L’ordine esecutivo di Trump per negare lo “ius soli” è stato bloccato da una giudice, per la seconda volta, stavolta in modo permanente

Martedì una giudice federale del Maryland, Deborah L. Boardman, ha emesso un’ingiunzione preliminare che blocca a oltranza l’ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che negava la concessione della cittadinanza statunitense alle persone nate in territorio statunitense da persone migranti senza permesso di soggiorno. L’ordine esecutivo di Trump sarebbe dovuto entrare in vigore il prossimo 19 febbraio, ma era già stato sospeso – anche se solo per due settimane – da un giudice federale dello stato di Washington.
L’ingiunzione di martedì è un provvedimento più forte di una sospensione temporanea: ha valore in tutto il paese e nella maggior parte dei casi resterà valida finché un tribunale di grado superiore non la annullerà, o fino alla conclusione del processo all’interno del quale è stato emesso. Boardman ha emesso l’ingiunzione dopo che un gruppo per la tutela dei diritti umani aveva presentato ricorso nel suo stato. Quello del Maryland era uno dei sei casi federali in corso contro l’ordine esecutivo di Trump: sono stati promossi da 22 stati governati dai Democratici e da decine di associazioni. Anche per Boardman, come per il giudice dello stato di Washington, l’ordine di Trump non è compatibile con il 14esimo emendamento della Costituzione, che prevede e protegge il diritto (noto come “ius soli”) alla cittadinanza per tutte le persone che nascono in territorio statunitense.
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