Le Poste statunitensi hanno annullato dopo poche ore la decisione di non accettare pacchi dalla Cina

Mercoledì il servizio postale degli Stati Uniti ha annunciato che non avrebbe più accettato pacchi provenienti dalla Cina e da Hong Kong, almeno temporaneamente: la decisione, però, è stata annullata già poche ore dopo.
La scelta era stata ricollegata all’ordine esecutivo con cui il presidente Donald Trump ha imposto dazi sulle merci provenienti dalla Cina. Nello stesso ordine veniva cancellata la possibilità di spedizioni dalla Cina senza dazi, ispezioni e particolari informazioni sul contenuto per i pacchi il cui valore è al di sotto degli 800 dollari. Ora per gestirli le dogane dovranno fare molte più ispezioni e controlli: nel comunicato in cui hanno annunciato l’annullamento della propria decisione iniziale, le Poste statunitensi hanno detto che cominceranno a lavorare «a stretto contatto» con la Customs and Border Protection, l’agenzia che esegue i controlli doganali del paese, per implementare un meccanismo che permetta al contempo di applicare i nuovi dazi e «garantisca il minor numero di disagi nella consegna dei pacchi». Non sono state date spiegazioni sul cambiamento, piuttosto repentino.
Negli Stati Uniti arrivano ogni giorno quasi 4 milioni di questi pacchi dal valore contenuto, la maggior parte proprio dalla Cina. Secondo i dati dell’agenzia doganale statunitense sono stati 1 miliardo e 360 milioni nel 2024: molte sono spedizioni dei siti di e-commerce. Finora la maggior parte di queste spedizioni era stata esentata da dazi e soprattutto da controlli puntuali (che venivano fatti invece a campione, circa 100mila al giorno). L’esenzione era diventata un’esigenza per gli stessi funzionari delle dogane; a partire dal 2016 i vertici dell’agenzia avevano chiesto e ottenuto dal Congresso che l’esenzione fosse ampliata: prima riguardava i pacchi fino a 200 dollari, mentre con l’ampliamento la soglia era stata portata agli attuali 800. Negli anni era infatti aumentata la quantità di pacchi in arrivo, rendendo quasi impossibile gestire i controlli.
L’eliminazione dell’esenzione avrà ripercussioni soprattutto sui grandi siti di e-commerce che vendono prodotti cinesi economici sul mercato statunitense, come quelli specializzati in fast fashion Shein e Temu, ma anche la statunitense Amazon. Le spedizioni provenienti dalla Cina saranno soggette a dazi del 10 per cento e a tasse ulteriori per determinate categorie di prodotti. Le nuove regole avranno effetti economici anche sulle ditte di spedizioni FedEx e UPS, che hanno frequenti voli cargo proprio per gestire questo genere di pacchi.