C’è stato un nuovo scambio tra 3 ostaggi israeliani e 183 prigionieri palestinesi
È il quinto di questo tipo dall'inizio del cessate il fuoco che per ora, a parte qualche intoppo, sta reggendo

Sabato si è concluso il quinto scambio tra prigionieri palestinesi e ostaggi israeliani previsto dagli accordi per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Gli ostaggi liberati sono Ohad Ben Ami ed Eli Sharabi, catturati nel kibbutz Be’eri, e Or Levy, rapito al festival musicale Supernova. Hanno rispettivamente 56, 52 e 34 anni.
Poche ore dopo Israele ha liberato 183 prigionieri palestinesi detenuti nelle sue carceri. Sono tutti uomini e hanno tra i 20 e i 61 anni: alcuni erano stati incriminati per atti di terrorismo, 18 erano stati condannati al carcere a vita, 54 dovevano scontare sentenze a lungo termine e 111 erano abitanti della Striscia di Gaza, arrestati dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023.

Uomini dell’esercito israeliano fuori dalla prigione militare in cui sono rinchiusi i prigionieri palestinesi liberati in base agli accordi, 8 febbraio 2025 (REUTERS/Ammar Awad)
Gli ostaggi israeliani sono stati trasportati sabato mattina in una piazza di Deir al Balah, nella parte centrale della Striscia di Gaza. Sono comparsi sul palco, dove i miliziani hanno fatto dire loro qualche parola di ringraziamento, poi i delegati della Croce Rossa e i miliziani di Hamas hanno firmato i documenti per lo scambio.
I tre uomini sono stati quindi trasportati agli elicotteri militari con cui sono stati riportati in Israele, dove hanno incontrato le famiglie e ricevuto assistenza medica. A Tel Aviv erano stati allestiti dei maxi schermi per seguire il loro rilascio. Sin dalle prime immagini molti hanno fatto notare che i tre uomini apparivano molto dimagriti. Diversi esponenti del governo israeliano, tra cui il primo ministro, hanno commentato duramente le condizioni dei tre uomini.
Poco dopo si è conclusa anche la liberazione dei 183 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane: alcuni sono stati portati nella città di Ramallah, in Cisgiordania, dove sono stati accolti da una folla in festa. 7 di loro sono stati portati in ospedale per ricevere assistenza medica immediata.
– Leggi anche: Breve storia della Striscia di Gaza

Una manifestazione in attesa della liberazione a Tel Aviv, in Israele, 8 febbraio 2025 (AP Photo/Oded Balilty)
Lo scambio rientra tra quelli previsti dagli accordi in tre fasi per il cessate il fuoco. La prima è iniziata lo scorso 19 gennaio e durerà 42 giorni. L’accordo generale fornisce già alcune informazioni su quello che dovrebbe accadere nella seconda fase: Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli ostaggi ancora presenti nella Striscia, in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi detenuti in Israele. Israele dovrebbe completare il ritiro di tutte le sue truppe dalla Striscia. Durante i negoziati dovranno essere definiti i dettagli e le modalità di attuazione di queste procedure.
Infine, nella terza e ultima fase Hamas dovrebbe consegnare i corpi degli ostaggi morti durante la prigionia e cominciare l’attuazione di un piano per la ricostruzione di Gaza (su cui le trattative sono invece tutte da definire). Se i negoziati per le fasi due e tre falliranno, potrebbe essere prorogata la prima fase, oppure è possibile che la guerra ricominci.
Finora il cessate il fuoco ha retto e, al netto di qualche problema o ritardo, le sue condizioni sono state generalmente rispettate.
Per esempio giovedì sera Hamas si era rifiutata di comunicare i nomi dei tre ostaggi da liberare sabato entro l’orario previsto dagli accordi per il cessate il fuoco, accusando Israele di averne violato i termini. Secondo Hamas, Israele avrebbe ritardato l’ingresso nella Striscia di Gaza di centinaia di camion di aiuti e di mezzi pesanti per le operazioni di ricostruzione, e avrebbe permesso la consegna solo di una piccola parte delle strutture necessarie per ospitare le persone sfollate. A sua volta Israele aveva accusato il gruppo di aver violato gli accordi, per non aver comunicato i nomi degli ostaggi nei termini stabiliti. Hamas li aveva poi diffusi dopo un paio d’ore.

Un prigioniero palestinese liberato a Ramallah, 8 febbraio 2025 (AP Photo/Mahmoud Illean)
A oggi Hamas ha riconsegnato 16 ostaggi israeliani e 5 thailandesi, mentre Israele ha liberato 566 prigionieri palestinesi. Entro la fine della prima fase dovrebbero essere liberati 33 ostaggi (di cui Israele ritiene 8 siano morti) e 1900 prigionieri.
Come previsto il 4 febbraio sono iniziati i negoziati per la seconda fase, il cui esito è reso incerto dalle dichiarazioni che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto in occasione della visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca martedì scorso: Trump ha detto che intende prendere il controllo della Striscia di Gaza, spostare la popolazione palestinese nei paesi arabi confinanti e trasformare la Striscia in una località turistica. Il piano – che ha evidenti problemi etici, legali e pratici – ha generato reazioni confuse e critiche da diverse parti, anche all’interno della sua stessa amministrazione.



