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  • Lunedì 3 febbraio 2025

Il governo francese alla prova della legge di bilancio, di nuovo

Il primo ministro François Bayrou potrebbe essere sfiduciato pochi mesi dopo il suo insediamento, come già successo al suo predecessore (vi ricordate come si chiamava?)

François Bayrou all'Assemblea Nazionale, Parigi, 14 gennaio 2025 (AP Photo/Thibault Camus)
François Bayrou all'Assemblea Nazionale, Parigi, 14 gennaio 2025 (AP Photo/Thibault Camus)
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Lunedì il primo ministro François Bayrou ha utilizzato il comma 3 dell’articolo 49 della Costituzione per far approvare alcune parti della legge di bilancio per il 2025, come aveva annunciato nei giorni scorsi. Negli ultimi mesi proprio la legge di bilancio sta causando molti problemi alla politica francese, e già lo scorso dicembre proprio il ricorso all’articolo 49.3 aveva fatto cadere il precedente governo guidato da Michel Barnier.

Il ricorso al comma 3 dell’articolo 49 consente al primo ministro di approvare un testo di legge in materia finanziaria senza passare da una votazione parlamentare, ed è da tempo considerato politicamente poco opportuno, soprattutto dalla sinistra, perché utilizzato molte volte negli ultimi anni anche per approvare riforme importanti e molto impopolari, come quella delle pensioni.

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Bayrou ha fatto ricorso al 49.3 per far approvare due importanti leggi finanziarie: quella che programma il bilancio dello Stato (PLF) in ambiti come le spese dei ministeri e il prelievo fiscale e quella sul finanziamento della sicurezza sociale (PLFSS), il welfare francese. Intanto il partito la France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon, di sinistra e all’opposizione, ha già annunciato che presenterà una mozione di sfiducia: sarà votata quasi sicuramente mercoledì e per approvarla basterebbero 289 voti su 577. Un’eventuale approvazione della mozione di sfiducia causerebbe la caduta del governo Bayrou.

La mozione dovrebbe ottenere il voto favorevole di alcune forze politiche di sinistra, tra cui il Partito Comunista e i Verdi. Lunedì pomeriggio il Partito Socialista ha detto che voterà contro, confermando quindi la fiducia a Bayrou, mentre l’estrema destra del Rassemblement National (RN) non ha ancora detto cosa farà.

Venerdì una Commissione congiunta tra Assemblea Nazionale e Senato aveva raggiunto un accordo sul testo. In Commissione, però, hanno votato a favore solo i membri della coalizione di governo, otto parlamentari sui 14 presenti. Per questo Bayrou ha scelto il ricorso all’articolo 49.3 parlando del «dovere urgente» di avere una legge di bilancio e facendosi portavoce di quei «francesi che hanno bisogno e vogliono stabilità».

Dopo le ultime elezioni parlamentari francesi, convocate a sorpresa dal presidente Emmanuel Macron l’estate scorsa, la ricerca di una maggioranza di governo in Francia è diventata una questione molto complicata: il parlamento infatti è diviso in tre blocchi, di sinistra, di centro e di destra, nessuno dei quali ha la maggioranza dei seggi né grandi intenzioni di collaborare con gli altri. Il predecessore di Bayrou come primo ministro, Michel Barnier, era rimasto in carica solo tre mesi prima di essere sfiduciato durante le votazioni sulla legge di bilancio, con una mozione votata sia dal Nuovo Fronte Popolare (l’ampia coalizione di sinistra), sia dal Rassemblement National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen.

In seguito alla nomina di Bayrou come nuovo primo ministro, i socialisti si erano di fatto allontanati dall’alleanza di sinistra e avevano avviato fin dall’inizio trattative con il governo su vari temi, ottenendo diverse concessioni in cambio della «non sfiducia». Ma la situazione è improvvisamente peggiorata la settimana scorsa, quando il primo ministro, facendo propria una retorica di estrema destra, ha parlato pubblicamente di «invasione di migranti» in alcuni dipartimenti della Francia. I socialisti hanno reagito prendendo ulteriormente le distanze da Bayrou e criticando apertamente alcuni suoi posizionamenti, ma lunedì hanno comunque deciso di non sostenere la mozione di sfiducia contro di lui.

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