Unicredit ha acquistato il 4,1 per cento di Generali

Unicredit – la seconda banca italiana dopo Intesa Sanpaolo per capitalizzazione di mercato, cioè per valore complessivo delle sue azioni – ha fatto sapere di aver acquistato il 4,1 per cento delle azioni di Generali, grande società italiana di assicurazioni con sede a Trieste: a questo si aggiunge uno 0,6 per cento posseduto dai clienti di Unicredit, con cui la banca è arrivata dunque a detenere una quota di quasi il 5 per cento. Ciononostante la banca ha precisato di non avere «alcun interesse strategico» in Generali, nel senso che non intende avviare un’operazione più ampia di acquisizione.
L’operazione di Unicredit si inserisce però nel complicato intreccio di interessi del cosiddetto “risiko bancario”, cioè come i giornali chiamano quel continuo movimento di fusioni e acquisizioni del settore finanziario che crea istituti sempre più grossi. Unicredit è infatti già impegnata nel tentativo di comprare Banco BPM e la banca tedesca Commerzbank, e a sua volta Generali è al centro di un grande accordo di collaborazione della sua divisione investimenti con Natixis, importante società di investimento francese.
A questo accordo si sono opposti due tra i principali azionisti di Generali, la holding Delfin della famiglia Del Vecchio e il Gruppo Caltagirone, che nel frattempo stanno promuovendo un’altra grossa operazione: l’acquisto da parte di MPS, che un tempo si chiamava Monte dei Paschi di Siena, di Mediobanca, una delle principali banche di investimento italiane. Delfin e il Gruppo Caltagirone hanno quote in entrambe le banche: se l’operazione andasse a buon fine, si formerebbe un cosiddetto “terzo polo”, cioè un terzo grande gruppo bancario a rottura dell’attuale duopolio di fatto, composto da Intesa Sanpaolo e Unicredit.
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