Piombino vuole lasciare Livorno
Per unirsi alla provincia di Grosseto, ma prima bisognerà passare da un referendum

Francesco Ferrari, il sindaco di Piombino, ha annunciato l’approvazione di una delibera di giunta per unire il comune toscano alla provincia di Grosseto, lasciando quella di Livorno. La procedura per cambiare provincia non è immediata: il cambio deve essere approvato anche dal consiglio comunale e infine dagli abitanti attraverso un referendum. La decisione tuttavia è rilevante perché negli ultimi anni queste riforme amministrative hanno coinvolto perlopiù piccoli comuni: Piombino, dove abitano circa 34mila persone, è invece un centro molto importante per le acciaierie, le raffinerie e il porto.
Piombino si trova sulla costa tirrenica, a 86 chilometri di distanza da Livorno e circa 75 da Grosseto. Dal suo porto partono i traghetti diretti all’isola d’Elba, in Sardegna e in Corsica. Negli ultimi anni i giornali si sono occupati della città in parte per il declino delle acciaierie, ora interessate da un progetto di rilancio, e in parte per le discussioni relative al rigassificatore installato su una banchina del porto. Il rigassificatore è servito ad aumentare la fornitura di GNL (gas naturale liquefatto) importato soprattutto dagli Stati Uniti per diversificare l’approvvigionamento di gas dopo l’invasione della Russia in Ucraina.
La proposta di lasciare Livorno per unirsi a Grosseto non è nuova. Nel 2011 l’allora sindaco Gianni Anselmi, esponente del Partito Democratico, propose di unire il comune a un’unica provincia composta da Grosseto, Siena e Arezzo. Ci fu una prima approvazione di massima in consiglio comunale, ma poi non se ne fece nulla. La nuova proposta è sostenuta invece dalla maggioranza di centrodestra guidata da Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia. «La collocazione di Piombino nella provincia di Livorno è più un confine burocratico che reale e crediamo che sia giunto il momento di superare questa forzatura», ha detto.
Secondo il sindaco i piombinesi si sentono più affini al territorio grossetano, un po’ per la vicinanza geografica, e un po’ anche per cultura. Il cambio di provincia comunque avrebbe conseguenze dal punto di vista economico sull’assetto dell’intera Toscana, perché Piombino è storicamente un centro industriale e portuale. L’autorità portuale del mar Tirreno settentrionale gestisce i porti di Livorno e Piombino, e così la provincia di Grosseto “guadagnerebbe” un porto con un traffico passeggeri e merci non trascurabile.
Il sindaco di Livorno Luca Salvetti ha scelto il sarcasmo per commentare la proposta del sindaco Ferrari: «In questo trumpismo dilagante dove la mattina ci si sveglia e si pensa di prendere la Groenlandia o il canale di Panama, come se si stesse giocando a Risiko, ci sta che anche qualche amministratore abbia idee un po’ così, folkloristiche. Sarebbe meglio, invece, capire insieme i percorsi da fare». Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha detto che dovranno essere i cittadini di Piombino a decidere dove andare.



