Santanchè dice che non gliene frega niente se nel partito la criticano
Durante la sua visita in Arabia Saudita la ministra del Turismo ha ribadito che non si vuole dimettere

Durante la sua visita istituzionale in Arabia Saudita (dove è stata in questi giorni anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni), la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha parlato con alcuni giornalisti delle vicende giudiziarie in cui è coinvolta e della possibilità di dimettersi: diversi esponenti del suo partito, Fratelli d’Italia, sostengono infatti che dovrebbe farlo dopo la notizia che sarà processata per una di queste inchieste. Santanchè ha detto in modo perentorio che non intende dimettersi, e ai cronisti che le chiedevano perché molti nel partito la criticassero ha risposto: «Ma chissenefrega! Pazienza».
Le dichiarazioni di Santanchè sono state pubblicate martedì mattina sui giornali cartacei di Corriere della Sera, Repubblica, Stampa e Messaggero, che hanno giornalisti sul posto. In mattinata Santanchè ha inviato una nota alle agenzie in cui smentisce parzialmente il contenuto degli articoli, definendoli «ricostruzioni fantasiose di mie dichiarazioni che non hanno niente a che fare con me». Nello specifico però Santanchè ha fatto solo una precisazione puntuale: «Non ho mai detto chissene frega del partito ma chissene frega di chi mi critica», che in effetti è lo stesso concetto che era già emerso dagli articoli. Santanchè ha anche aggiunto, come aveva già detto in passato, che se glielo chiedesse Meloni si dimetterebbe.
Nelle dichiarazioni uscite sui quotidiani, tutte riportate in modo molto simile, Santanchè aveva anche detto: «Io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l’ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani. Poi se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino».
Uno dei motivi per cui Santanchè è così sicura della sua posizione è che nel governo c’era già un caso simile al suo, quello del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, rinviato a giudizio nel 2023 per rivelazione del segreto d’ufficio relativo al caso di Alfredo Cospito: Meloni non ha mai preso in considerazione le dimissioni di Delmastro, mentre per il caso di Santanchè non è stata così netta. In una recente intervista ha detto: «C’è una riflessione che deve tenere conto del quadro generale in un clima assolutamente sereno. Io non credo che un rinvio a giudizio sia per esso stesso motivo di dimissioni. […] Dopodiché la valutazione che semmai va fatta è quanto tutto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro».
Riguardo a questo Santanchè ha detto: «Questa è un’idea del presidente, io voglio parlare di altro. Faccio il mio lavoro, vado avanti, oggi sono qua, domani a Riad, dopodomani torno a Roma». Tra l’altro Santanchè può contare anche su una solida alleanza con il presidente del Senato Ignazio La Russa, tra i fondatori di Fratelli d’Italia. Nell’intervista ha detto: «In politica è molto difficile avere amici, io ne ho pochi. La Russa è uno di quelli. E saremo amici sempre, come i carabinieri».
Delle tre vicende giudiziarie in cui è coinvolta, Santanchè verrà processata per le presunte irregolarità nella gestione dei bilanci tra il 2016 e il 2022 di Visibilia Editore, società editrice di cui Santanchè è stata presidente e amministratrice delegata fino al 2022.
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