudita, vicino al confine con la Giordania e sul lato orientale del golfo di Aqaba (su quello occidentale c’è l’Egitto). Doveva essere una specie di grande muraglia molto spessa e alta, tutta alimentata da energia rinnovabile, in cui i quartieri avrebbero dovuto svilupparsi in verticale e con tutti i servizi a cinque minuti di distanza a piedi. Secondo i piani visionari iniziali, avrebbe dovuto ospitare 9 milioni di persone entro il 2045.
Il progetto era stato definito una «rivoluzione nella civiltà», destinato a diventare un simbolo «come le piramidi egizie». Nel progetto iniziale 16 chilometri di città dovevano essere pronti per il 2030, tutto entro il 2080. Costruire i primi 16 chilometri sarebbe equivalso a costruire il triplo dei grattacieli presenti nel centro di Manhattan in dieci anni, utilizzando la gran parte di tutto l’acciaio e del vetro per finestre disponibile al mondo, dice il WSJ.
I documenti interni rivelano che i piani sono sempre stati considerati “non realistici” da chiunque si sia trovato a gestirli. Alcuni responsabili si rifiutarono di firmare documenti che definivano tempi e obiettivi e a novembre il responsabile del progetto si è dimesso inaspettatamente, senza spiegare mai la decisione. I costi sono stati recentemente aggiornati: 8.100 miliardi di euro complessivi (25 volte il budget annuale dell’Arabia Saudita), 370 miliardi per la prima fase: il fondo sovrano saudita al momento sostiene l’intera operazione, perché gli attesi investitori dall’estero non sono stati trovati.

Mohammed bin Salman in un incontro ufficiale a febbraio (Bernd von Jutrczenka/dpa)
Tutto il processo di costruzione è rallentato da grandi difficoltà logistiche. Non c’è forza lavoro sul posto, non c’è un porto abbastanza grande, ci sono poche strade e la rete elettrica non ha una portata sufficiente.
In più il progetto è tanto grandioso da essere quasi fantascientifico, per volontà soprattutto di bin Salman. Prevede fra le altre cose un parco divertimenti, con attrazioni e sale cinematografiche, sospeso a 300 metri di altezza su un ponte fra due grattacieli, e una costruzione chiamata “il lampadario”, che è una sorta di grattacielo di vetro di 30 piani appeso a un ponte d’acciaio che scende senza toccare terra. Lo ha disegnato Olivier Pron, un artista e scenografo dei film della saga di supereroi Marvel, secondo quanto sostenuto da alcuni ex dipendenti di NEOM coinvolto perché il principe ereditario amava i suoi film.
I piani di revisione e ridimensionamento dei progetti si sono scontrati sempre con l’opposizione di bin Salman, che ad esempio ha rifiutato di ridurre l’altezza del “muro” da 500 a 300 metri: i grattacieli di notevoli altezze sono quasi ovunque considerati come costruzione non sostenibili economicamente.
Per far tornare i conti sono spesso state sottostimate le spese e modificate al rialzo le ipotesi di ricavo. Per “The Line” era stato stimato che i costi di costruzione dei grattacieli sarebbero stati inferiori al metro quadro a quelli normalmente sostenuti a Riyad, la capitale, giustificando la cosa con “economie di scala”.
I costi di un altro grande progetto di NEOM, la località sciistica di Trojena, in un’area montana (anche questa costruita da zero), sono aumentati recentemente fino a 10 miliardi di euro circa: per mantenere le ipotesi di sostenibilità economica futura i costi di una notte al campeggio di lusso (glamping) sono stati aumentati da 200 a 700 euro, quelli in albergo da 450 euro a 1800.
La costruzione di “The Line” al momento è nella fase di preparazione dell’area, per quanto visibile da foto satellitari. Ufficialmente la società NEOM (si chiama come il progetto) sostiene che tutto stia procedendo secondo i piani e che nei prossimi mesi partirà la costruzione “in verticale”. Al momento è stata sospesa la costruzione di una parte di linea ferroviaria che avrebbe dovuto essere realizzata scavando un tunnel di circa 30 chilometri nella montagna.
Lo scorso ottobre è stata inaugurata ufficialmente una delle prime opere legate al progetto NEOM, l’isola turistica di lusso di Sindalah, un progetto minore e molto più “semplice” degli altri: era in ritardo di tre anni e sono stati spesi circa 4 miliardi. Gli hotel e i resort però non sono ancora aperti e i forti venti hanno creato problemi alla navigazione ma anche al campo da golf. Alla cerimonia di inaugurazione Mohammed bin Salman non si è presentato.



