Ora Palermo e Catania sono separate da quasi sei ore di treno
I lavori per l’atteso raddoppio della linea hanno interrotto un tratto e raddoppiato i tempi di percorrenza

Da domenica 2 marzo il gruppo Ferrovie dello Stato ha interrotto il tratto ferroviario tra le stazioni di Caltanissetta Xirbi e Dittaino per continuare i lavori dell’atteso raddoppio della linea ferroviaria tra Palermo e Catania. Almeno fino alla fine della prossima estate il viaggio in treno tra le due principali città siciliane sarà lungo e complicato: orari alla mano, si fa prima a passare da Messina – dalla parte opposta dell’isola – che a utilizzare i bus sostitutivi messi a disposizione da Trenitalia. Già prima di questa interruzione erano pochissime le persone che si spostavano in treno, in Sicilia molto meno competitivo rispetto al bus, almeno per ora.
I lavori sulla linea ferroviaria tra Palermo e Catania sono molto importanti, tra i più complessi portati avanti in Italia da RFI, l’azienda che gestisce l’infrastruttura ferroviaria per conto del gruppo Ferrovie dello Stato. L’obiettivo è ridurre il tempo necessario a spostarsi in treno tra le due città, passando da tre ore a due. I lavori consistono per la maggior parte nel raddoppio della linea, ora a binario unico, e nella costruzione di viadotti e gallerie per rendere il tragitto più lineare e breve. L’investimento complessivo è significativo, circa 12 miliardi di euro, e la conclusione dei lavori è stata fissata al 2029.
Nella fase in cui è stato pensato il progetto i lavori sono stati divisi in diversi lotti perché sarebbe stato impossibile gestire tutto con un unico cantiere. Sono stati divisi anche gli appalti. I due più importanti sono stati vinti da Webuild, una delle più grandi aziende che costruiscono infrastrutture in Italia, a cui tra le altre cose è stato affidato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, e da un’altra grande azienda di costruzioni: Rizzani de Eccher.
Quest’ultima si sta occupando del raddoppio nel tratto tra le stazioni di Dittaino e Catenanuova, chiuso almeno fino al 2026. Webuild invece sta facendo i lavori tra Catenanuova e Bicocca, di cui è prevista la chiusura almeno fino alla fine dell’estate. Questi due tratti di linea ferroviaria costituiscono insieme circa metà del tragitto tra Catania e Palermo, la più vecchia e malandata della linea.
Prima dell’inizio dei lavori servivano circa tre ore per spostarsi da Palermo a Catania. Ora sono rimaste due possibilità. La più veloce consiste nel raggiungere Messina, dove poi aspettare la coincidenza per Catania o Palermo, a seconda da dove si parte. Il tempo di percorrenza è in media di 5 ore e 30 minuti, salvo imprevisti. L’alternativa è decisamente più scomoda. Trenitalia ha infatti garantito un bus sostitutivo per coprire il tratto interrotto dai lavori, ma in questo modo da Palermo ci sono solo due coppie di treni al giorno che raggiungono Caltanissetta, dove poi prendere l’autobus per Catania. In totale servono 6 ore e 39 minuti con la corsa della mattina, mentre nel pomeriggio 5 ore.
Ci sono conseguenze anche per gli spostamenti da e verso Agrigento, che quest’anno è capitale italiana della cultura e quindi organizza molte iniziative ed eventi, e si aspetta un numero maggiore di visitatori. Per raggiungere Catania ci sono due coppie di treni al giorno verso Caltanissetta, dove poi bisogna prendere i bus sostitutivi per un viaggio complessivo di circa 6 ore. Altrimenti si può andare a Termini Imerese in treno, da lì prendere quello per Messina e poi un ultimo verso Catania. Tra una cosa e l’altra servono però quasi 8 ore.
Un’alternativa più veloce ed economica c’è, ma non è pubblica. L’azienda privata di autotrasporti Sais infatti ha attivato un collegamento diretto per spostarsi da Palermo a Catania in poco più di 2 ore e mezza. Il prezzo è di 14 euro contro i 17 euro e 20 centesimi che servono per percorrere lo stesso tragitto in treno e con tempi di percorrenza doppi. Sempre con Sais, da Agrigento a Catania ci si mettono due ore e 50 minuti in bus con un biglietto che costa 13 euro e 40 centesimi.
La concorrenza del servizio privato si è già fatta sentire negli ultimi anni, dopo le altre chiusure a cui Trenitalia ha rimediato con lenti bus sostitutivi, costretti per contratto a passare in tutte le fermate intermedie della linea ferroviaria. Nel 2015, quando fu chiusa l’autostrada tra Palermo e Catania per via di una frana, sul treno viaggiavano ogni giorno circa quattromila persone. Negli ultimi mesi, secondo le rilevazioni fatte dalla Regione Siciliana, è rimasto circa un centinaio di persone, che con l’aumento dei tempi di percorrenza dovuti alla nuova chiusura rischia di calare ulteriormente.
«Questa nuova interruzione era preventivata, però allo stesso tempo secondo i piani avrebbe dovuto riaprire il tratto tra Bicocca e Catenanuova. Invece è in ritardo», dice Giosuè Malaponti, referente del comitato pendolari siciliani. Con la riapertura del tratto tra Bicocca e Catenanuova, il viaggio con il bus sostitutivo sarebbe stato più breve e veloce. Invece bisognerà aspettare almeno fino all’estate per vedere dei miglioramenti.
A rallentare i cantieri ci si è messa anche la siccità, che ha ridotto le forniture d’acqua necessarie a far funzionare la talpa escavatrice chiamata anche TBM (Tunnel Boring Machine), un enorme macchinario che permette di scavare ed estrarre il materiale dalla montagna oltre a gettare quasi contemporaneamente il primo strato di calcestruzzo per la costruzione delle gallerie. La scorsa settimana RFI ha annunciato la costruzione di una condotta temporanea per portare acqua non potabile dalla diga di Villarosa fino al cantiere tra Caltanissetta Xirbi e Dittaino.
I comitati dei pendolari hanno chiesto più volte alla Regione Siciliana di essere ascoltati per tentare di ridurre i disservizi. Finora il comitato ha dialogato prevalentemente con Trenitalia, a cui la Regione ha affidato il servizio di trasporto pubblico regionale, trovando una certa disponibilità ad accogliere i suggerimenti anche se la situazione resta molto complicata per i pendolari, che ormai usano quasi solo l’auto.



