Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, da cui però erano già fuori

Martedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo, cioè un decreto presidenziale con effetto immediato, con il quale ha disposto il ritiro degli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC), l’organo dell’ONU che si occupa di monitorare il rispetto dei diritti umani tra i paesi membri. Gli Stati Uniti però al momento non sono tra i paesi che fanno parte del Consiglio, ma sono solo un paese “osservatore”: in quanto tali, come ha spiegato un portavoce dell’UNHRC, non possono ritirarsi dal Consiglio, perché già non ne fanno parte.
L’UNHRC ha sede a Ginevra ed è formato da 47 paesi che restano in carica tre anni e non sono rieleggibili. Gli Stati Uniti sono stati in carica dal gennaio 2022 al dicembre 2024: da allora il loro ruolo nel Consiglio è automaticamente scaduto e sono diventati paese “osservatore”.
L’UNHRC esiste dal 2006, anno in cui sostituì la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite: non va confuso con l’UNHCR, cioè l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, organo con il quale è comunque in stretti rapporti. Gli Stati Uniti ne facevano parte dal 2009: inizialmente l’amministrazione di George W. Bush aveva deciso di non aderire.
Sempre martedì Trump ha anche disposto una profonda revisione del finanziamento statunitense a diverse agenzie delle Nazioni Unite. Tra queste ha confermato la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi: la decisione era stata presa un anno fa da Biden dopo le accuse di Israele secondo cui alcuni dipendenti dell’agenzia sarebbero stati coinvolti nel violento attacco compiuto da Hamas contro Israele il 7 ottobre del 2023, che ha dato inizio alla guerra nella Striscia di Gaza.