Sempre più persone dormono all’aeroporto di Madrid Barajas
Sono centinaia ogni notte e non è chiaro chi debba occuparsene: è un problema per loro e per chi lavora in aeroporto

Da qualche tempo è aumentato considerevolmente il numero di persone senza fissa dimora che dorme all’aeroporto di Madrid Barajas, il principale aeroporto spagnolo, che si trova a circa una mezz’ora di metropolitana dal centro della capitale. Secondo l’ASAE, il sindacato del personale aeroportuale, ci dormono in media tra le 400 e le 500 persone ogni notte. Nel 2014 erano tra le 30 e le 40, meno di un decimo.
Sono persone che hanno percorsi di vita diversi: alcuni sono migranti, altri hanno perso il lavoro o non ne hanno uno stabile. Vivono in condizioni precarie, dormendo sul pavimento, sulle poltroncine o negli anfratti dei terminal. «Stanno arrivando anche molte persone con un impiego, ma che hanno un problema strettamente economico: non possono permettersi una casa», ha raccontato uno dei lavoratori dell’aeroporto al quotidiano spagnolo El País. Alcuni, dicono i dipendenti, vivono lì da diversi anni.
La loro presenza in numeri sempre maggiori sta causando problemi a chi lavora nell’aeroporto, oltre che contrasti sempre più frequenti. Il personale che si occupa delle pulizie, che è normalmente tra i primi ad arrivare insieme a quello dei bar e delle caffetterie, ha lamentato di trovare i bagni in pessime condizioni, oltre a oggetti, pattumiera ed escrementi abbandonati sui pavimenti. Ci sono stati anche casi di rapine e aggressioni ai danni dei dipendenti, che dicono di non sentirsi più sicuri ad andare al lavoro. Dall’anno scorso la ditta che si occupa delle pulizie ha proposto ai suoi lavoratori di fare turno in coppia, in modo da non trovarsi da soli in situazioni pericolose.
Lo scorso 19 febbraio il sindaco di Madrid José Luis Martínez Almeida ha offerto la sua collaborazione per trovare una soluzione alternativa per le persone che vivono e dormono all’aeroporto, che è pubblico e gestito da AENA, un ente controllato dal ministero dei Trasporti. Allo stesso tempo però l’amministrazione cittadina sostiene già da tempo che la responsabilità dovrebbe essere condivisa con il governo centrale, in quanto tra le persone che stanno a Barajas ci sono anche richiedenti asilo che andrebbero inseriti nel circuito di protezione internazionale. Parte di questo problema sta nel fatto che non è chiaro chi debba occuparsene, e che le autorità coinvolte si stanno rimpallando le responsabilità a vicenda.

Gli effetti personali di un senzatetto, sul pavimento del terminal T4 dell’aeroporto di Barajas, nel 2010, quando già diverse persone dormivano lì (REUTERS/Andrea Comas)
A partire dall’estate del 2023 è aumentato il numero di persone migranti che arrivano a Madrid da alcuni paesi dell’Africa e dell’America Latina. Secondo l’ong Commissione spagnola per l’aiuto ai rifugiati, molti arrivano all’aeroporto senza i permessi per entrare in Spagna e poi rimangono bloccati in attesa che la loro richiesta venga accolta o rifiutata, in condizioni di vita precarie. Queste persone, per il comune, dovrebbero essere prese in carico dal governo centrale.
Per le persone che ritiene di sua competenza, e quindi non i richiedenti asilo, il comune dice di aver attivato lo stesso servizio che esiste già per i senzatetto che vivono in città: prevede assistenti sociali, psicologi e operatori che possano mettersi in contatto con le persone e spiegare loro quali alternative hanno. Il comune definisce le persone senzatetto sotto la sua competenza – per la verità in un modo piuttosto vago – come quelle «che hanno vincoli con la città»: non si sa però a quante di quelle che passano da Barajas il comune abbia offerto una collocazione alternativa in questi anni, né si sa quanti siano attualmente i non richiedenti asilo sul totale delle persone che dormono a Barajas.
Quello delle persone che dormono in aeroporto non è un problema che riguarda soltanto Madrid: c’è una situazione simile anche a Barcellona, dove nell’ultimo periodo sono aumentate le persone senza fissa dimora, anche in questo caso provenienti da vari contesti, che dormono sul pavimento di El Prat, l’aeroporto principale. Qui fino al gennaio dell’anno scorso lavoravano due operatori dei servizi sociali ma poi il servizio è stato rimosso: anche in quel caso c’era stato un rimpallo di competenze tra il comune e il governo catalano.
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