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  • Venerdì 28 febbraio 2025

«Cari amici ucraini, non siete soli»

È il senso delle reazioni di vari leader europei al disastroso incontro in cui Donald Trump ha provocato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Volodymyr Zelensky lascia la Casa Bianca, il 28 febbraio
Volodymyr Zelensky lascia la Casa Bianca, il 28 febbraio (AP Photo/Ben Curtis)

Venerdì vari leader europei hanno espresso pubblicamente il loro sostegno all’Ucraina dopo il disastroso incontro alla Casa Bianca in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha duramente attaccato il presidente Volodymyr Zelensky, alzando la voce e i toni in modo inaudito. Il senso di questi interventi è che l’Ucraina non è sola e che può contare sull’aiuto europeo.

Il primo ministro polacco Donald Tusk è stato fra i primi a manifestare sui social il suo sostegno a Zelensky, scrivendo «cari amici ucraini, non siete soli». Il presidente del Consiglio Europeo, António Costa, ha elogiato il comportamento di Zelensky, che non ha risposto alle provocazioni di Trump, e ha detto: «Continueremo a lavorare con voi per una pace giusta e duratura».

I primi ministri di Spagna, Irlanda, Svezia e Paesi Bassi sono fra i moltissimi leader di paesi europei che hanno scritto sui social che i loro governi restano «al fianco» dell’Ucraina.

Il presidente francese Emmanuel Macron, e il suo ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot, hanno ribadito che la Russia è il paese aggressore e l’Ucraina è la vittima di quell’aggressione. «Dobbiamo rispettare chi ha combattuto fin dall’inizio», ha detto Macron che si trovava in visita in Portogallo. «Il tempo delle parole è finito, passiamo ai fatti», ha aggiunto Barrot.

Venerdì sera Giorgia Meloni, che negli ultimi mesi ha provato a presentarsi come la principale referente in Europa della politica di Donald Trump, ha pubblicato un comunicato in cui non c’è un riferimento esplicito allo scontro avvenuto alla Casa Bianca. Ha invece detto che nelle prossime ore il governo italiano proporrà a Stati Uniti, paesi europei e altri alleati di riunirsi in un summit di emergenza per discutere come affrontare in maniera unitaria i principali temi di politica internazionale «a partire dall’Ucraina» e dalla sua difesa. La proposta ricorda la riunione organizzata dal presidente francese Macron il 17 febbraio, in risposta al tentativo di Trump di discutere di pace con la Russia senza l’Ucraina. Allora Meloni aveva criticato le modalità della riunione, a cui mancavano sia gli Stati Uniti che vari paesi europei.

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